Sudati, stanchi e senza respiro
Quello in Atlanta era stato un concerto da pazzi, ma ero felicissima che fosse finito.
Ero in piedi nell'ascensore umido per andare nella mia stanza d'hotel. Ero fottutamente stanca. Non penso avessi dormito abbastanza la notte prima tra il pianoforte e i miei pensieri sul bus. Ero stata particolarmente eccentrica durante il giorno, ma in quel momento ero esausta. Quei concerti erano lunghi, divertenti ma lunghi.
Louis e Liam avanti a me, sembravano stanchissimi. Accanto a me c'era Harry, penso che Niall fosse uscito. Sembrava avere più energie dopo lo show, probabilmente era già al bar. Noi quattro eravamo in silenzio ed esausti, alla fine erano loro ad essersi esibiti. Sarei stata nella stanza di Harry quella notte, ma entrambi sapevamo che non sarebbe successo nulla. Io ero sfinita e lui riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti. L'unico piano era andare a dormire con la tv in sottofondo.
Era carino sapere che mi volesse intorno non solo per il sesso.
Ah, il romanticismo.
"Perché fa così fottutamente caldo in Atlanta?" Liam spinse la testa all'indietro grugnendo.
"Siamo nel basso della Georgia, in mia opinione uno dei posti più umidi in America." Harry rispose, occhi chiusi.
"Persino con l'aria condizionata le mie palle sono sudate." Liam rivelò qualcosa di non necessario al gruppo.
"Sei disgustoso." Louis parlò con gli occhi chiusi e la testa spinta all'indietro.
"Mi stai dicendo che le tue palle non sono incollate in questo momento?" Liam aprì gli occhi e girò la testa verso Louis.
Un'immagine di cui avrei potuto fare a meno per tutta la mia vita.
"Liam sta fottutamente zitto." Harry grugnì esausto, dicendo quello che avrei detto io se non fossi stata così timida.
Le porte si aprirono, e non esitammo a correre fuori. Liam e Louis si divisero per andare nelle loro stanze. La mia stanza era sulla destra, e quella di Harry sulla sinistra.
Harry afferrò la mia mano e immediatamente mi tirò verso la sua stanza, prendendomi alla sprovvista.
"Devo prendere prima le mie valige dalla mia stanza." Protestai mentre mi portava verso la sua suit.
"Dopo." Non mi diede retta.
"Sarò troppo stanca per andare dopo." Mormorai lasciando che mi tirasse, la mia borsa sulla mia spalla.
"Te le prendo io dopo, ho aspettato di toccarti per tutta la notte ma i ragazzi non mi lasciavano solo." Constatò, ovviamente arrossii.
Raggiunse la sua porta, aprendola con la chiave magnetica. Una volta che sentimmo il beep, lui spinse la porta nella stanza buia. Con la mia mano nella sua, lo seguii. Accese le luci, mostrandomi la bellissima suit che era ovviamente più costosa della mia. Aveva delle finestre enormi che davano sulla città, un piccolo salotto, cibo, un gigante letto matrimoniale e un bagno dietro l'angolo che immaginavo fosse stupendo.
Chiusi la porta dietro di me, immediatamente mi girò con un sorriso. La mia schiena incontrò la porta, le sue labbra pressate alle mie. Posò la mani sulle mie guance e mi baciò per la prima volta da quando avevamo lasciato il bus. Sorrisi nel bacio, posando le mani sui suoi fianchi. Mi misi sulle punte dei piedi, non ancora alla sua altezza.
La mia borsa cadde sul pavimento, occhi chiusi.
Lui si allontanò sorridendo, posando la sua fronte contro la mia. I suoi pollici accarezzavano le mie guance, stavo sudando da testa a piedi.
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Duplicity •Traduzione•
Fanfiction"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...