Quando mi svegliai, sentivo la sensazione di disagio nel mio stomaco. La luce del mattino entrava attraverso le persiane bagnandomi di calore. Ero aggrovigliata nelle lenzuola di cotone egiziano, distesa a pancia in giù con la maglia leggermente alzata sul mio corpo.
Alzai la testa dalla pila infinita di cuscini, strofinando i miei occhi con le nocche dei miei indici. Fissai l'orologio e vidi che erano poco più che le undici, immediatamente mi buttai nuovamente sul letto. Quel giorno era il mio giorno libero, sarei dovuta essere felice e ad esplorare la città, ma volevo solo stare sdraiata nel mio letto.
Gli eventi della notte precedente mi avevano fatta girare e rigirare. Dormì terribilmente perché continuavo a pensare a Harry e alla sua minaccia. Ogni volta che aprivo gli occhi entravo in un vortice di nervoso, dormire era l'unico modo per dimenticare.
Ma erano le undici e dovevo svegliarmi, avrei dovuto dormire molto se avessi voluto evitare tutti i miei problemi. Se fossi rimasta sdraiata lì avrei continuato a pensare ancora e ancora, dovevo prepararmi per la giornata. In più, ero affamata.
Mi spinsi fuori dal letto, trascinando i miei piedi sulla moquette. Passai una mano tra i miei capelli che erano ancora umidi dalla doccia della sera prima, solo nella parte bassa del mio collo.
"Strike numero uno." Udì tra i miei pensieri.
Il mio stomaco fu persuaso da una sensazione di nausea, ma andò via velocemente. Afferrai i miei occhiali dal comodino, sistemandoli sul mio viso in modo da poter vedere qualcosa. Entrai nel bagno, mi lavai i denti e mi preparai per la giornata. Non sapevo quali fossero i miei piani per quel giorno, ma alla fine ero piena di possibilità. Dovevo revisionare alcune foto che avevo scattato il giorno prima, importarle nel pc ed editarle. Sarei voluta andare in una caffetteria, ma odiavo le caffetterie considerato che ci lavoravo giorno e notte.
Forse sarei potuta andare a un parco, qualche luogo all'aperto. Era giugno dopotutto, l'estate era lì e dovevo godermela il più possibile.
Indossai le mie lenti a contatto e mi vestì per il giorno, legando in su metà dei miei capelli così che fossero lontani dal mio viso. Presi la pillola e la ingurgitai con dell'acqua, realizzando quanto fossi assetata. Afferrai la borsa della mia camera fotografica, aprendola sul letto e prendendo tutti gli attrezzi usati la sera prima.
Afferrai la mia macchina fotografica e la posizionai da un lato, la stessa cosa feci con delle prolunghe. Realizzai che qualcosa mancava, uno dei miei cavalletti. Quella borsa non era così grande quindi era facile capire che mancava qualcosa di così grande, l'avevo sicuramente portato la sera precedente.
"Merda." Mormorai a me stessa, sapendo di averlo lasciato all'arena la scorsa notte.
Pensai per un momento a cosa fare, pregando che non fosse scomparso. Nessuno l'avrebbe preso, sicuramente era nel mio camerino. La sera precedente avevo afferrato le mie cose frettolosamente dopo quello che Harry aveva fatto, perciò avevo dimenticato di prenderlo.
Gemetti a me stessa e scesi dal letto, afferrai la macchina fotografica e misi la cinghia attorno al mio collo. Sarei dovuta andare all'arena e sperare che mi avessero fatto entrare per prenderlo.
Indossai la mia giacca di jeans e infilai le scarpe. Il piano della mia giornata non includeva il tornare all'arena ma se ricordavo bene non era tanto lontano. La cosa schifosa era che non volevo portarmi un cavalletto ovunque, quindi sarei dovuta tornare in hotel a lasciarlo.
Afferrai il mio telefono e la chiave elettronica, portai la mia macchina fotografica giusto in caso avessi visto qualcosa di interessante da fotografare lungo il tragitto. Lasciai la mia stanza, fortunatamente non incontrai nessuno nel corridoio.
STAI LEGGENDO
Duplicity •Traduzione•
Fanfiction"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...