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Mi alzai di colpo sul letto, il mio cuore batteva e il mio intero corpo era ricoperto di sudore. Per un secondo non capì dov'ero, poi per via dell'enorme finestra e delle costose lenzuola di seta compresi di essere nella mia nuova stanza d'hotel.

Il panico non si fermò, mi guardai intorno e cercavo di ricordare come ero arrivata in quella stanza. L'ultima cosa che ricordavo era il concerto, e ora ero sdraiata nel mio letto da sola.

Guardai il mio corpo e realizzai di indossare ancora i vestiti del concerto. La mia giacca di jeans era posata su una sedia, le mie scarpe verdi avanti al letto. Realizzai di non poter vedere chiaramente, significava che non indossavo le mie lenti a contatto. Quando le avevo tolte?

Chiusi gli occhi e mi presi la testa tra le mani. Immediatamente sentì dolore accanto alla mia tempia, facendomi prendere un respiro attraverso i denti.

Aiah.

Mi alzai dal letto, sentendo un capogiro. Camminai velocemente verso il grande bagno, mi guardai nello specchio e immediatamente capì perché sentivo dolore.

La mia tempia sinistra era coperta da un cerotto bianco, potevi vedete una grande macchia rossa. Posai le mani sul lavandino e mi avvicinai allo specchio per esaminare meglio. Posai due dita sul cerotto e lo alzai, mi faceva davvero male.
Dai bordi del cerotto si potevano intravedere dei punti neri, ciò significava che ero stata ricucita.

"No." Piagnucolai al pensiero di una cicatrice sulla mia tempia, quando aggrottai le sopracciglia tirai la pelle sentendo ancora più dolore.

Come ero rimasta in vita durante tutto quel tempo? Abbastanza per trovare un dottore che mi ricucisse. Ero stata portata in ospedale? No,non mi avrebbero lasciata andare finché non mi sarei svegliata, perciò non sarei stata lì in quel momento. Se non ero andata in ospedale, chi mi aveva ricucita?

Tornai nella stanza e vidi il mio telefono attaccato al caricatore sul mio comodino. Aggrottai le sopracciglia al fatto che stesse caricando, ma non potei pensarci più di tanto perché avevo trenta messaggi.

Staccai il telefono e lo avvicinai a me. Aprì la chat di Marissa, erano tutti messaggi preoccupati.

M: Cosa è successo? Ho appena visto il video.

M: Per favore rispondimi quando ti arrivano questi messaggi.

M: Mi sto preoccupando.

M: Aven!!

M: O mio Dio mi stai prendendo per il culo, il video è ovunque e se non sei ancora svegliata sono davvero preoccupata.

Il resto dei messaggi erano tutti uguali, sembrava che avesse scoperto della mia caduta. Credevo di essere svenuta perché l'ultima cosa che ricordavo era la mia ansia mentre guardavo la band. Disse che c'era un video.

Stava dicendo che c'era un video...online?

Il mio stomaco si aggrovigliò al pensiero, i miei pollici cliccarono su un social per cercare il video. Cliccai su Duplicity, sperando di trovare qualcosa ma allo stesso tempo di non trovare il video di cui Marissa stava parlando.

Ma non passò tanto finché trovai un video intitolato La fotografa dei Duplicity sviene durante il concerto in Philadelphia.

Morsi l'interno delle mie guance, posando la mia schiena contro la testiera del letto. Strinsi le ginocchia al petto e feci partire il video.

Era un video fatto da qualcuno nella prima fila, proprio di fronte a Harry che suonava. La musica alta e le urla risuonavano nel microfono del telefono. La fan riprendeva Harry che suonava, urlava per lui che immediatamente girò la sua testa verso sinistra, facendo girare anche il telefono della ragazza.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora