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Aven Brooks
Mi svegliai aggrovigliata in quelle che sembrarono le lenzuola più costose che avessi mai sfiorato. Erano accoglienti e confortabili. Potevo sentire la luce mattutina provenire dalla finestra. Sbuffai e rotolai sul letto, ma immediatamente sentì dolore ai miei polsi, sobbalzai.

Aprì gli occhi e guardai verso i miei polsi. Immediatamente i miei occhi sfocati videro che ero ammanettata alla testiera del letto.

Sgranai gli occhi, sedendomi velocemente. Guardai le mie gambe e vidi di essere in lenzuola di seta, ma non era il mio letto. Quel letto era più grande, e quella non era la mia stanza.

Sentivo un forte mal di testa considerate le lenti a contatto ancora nei miei occhi, ma quello era l'ultimo dei miei problemi.

Quando pensai di sentire una presenza alla mia destra, la mia testa si girò verso una figura seduta al tavolo con la sua schiena verso di me. Fui veloce a realizzare che fosse Harry.

O mio Dio cosa cazzo era successo?

Il mio corpo sussultò e tirò le manette che stringevano i miei polsi. Il rumore metallico lo fece girare per guardarmi, i suoi occhi si posarono su di me svegli e incasinati. Quella era la sua stanza e non avevo idea del perché io fossi lì.

Non ricordavo nulla.

"Buongiorno Ms. Brooks." Mormorò prima di girarsi verso quello che stava facendo sul tavolo, non riuscivo a vedere perché la sua schiena me lo impediva.

Era in una maglia a strisce bianco e nero e jeans neri.

"Cosa ci faccio qui? P-Perché sono ammanettata al tuo letto?" Mormorai impaurita, guardando in basso e notando di avere ancora i miei vestiti della notte prima.

Cosa era successo al bar? Non me lo ricordavo.

"Non ti ricordi?" Disse continuando a darmi le spalle.

"Perché sono ammanettata al tuo letto?" Iniziai a soffocarmi perché il panico mi stava avvolgendo, ero davvero spaventata ma non sapevo come controllarlo. Mi aveva rapita?

"Abbiamo avuto una nottata davvero stravagante, piccola." Mi guardò da sopra la sua spalla ghignando.

Il cuore mi cadde nello stomaco. Avevo sentito bene?

"Noi...cosa?" Mi strozzai.

Spostò la sua sedia mostrandomi il suo profilo invece della sua schiena, tra le dita aveva un piccolo ago con un residuo nero sulla punta. Cosa si stava facendo?

"Abbiamo fatto sesso tutta la notte. Non ne avevi mai abbastanza." Ridacchiò continuando a concentrarsi sul suo braccio continuando a pungersi con l'ago.

"S-Stai mentendo." Non poteva essere vero.

"E chi sapeva che saresti stata così brava. Mi hai chiesto di sputarti in bocca." Continuò tenendo gli occhi sul braccio, il suo tono calmo mi rendeva nervosa.

Le mie guance divennero rosse e il mio corpo divenne immediatamente nervoso. Ero ancora seduta sul letto, i polsi incatenati senza un'idea di cosa fosse successo.

"N-no." Risposi, non c'era modo che fosse vero.

Si girò verso di me e inarcò un sopracciglio, aveva notato quanto rossa fosse la mia faccia.

"Aspetta...le tue guance sono rosse  ma non sembri scioccata. Ti piace davvero quanto ti sputano in bocca?" Ora era lui quello confuso, ma mi rivelò che non avevamo davvero dormito insieme.

"Cosa? N-no." Urlai difendendomi.

"La tua reazione mi dice che ti piace e che lo stai immaginando nella tua testa." Non lasciò andare l'argomento.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora