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Aven Brooks

Ero in piedi sulla piattaforma, avanti a tre specchi che mi permettevano di vedermi con prospettive diverse. Il vestito rosso mi stringeva nei punti giusti, aderente sul petto ma più ampio lungo le mie gambe. Lo scollo a cuore era profondo, ma copriva il reggiseno bianco al disotto. Il vestito sfiorava il pavimento, aveva due piccole spalline, cosa positiva perché i vestiti senza spalline mi rendevano sempre nervosa. Mi sentivo davvero alta in quei tacchi neri, sarebbe stato divertente vedermi cadere. Erano aperti ma legati intorno alla mia caviglia con un cinturino.

I miei capelli erano in boccoli morbidi, ma laccati abbastanza da tenerli intatti. Dal lato destro erano bloccati da una gemma rossa, abbinata al vestito. Lei aveva fatto un ottimo lavoro, mi sentivo davvero bella.

I miei occhi erano smoky come aveva detto, scuri e accentuati da ciglia finte. Le mie labbra erano di un rosso opaco, un color ciliegia che si abbinava a tutto il mio aspetto. Il resto del mio viso era pieno di makeup, ma lei aveva fatto si che risultasse naturale. Avevo capito che il suo nome fosse Lynn, era sulla quarantina e le piacevano i cosmopolitan.

"Stupenda." Lynn mi raggiunse.

"Hai fatto un fantastico lavoro, grazie mille." Sorrisi.

"Sei felice?" Sorrise.

Mi fissai nello specchio, facendo incontrare i nostri occhi. Molti pensieri sbucarono nella mia testa. La sua domanda era innocente, ma era servita solo a farmi sentire vuota.

Spostai i miei occhi dai suoi, facendo un finto sorriso.

"Mi hai messa a mio agio, ti ringrazio." Risposi nel modo migliore che potessi.

"Ti do un po' di privacy per abituarti." Mi accarezzò le braccia, uscendo poi dalla stanza dopo aver passato due ore con me. Aveva fatto tutto; capelli, makeup, mi aveva persino vestita. Ovviamente avevo indossato la lingerie bianca da sola ma lei mi aveva infilato il vestito. Le avevo chiesto dell'intimo scelto per me e mi aveva detto che era semplicemente per farmi sentire bella.

Lynn era davvero una gentile signora.

Fissandomi, feci di nuovo un piccolo sorriso. Non mi ero mai sentita meno me stessa nella mia vita, ma era un bel cambiamento. Non ero mai stata così professionalmente preparata prima, ma ero nervosa. Passai delicatamente le mani sul tessuto del vestiti, sentendolo perfetto sul mio corpo. Il tessuto era costoso, non volevo nemmeno immaginare quanto doveva valere.

La porta si aprì dietro di me, i miei occhi la guardarono attraverso lo specchio. Il mio stomaco si annodò quando realizzai che qualcuno stesse per vedermi in quel modo per la prima volta, non avevo idea di chi fosse. La stanza era più scura, l'unica luce proveniva dalle luci sullo specchio avanti a me. Capii lentamente che fosse Harry quando si avvicinò.

Il suo aspetto veniva rivelato dalla luce, vestito dalla testa ai piedi come non lo avevo mai visto.

Era in un completo blu scuro che gli calzava a pennello con una camicia bianca al disotto. Aveva una cravatta cremisi intorno al collo, bloccata nella giacca che era abbottonata al centro. Aveva delle scarpe nere lucide ai piedi, una cosa stranissima per me. Era perfetto, ma la cosa che mi scioccava di più erano i suoi capelli.

I suoi capelli erano diversi, sempre scuri e ricci— ma acconciati in un modo che non avevo mai visto su di lui. Aveva alcuni ricci che gli ricadevano sulla fronte, gli altri erano tutti all'indietro e perfettamente laccati. Non era il suo tipico stile, e lo faceva sembrare molto più grande. Era uno stile che doveva sembrare quasi sbarazzino, ma ogni riccio era sistemato nel punto giusto.

Il suo sopracciglio che di solito era tagliato, era sano. C'erano così tanti piccoli dettagli che lo facevano sembrare un'altra persone.

Camminò dietro di me, le mani nelle tasche mentre i suoi grandi occhi mi scrutavano. Si prese il suo tempo per osservarmi, non provando nemmeno a nasconderlo.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora