Harry Styles
Lasciai il forte liquore scivolare lungo la mia gola come acqua, riscaldando il mio petto e lasciando un gusto sopportabile sulla mia lingua. Le mie gambe erano estese di fronte a me, ginocchia alzate. La leggera brezza muoveva i miei capelli, la bottiglia tra le mie gambe. Guardai i binari su cui ero seduto.
Alla mia sinistra, lei era sdraiata sotto l'albero. Era lo stesso albero sotto cui avevamo scopato un'ora prima. Si era addormentata come un angelo sulla mia camicia. Le sue ginocchia erano vicino al suo petto, le mani sotto la sua guancia e i capelli biondi danzavano sul suo viso. Quel vestito giallo era abbastanza lungo da coprirla nei punti giusti.
Odiavo il giallo, ma lo trovavo incantevole su di lei. Il mio medio era dipinto di quell'osceno colore, e la cosa pazzesca era che non mi importava. Guardandomi le mani pensavo a lei, e il fatto che il suo medio fosse nero mi faceva pensare che forse anche lei pensava a me.
Riportai la bottiglia alle labbra, chiusi gli occhi mentre scorreva lungo la mia gola. Non avrei dovuto bere così tanto, avrei dovuto guidare a un certo punto. Ma quella giornata era stata un rollercoaster di dolore e sentimenti— erano motivazioni ottime per bere.
Mi aveva visto avere un attacco di panico, e aveva scoperto uno dei miei segreti più oscuri. Non avevo pianificato di dirle di mia madre, e di come l'avessi uccisa. Tutto quello che le avevo detto era vero, ero solo un bambino e non l'avevo fatto di proposito. Me lo ricordo a malapena, ma continua a perseguitarmi. Se non avessi bevuto in quel momento, quei pensieri mi avrebbero fatto venire un altro attacco di panico.
Quindi senza dubbi avevo un problema.
Non avrei mai voluto che Aven scoprisse cosa avevo fatto, ma riusciva a farmi aprire senza nemmeno parlare. C'era un piccolissimo insieme di persone al mondo che sapevano cosa avevo fatto a mia madre, potevo contarle su una mano. Ora lei era una di quelle, e senza un motivo avevo bisogno di bere. Desideravo una linea o due, ma cercavo di contenermi quando eravamo solo io e lei.
Inoltre mi aveva guardato avere un attacco di panico e togliermi la maglia. Mi ricordo che era nel corridoio mentre io distruggevo tutto, mi guardava in silenzio mentre cercavo di fare di tutto per non spaventarla. Il mio corpo stava bruciando come se avessi la febbre, stavo per esplodere. Ma si era girata e si era nascosta dietro una porta quando mi ero tolto la maglia. Non volevo toglierla, ma dovevo.
La cosa era che lei capiva i miei problemi. So che ero molto più difficile rispetto agli altri, mi nascondevo nell'ombra con i miei segreti e i miei problemi inspiegabili. Lei era un barlume dorato nella mia vita, ma non cercava di trasmettere quella luce a me. Non mi aveva mai spinto o obbligato a parlarle della mia vita, mi lasciava confessare quando me la sentivo. Che le interessasse o no mi ascoltava.
Era dolce, gentile e innocente ma incredibilmente matura per la sua età. Era calorosa, carismatica e aveva un cuore unico nel suo genere. Era un po' negligente, ma non spericolata quanto me. Era forte ma non lo aveva realizzato, confortante come nessuno. Era un angelo che camminava sulla terra, e non sto usando metafore.
Ma nonostante avesse sempre un sorriso in volto, io sapevo che nascondesse altre cose per l'amore degli altri.
Era triste.
Si nascondeva dietro il suo sorriso smagliante perché voleva gratificate le persone e farle sentire meglio, le persone come me. Tutti quei tratti che ho descritto erano quelli che lei mi mostrava, e anche se era tutte queste cose, aveva una maschera in volto.
Si preoccupava troppo, si sentiva in colpa troppo facilmente, ignorava le proprie necessità mettendosi all'ultimo posto, non si apprezzava abbastanza, era troppo spaventata dal prendere le decisioni sbagliate, nascondeva i propri sentimenti per accomodare gli altri, scusava i comportamenti del suo ex, era così spaventata dal far male a qualcuno anche se questa persona se lo meritava, e ciliegina sulla torta— fingeva che andasse tutto bene.
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Duplicity •Traduzione•
Fanfic"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...