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Aven Brooks

Non sapevo cosa dire, poteva essere la fine per noi. Harry aveva detto che c'era solo una regola; non rivelare la nostra vera identità. Ma chi avrebbe saputo che ci sarebbe stato un uomo che mi avrebbe vista da un chilometro di distanza, non potevo nascondere la mia identità a lui. Harry era sempre Harry se lo si conosceva come cantante, e Chavem lavorava nell'industria. Non potevamo minimamente nasconderci da lui, avremmo solo peggiorato la cosa se avessimo continuato a mentire sui nostri nomi.

"Cosa diamine ci fate qui?" Disse con il bicchiere di whisky in una mano, confuso

Fissai Harry che non era affatto contento per la situazione. Dall'espressione rivolta a Chavem, ero sicura che volesse strappargli la testa per aver messo la nostra copertura in pericolo. Nemmeno io ero felice. I miei nervi stavano iniziando a calmarsi pochi secondi prima.

Ritornai a guardare Chavem, rispondendo nell'unico modo possibile.

"Ti prego non dire a nessuno che siamo qui, ci siamo intrufolati." Dissi discretamente, guardandomi intorno.

"Vi siete...intrufolati?" Inclinò la testa confuso.

"Si. Ti prego non farci cacciare, il tour si fermava a Chicago oggi e stavo morendo dalla voglia di uscire dall'hotel. Ho chiesto ad Harry di accompagnarmi promettendogli di non scattargli foto per le prossime due date." Inventai una finta storia, ricordandomi come Chavem sapesse del problema di Harry con le foto.

Lui guardò Harry che rimaneva in silenzio, rifiutandosi di parlare ma tenendo uno sguardo sicuro negli occhi. Chavem tornò a guardarmi.

"Perché qui? Sicuramente questo posto non è così divertente per ragazzi giovani come voi..." Aggrottò le sopracciglia, tenendo una mano in tasca. Profumava, potevo sentire la sua colonia da lì.

"Non ho fatto nient'altro che passare tempo con arroganti rockstar. Avrei fatto di tutto per cambiare scenario. In più, c'è l'open bar." Spiegai, guardando il grande bar.

Le sue labbra si incurvarono in un sorriso, ridendo leggermente e convincendomi che ci stesse credendo. Non era troppo difficile credere a una storia del genere. Avevo diciannove anni ed Harry era un alcolizzato per i media— intrufolarci a un evento per drink gratis non sarebbe stato sorprendente da parte nostra.

"Ah, cosa darei per essere di nuovo giovane." Scosse la testa sorridendo. "Be', chi sono per interrompervi il divertimento?"

Il sollievo mi invase, sapendo che non avrebbe detto nulla a nessuno.

"Ti ringrazio davvero." Annuii con un sorriso.

"Ma a una condizione." Poi aggiunse, rendendomi ancora più nervosa per il sorriso deviato sul suo viso. "Devo rubartela per una veloce danza."

Il mio cuore si fermò, posai gli occhi su Harry a cui non piaceva affatto l'accordo. La sua mascella si strinse, occhi bloccati su Chavem.

"Solo se non ti dispiace, Mr, Styles." Chavem aggiunse con un sorriso, sapendo che Harry non voleva ma allo stesso tempo non poteva rifiutare.

Ad Harry non piace negoziare.

Ci fu un secondo di silenzio, Harry combatteva per accettare. Il mio cuore stava impazzendo, non volevo danzare con Chavem, ma non avevo scelta. Più velocemente avrei risolto meno tempo ci avremmo messo per poter scappare e cercare Luca.

"Solo se lei lo vuole." Harry finalmente parlò, lasciando andare il suo accento inglese.

Chavem sorrise porgendomi la mano, "Allora?"

Rimasi in silenzio per un momento mentre lui aspettava per un mio movimento, la sua mano avanti a me. Respirai lentamente posando delicatamente la mia mano sulla sua, accettando.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora