Aven Brooks
Le foto che avevo scattato il giorno prima non erano abbastanza, ovviamente. Avevo una foto della cocaina e della siringa, quello era tutto. Tristemente quelle foto non erano incriminanti o scioccanti. Ero abbastanza sicura che il mondo sapesse che i Duplicity usassero droghe, non era sorprendente.Dovevo trovare le cose veramente sporche, qualsiasi cosa queste cose fossero.
Erano le nove di mattina, ero a gambe incrociate sul mio letto, la memory card nel mio computer mentre scorrevo tra le foto. Nonostante sapessi di essere quasi stata catturata, avevo intenzione di continuare la mia ricerca. Ero quasi sicura che quello fosse il mio ultimo giorno sulla terra.
Qualcuno bussò alla mia porta, immediatamente divenni nervosa. Una parte di me era ancora terrorizzata che Harry scoprisse cosa avevo fatto. Non sapevo come, ma ero al limite.
"Chi è?" Dissi togliendo velocemente la memory card dal pc e correndo verso la mia valigia.
"Louis." La voce tranquilla rispose, prendendomi di sprovvista.
Louis?
Camminai verso la porta con i pantaloncini del mio pigiama e una maglia, girando la chiave e aprendola. Era lì con una valigetta nera e un lecca lecca in bocca.
Immediatamente mi ricordai di avere ancora dei punti in testa da togliere. Rimase sulla soglia della porta aspettando che lo facessi entrare.
Mi spostai invitandolo.
Entrò con il suo kit, l'odore di ciliegia con lui. Era anche lui ossessionato dei lecca lecca rossi? Era strano vederlo con uno di quei cosi, ero arrivata a un punto in cui i lecca lecca rossi significavano Harry Styles nella mia testa.
Chiusi la porta mentre Louis si avvicinava al mio letto, quando mi girai era già seduto e stava frugando tra le sue cose. Camminai silenziosamente verso di lui e mi sedetti contro la testiera del letto.
"Farà male?" Mormorai incrociando le gambe.
"No." Disse brevemente, mi dimenticavo sempre che non parlava tanto. Le sue risposte non erano poi tanto confortanti.
Prese una salvietta medica e la portò alla mia tempia, strofinando per disinfettare l'area. Rimasi bloccata sul letto, guardandolo concentrarsi sulla mia testa. Era veramente gentile con i suoi movimenti, ma davvero troppo silenzioso.
"Per quanto tempo hai frequentato la scuola di medicina?" Mormorai, i miei occhi verso di lui.
Lui mi guardò negli occhi per un momento. Non poteva davvero pensare che quella fosse una domanda sorprendente, era seduto lì a togliermi i punti. Ovviamente dovevo pensare che avesse qualche competenza medica.
Non rispose, prendendo una nuova garza dalla sua borsa e avvicinandola alla mia testa.
"Sono solo curiosa." Constatai. "Sembra che tu sappia cosa fare."
Sentì un po' di dolore, sussultando. Mi guardò di nuovo negli occhi, dandomi un'occhiata annoiata come se avessi sbagliato a muovermi mentre lui faceva un lavoro così intricato.
"Scusami." Mormorai.
Tornò a guardare la mia testa continuando.
"Non ho mai finito." Mormorò una risposta, sentii di nuovo dolore ma non sussultai.
Sentì l'odore di ciliegia quando parlò.
"Perché no?" Procedetti.
"La band è cresciuta, non potevo fare entrambe le cose." Rispose.
"Torneresti indietro? Sai dopo tutta questa fama i giorni diventano noiosi." Chiesi, guardandolo muoversi con degli strumenti d'argento.
"No."

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Duplicity •Traduzione•
Fanfiction"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...