Rimasi bloccata sulla soglia della porta- di fronte a un uomo che era stato nella mia testa per tutta la serata. Non so spiegare cosa stesse succedendo nel mio sistema circolatorio in quel momento.
Era seduto in modo composto sul divano, braccia stese sullo schienale di esso e le sue converse nere piantate sul pavimento. Nella sua mano sinistra aveva un bicchiere di vetro pieno per metà di liquore nero, gli anelli a riempire le sue dita. La sua mano era talmente grande da essere completamente avvolta attorno al bicchiere.
Era distante da me, ma la tensione mi faceva già sentire come se lui fosse esattamente di fronte a me. Ingurgitai il groppo che avevo in gola realizzando che non avevo ancora risposto alla sua domanda.
"Un gioco?" La mia voce uscì più bassa di quanto pensassi.
Mi fissò mentre rispondevo, portò il bicchiere alle sue labbra ma non ne prese ancora un sorso. Mi guardò dall'alto al basso mentre ero ancora ferma sulla soglia della porta.
Ribaltò il bicchiere e ghignò lasciando scivolare il liquore nella sua gola. I suoi occhi incontrarono di nuovo i miei, il mio stomaco si tese.
"Sei nervosa." Riposò il bicchiere sulla sua coscia, la sua mano fermamente stretta intorno ad esso. Davo davvero a vedere tutta l'ansia che stavo provando? Perché se fosse stato così la cosa mi avrebbe resa ancora più nervosa. Sembrava essere divertito dal mio nervosismo, come se traesse energia dai dispiacere degli altri.
Era ancora sudato dal suo show, potevo dirlo. Ma era attraente anche il quel momento. Ancora una volta non sapevo come rispondere, le sue domande erano così fuori dall'ordinario per me.
"Il tuo show, è stato grandioso" - fu la prima cosa che mi venne in mente.
Si alzò e poggiò il bicchiere sul tavolo, per poi risedersi nella sua posizione iniziale. Passò la sua mano, coperta dal guanto di pelle, nei suoi capelli ricci.
"Chiuderai la porta e me lo dirai?" Disse acidamente, guardandomi mentre stavo sulla soglia e tenevo la mano sulla maniglia della porta.
Guardai la porta e velocemente la chiusi, ora ero ferma nello stesso punto ma con la porta chiusa.
Ridacchiò sotto i baffi e scosse la testa.
"Devo dirti cosa fare passo dopo passo?", Chiese con un'espressione seria. Sapevo la risposta a questa domanda.
"No." Scossi la testa.
"Allora siediti, non mordo." Disse guardando il posto vuoto vicino a lui sul divano.
Non so perché ero così incerta su tutto, ero davvero sbalordita di essere qui con lui a parlare, dopo la sua esibizione due orette fa.
"Bene." Risi un po' di me cercando di rilassarmi.Mi guardò mentre camminavo verso di lui, mi sedetti sullo spazio libero sul divano, le nostre gambe erano a un paio di centimetri dal toccarsi. Potevo sentire la sua colonia che indossava, era davvero un buon odore. Era sudato dal suo show ma non puzzava assolutamente. Stavo pregando di non puzzare di sudore considerando il calore che c'era in quella sala.
Posizionai le mie mani sulle mie cosce e voltai la testa verso di lui. I suoi occhi incontrarono i miei, vidi quanto i suoi occhi fossero rossi, come non dormisse abbastanza. Avevo notato prima, durante lo show, quanto fossero iniettati di sangue, ora invece erano molto meglio.
Era così di bell'aspetto, Dio o qualcuno lì su si era impegnato sicuramente di più su di lui.
Le sue braccia erano ancora stese sullo schienale del divano, facendomi venir voglia di appoggiarmi al suo fianco e rimanere rannicchiata lì. Non sembrava un coccolone ma il suo forte corpo sarebbe stato perfetto per le coccole.
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Duplicity •Traduzione•
Fanfiction"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...