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Aven Brooks

"Se tu sapessi cosa ho fatto, non vorresti essere qui con me ora."

Fissando il soffitto del letto a castello, la mia testa ripensava solo alla notte prima. Sentivo le vibrazioni sotto la mia schiena poiché il bus si stava muovendo. Eravamo in viaggio verso Atlanta, un lungo viaggio da Miami Beach. Avevo dormito per le due ore precedenti, dovevano essere le dieci.

Girai la testa, guardando Harry stretto accanto a me in quel piccolo lettino. Ero sul bus della band, mi ci aveva portato quando ero mezza addormentata. Mi ricordo a malapena di aver lasciato il suo appartamento, ma mi ricordo bene quando si era sdraiato accanto a me senza che gli altri ragazzi lo notassero. Penso non sapessero nemmeno che io fossi dietro quella tendina con Harry.

Quello che avevo fatto la notte prima doveva averlo toccato- toccato abbastanza da fargli condividere un letto singolo con me. Non so se fosse per quello che avevo detto riguardo al piano o per il fatto che lo avevo stretto per tutta la notte.

Avevo notato che tendesse a dormire con una guancia incollata al cuscino, facendo arricciare leggermente le sue labbra. Era su un fianco in quel piccolo spazio, il suo viso verso di me e la sua mano sul mio stomaco. Respirava silenziosamente mentre dormiva, a volte mi chiedevo se fosse ancora vivo.

Ero sveglia da venti minuti, sapevo che non mi sarei addormentata nuovamente. Sdraiata in silenzio con nessuno con cui parlare delle cose che frugavano nella mia testa. Il mio cervello si sforzava a rimuginare sulle cose che mi aveva detto. Sapevo che mi avrebbe raccontato di quelle vittime un giorno, ma non riuscivo a fermarmi. L'aveva detto lui stesso, non sarei stata lì se avessi saputo quello che aveva fatto. Quella frase era abbastanza per far venire paranoie a chiunque. E anche se aveva detto quella frase in un tono pentito, non cambiava le cose che aveva fatto a quelle persone. Qualsiasi cosa mi stesse nascondendo, avrei dovuto saperlo prima o poi.

Guardandolo dormire pacificamente, mi misi su un fianco. La mia mano spostò delicatamente i suoi ricci, le mie dita accarezzarono la sua pelle. Il contatto inaspettato lo fece grugnire, mi tirò più vicina. Il mio corpo contro il suo, posò la testa contro il mio petto. Il mio mento sulla sua testa, le sue mai sulla mia schiena. Sorrisi leggermente, le mie mani accarezzavano i suoi capelli.

Il calore del suo corpo mi riscaldava, respirò contro la mia clavicola. Chiusi gli occhi per un secondo mentre lui si coccolava a me come se fossi un peluche.

Non riuscivo a non pensarci-perché non ci riuscivo?

Non volevo, ma mi allontani leggermente da lui. I suoi occhi si strinsero più forte quando scivolai dalla sua presa. Mi avvicinai di nuovo alla tendina in modo da alzarmi. Nel momento in cui ebbe più spazio, si mise sulla pancia. Come un bambino le sue braccia erano accanto alla sua testa. Risi, scendendo dal letto. Una volta nel piccolo corridoio buio, chiusi la tendina.

Entrai nella zona relax, schiacciando il tasto verde per lasciare che la luce naturale entrasse dai finestrini.

Il mio zaino era sul divano, al suo interno alcune delle mie cose. Mi sedetti accanto ad esso, aprendolo. Afferrai i miei occhiali, posandoli sul mio viso. Presi il mio pc posandolo accanto a me, frugai ciecamente nello zaino finché non trovai quello che stavo cercando. Presi il piccolo pezzetto di plastica tra le mie dita.

La memory card della mia fotocamera, una che non usavo da Washington.

Chiusi il mio zaino e lo posai sul pavimento, incrociai le gambe posandoci sopra il pc. Inserii immediatamente la memory card.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora