Harry Styles
Mi svegliai sentendo il sole entrare dalla finestra. Aprii un occhio, capii velocemente di essere sul mio divano. Per un momento ero confuso sul perché fossi lì, ma immediatamente ricordai di essermi addormentato con Aven tra le mie braccia.Ma lei dov'era?
La prima cosa che vidi fu il mio tavolino rotto, un flashback di io che la scopavo troppo forte da romperlo. Mi importava relativamente poco, nella mia testa c'era solo il suo corpo.
Mi strofinai gli occhi, mettendomi seduto e realizzando due cose. Una, c'era una coperta verde su di me che all'inizio non avevo. E due, ero solo.
Non riuscivo a vedere nulla perché il sole che splendeva su Miami era troppo forte per i miei occhi. Se ne era andata? Che ero erano?
Ma i miei pensieri sparirono quando sentii dei movimenti in cucina. Non ancora abituato alla luce, tenni un occhio aperto. La cucina era dietro l'angolo, quindi mi era impossibile vedere cosa stesse succedendo.
Mi misi dritto continuando a stropicciarmi gli occhi, i miei piedi sul tappeto. Quando abbassai lo sguardo mi ricordai alcuni momenti della notte prima. Specificatamente il suo corpo in quel punto, urlava il mio nome quasi sul punto di avete il suo orgasmo. I suoi occhi chiusi e la testa all'indietro. Scossi la testa sorridendo.
Camminai nel mio appartamento, passandomi una mano nei capelli. Avevo un bisogno tremendo di una doccia, i miei capelli erano quasi crespi. Mi ero ripulito leggermente prima di andare a dormire, ma avevo un bisogno disperato di infilarmi sotto il getto dell'acqua.
Il sesso era stato fantastico, porca puttana.
Era quel tipo di sesso che volevi prolungare il più possibile, senza avere un fine preciso. Mi ricordo come non volessi mai venire per continuare tutta la notte, cosa che non era affatto da me. Facevo sesso per avere un orgasmo e basta. Ma porca puttana, la notte prima era stata un'esperienza diversa.
Continuavo a non credere che fosse davvero successo, che Aven Brooks avesse lasciato che io, un cinico criminale, la scopassi. E ciliegia sulla torta, l'avevo lasciata cavalcarmi per un po'. Non riuscivo a non lasciarla fare, era incredibilmente sexy quando aveva il controllo. Sentire il suo corpo contro il mio mentre muoveva i suoi fianchi sul mio cazzo— qualcosa di indescrivibile.
Camminai verso la cucina, i miei piedi sul legno scuro. Ero ancora mezzo addormentato. Solo in boxer e maglia, incrociai le braccia seguendo i rumori.
Girando l'angolo della cucina, i miei occhi si posarono su qualcosa che non mi aspettavo. A danzare nell'ampia cucina c'era quello che poteva essere descritto solo come un angelo. Capelli dorati lungo la mia maglia dei Pink Floyd troppo grande per il suo piccolo corpo. Era concentrata sul cucinare— era attenta a una padella sfrigolante, allo stesso tempo tostava del pane e tagliava qualcosa su un tagliere. Avevo molte domande; cosa stesse cucinando, dove avesse preso li ingredienti, da quanto era sveglia, da dove cazzo avesse preso un tagliere. Ma ero troppo distratto dalla sua immagine avanti ai miei occhi.
La sua schiena verso di me, non aveva idea che io fossi lì a guardarla. Era strano vederla usare la mia cucina. Non ero abituato a quel genere di cose, non ero abituato a una figura femminile. Quella doveva essere la prima volta per me, svegliarmi con una ragazza con cui avevo fatto sesso che cucinava nella mia cucina.
C'era un odorino squisito.
Non per sembrare uno stronzo, ma se fosse stata qualsiasi altra ragazza l'avrei cacciata a calci nel culo.
Era veloce e multitasking, sembrava fare milioni di cose contemporaneamente. Ero in trance, guardandola danzare tra i fornelli e il bancone. Notai che sull'isola ci fosse una busta aperta con alcuni ingredienti. Era andata in un negozio? Era ancora in boxer e maglia.
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Duplicity •Traduzione•
Fanfiction"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...