Aven Brooks
Attraversando le porte della suite, non avevo idea di dove stessi andando con le sue labbra sulle mie. Tutto quello che sapevo era che io stavo camminando all'indietro e lui mi guidava. Le sue labbra si muovevano avidamente con le mie, le sue mani accarezzavano il mio corpo mentre ci inoltravamo nella stanza. Ci girò in modo che potesse chiudere la porta e spingermi contro essa. La mia schiena si schiantò contro la superficie, le sue mani bloccarono i miei polsi sopra la mia testa. Finalmente, eravamo soli, la tensione per cui stavamo soffrendo da tutta la sera stava per svanire.
La sua lingua entrò nella mia bocca, raggiungendo la mia. Ero completamente persa per lui, sapendo che finalmente sarebbe successo dopo tutto il tempo in cui ci eravamo stuzzicati. Le sue mani strinsero il mio sedere, inarcai la schiena sul muro.
Le sue labbra si abbassarono sul mio collo, mordicchiò e succhiò. Ansimai, serrando gli occhi e affondando le mani fra i suoi capelli. Li tirai, abbastanza forte da farlo grugnire nel mio collo e mordermi più forte.
Afferrai la sua giacca spingendola giù dalle spalle velocemente, cadde sul pavimento. Solo nella sua camicia, pantaloni del completo e cravatta— abbassai le mani tra di noi. Iniziai a sbottonare la sua cintura, interruppe quell'azione afferrando le mie cosce e sollevandomi. Ansimai posando le mani sulle sue spalle.
La stanza era buia ma il chiaro di luna che proveniva dalle finestre ci rendeva possibile vedere. Unii le nostre labbra mentre lui si affrettava a portarmi da qualche parte che non riuscivo a decifrare. Il mio vestito risalì sulle mie cosce mentre le mie gambe erano avvolte intorno ai suoi fianchi.
I miei tacchi toccarono di nuovo il pavimento mentre aprivo gli occhi e separavo le nostre labbra. Eravamo al centro del salone buio, dietro di lui c'era il divano. Entrambi respiravamo profondamente, i suoi occhi danzarono sulle mie spalle prima che mi girasse in modo da dargli la schiena. Le sue mani salirono delicatamente fino a raggiungere le spalline del vestito, abbassandole davvero lentamente. Guardavo fuori dalla finestra, chiudendo poi gli occhi quando lo sentii respirare contro il mio collo.
Baciò la mia spalla come se non potesse contenersi, le spalline posate sulle mie braccia. Mi presi un momento per apprezzare quel contatto, spinsi incontrollatamente la testa all'indietro. Il suo respiro tiepido stava riempiendo la mia pelle di brividi. Sapevo che quello sarebbe stato l'unico gesto delicato che avrei ricevuto.
Le sue mani risalirono la mia schiena, sentii il vestito starmi più largo. Deliberatamente, sbottonò il vestito lungo la mia schiena, facendolo scivolare.
Prima che si spostasse, mi girai e lo spinsi in modo che cadesse seduto sul divano. Rimasi a torreggiarlo di fronte a lui nei miei tacchi e nel vestito che ero stata veloce a bloccare.
Mi guardò con quei grandi occhi, il chiaro di luce gli colpiva il volto mentre mi fissava. Con una camicia bianca, la cravatta allargata, pantaloni blu scuro e cintura di pelle— era così attraente.
Lasciai la presa sul vestito, facendolo cadere sul pavimento come una tenda. I suoi occhi si mossero immediatamente sul mio corpo mezzo nudo. Ero leggermente più alta del solito in quei tacchi, guardavo in basso verso di lui in quel completo lingerie che mi era stato detto di indossare.
Seduto sul divano, mi osservò con i suoi occhi blu artificiale, il suo petto si fermò come se stesse trattenendo il respiro. Sgranò leggermente gli occhi quando notò la giarrettiera intorno al mio addome, vedendo come fosse legata al resto dell'intimo. Dall'espressione sul suo viso, sapevo che non se lo aspettasse.
Ingurgitò, "Cosa stai indossando?"
Le mie guance bruciavano ma non era possibile capirlo in quella stanza cupa. Invece, alzai la caviglia mettendomi a cavalcioni su di lui, inarcando la schiena e assicurandomi di essere sul cavallo dei suoi pantaloni. Le sue mani andarono dritte sul mio sedere, salendo lungo la mia schiena. Mossi i fianchi, strusciandomi su di lui.
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Duplicity •Traduzione•
Fanfiction"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...