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Volevo ringraziarvi per i 100k, davvero, non mi merito tutto questo, ma l'autrice si.
Ho deciso di pubblicare questo capitolo solo per ringraziarvi, sarà davvero l'ultimo.
Passate dalla sua storia e lasciate tante stelline.
Se vi va passate anche dal mio profilo insta, parliamo un po' di duplicity e cose varie (idkjustmystory).
Vi amo
Tutti i meriti all'autrice e al suo incredibile lavoro!!
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C'era qualcosa di così intrigato su di lui, e non riuscivo a capire cosa. Era l'ultimo tipo di persona che avrei scelto di avere intorno; era rude, odioso, minaccioso e pericoloso. Ogni volta che ero con lui il mio corpo sudava e la mia gola si chiudeva. Era difficile pensare con lui attorno, era difficile persino parlare. Mi mandava in confusione solo la sua presenza. Ero spaventata con lui la maggior parte del tempo, ma quando le cose erano normali tra di noi mi sentivo solo nervosa.

"Perché mi hai salvata la scorsa notte?" Parlai mentre camminavamo, una domanda che stava circolando nella mia testa.

Mi guardò verso di me al suo fianco, mascella contratta mentre prendeva un tiro dalla sigaretta.

"Non avevamo superato quest'argomento?" Mormorò, tornando a guardare la strada avanti a lui.

"Lo so, ma mi hai detto qualcosa sul tetto in Philadelphia." Mormorai in risposta.

"Cosa ti ho detto?" Rise divertito, entrambi camminavamo tra la gente.

"Perché dovresti salvare qualcuno che non ti salverebbe?" Citai le sue stesse parole da quella notte.

Divenne silenzioso, lanciando la sua pallina da tennis e lasciando andare il fumo. Aspettai pazientemente una risposta, sperando che non la evitasse.

"Ti piacciono le avventure biondina?" Mi chiese.

"Rispondi prima alla mia domanda." Dissi, non avevo autostima quando era lui a porre le domande. Ero anche impaurita dal dire qualcosa di sbagliato e farlo incazzare.

"Lo sto facendo." Tenne le sigaretta tra le dita. "Ti piacciono le avventure?"

Aggrottai le sopracciglia, fissando il suo profilo.

"Voglio dire, immagino dipenda a che tipo di avventura tu ti riferisca." Risposi, non capendo quale fosse il punto.

"Fare cose che ti fanno sentire viva, ti piacciono quelle cose?" Camminavamo lungo il marciapiede di fronte a tutti i negozi e palazzi, la sua sigaretta tornò tra le labbra.

"Se parli di cose come rollercoaster no..." Mi sentivo stupida a non rispondere a quella domanda propriamente.

Non me lo aspettavo quando immediatamente afferrò il mio polso e mi tirò verso di se. Le mie scarpe lo seguivano mentre entravamo in un vicolo in mezzo a due palazzi.

Lo spazio era stretto ma ci separava dalle persone. Non riuscivo nemmeno a capire cosa fosse successo finché lui afferrò i miei fianchi e mi spinse contro il muro. Fu veloce ad avvicinarsi.

Con la testa contro il muro alzai lo sguardo verso di lui, il mio cuore batteva mentre il vocio delle persone era un po' più distante. Girai la testa e vidi che non eravamo tanto lontani dalla strada. Se avessi avuto bisogno di aiuto avrei potuto urlare e sarei stata salva.

"Sto parlando di," Mi fissò mentre stringeva i miei fianchi. La sigaretta tra le sue labbra era l'unica cosa a tenere distanza tra i nostri due visi. "Cose illegali."

Ingurgitai il groppo che avevo in gola e lo fissai, annusando la sua colonia mischiata al tabacco. I suoi occhi erano coperti dagli occhiali da sole che aveva rubato.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora