Harry Styles
Mi svegliai con una sensazione di disconforto nel mio corpo. Il mio petto era pesante e i miei occhi gonfi non riuscirono a capire abbastanza velocemente. Il suo stomaco era caldo sotto la mia testa, le sue gambe mi stringevano. Quelle piccole cose mi confortavano, ma nulla poteva calmare la sensazione di panico che sentivo.
Attacco di panico.
Stavo dormendo sul suo stomaco, e nei tre minuti in cui ero sveglio, sentivo l'oscurità come quella notte in Miami Beach. La sensazione dolorosa proveniva dal punto più profondo della mia anima, svegliandomi da ogni sogno in cui lei mi stava accompagnando.
Ti prego, no. Non posso farcela oggi.
L'ansia nella mia testa non mi lasciò protestare, come sempre. Il mio cuore iniziò ad impazzire, il petto pieno di così tanta aria che i miei polmoni stavano per esplodere.
Mi spostai dal suo angelico corpo, sudore sul mio collo e la mia fronte mentre il disconforto cresceva. Le mie dita strinsero le lenzuola costose accanto al suo fianco. I miei occhi umidi guardarono il suo corpo accanto a me, qualcosa che non mi avrebbe dovuto far andare ancora più in panico. Ma lo fece.
Con una stretta alla gola, mi alzai dal letto. Il mio corpo veniva
trascinato e le mie mani strinsero la mia testa. Il panico si faceva sentire di più nella mia testa, solido come pietra e doloroso come un profondo taglio. Mi tirai i capelli, forte. Fece male, ma non abbastanza da distrarmi dal rollercoaster nella mia testa. Mi morsi la lingua, fece male anche quello. Il mio piede iniziò a tamburellare sul pavimento silenziosamente, mi sentivo impazzire. Forse avrei vomitato, mi avrebbe aiutato a distrarmi.Una trave del pavimento scricchiolò quando ci passai sopra, significava che nella stanza c'era troppo silenzio. Non sapevo dove andare, ma l'attacco di panico stava diventando troppo forte. Non potevo lasciare che mi sentisse, dovevo andare da qualche parte senza lasciarla completamente sola nella suite.
In una decisione veloce, corsi verso la tv e l'accesi nuovamente. Le mie dita dolevano, il mio respiro era pesante. Lo schermo si accese e immediatamente comparve il canale riprodotto durante la notte, la lasciai a un volume basso. Mi girai a guardarla dormire pacificamente, occhi delicatamente chiusi e la sua testa in un abisso dove era ignara di quello che mi stava accadendo. Buono. Speravo che restasse a dormire finché non fosse finito. Speravo che non scoprisse mai di quegli attacchi di panico.
Corsi fuori dalla stanza, chiudendo delicatamente la porta per avere un'altra barriera a bloccare i suoni. Stavo lentamente cadendo a pezzi; il petto bruciava, le mani mi facevano male, vertigini che mi annebbiavano la vista. Il pensiero di perdere il controllo e spaventarla mi terrorizzava.
Era troppo silenzioso lì dentro, quella porta non sarebbe bastata. In iperventilazione, corsi verso il salotto e accesi anche quella tv. Stavo tremando, la mia pelle bollente sotto la maglia e i pantaloni della tuta. Lo schermo si accese a un canale che ignorai, tutto quello che vedevo erano i ricordi che tornavano nella mia testa e danzavano con le mie paure più profonde. Stavano giocando a passarsi la palla, e io stavo nel mezzo.
Avevo bisogno di più suoni per far si che lei non mi sentisse.
Mi trascinai verso la cucina, grugnendo per la sensazione nel mio petto. Le mie dita aprirono il lavabo lasciando l'acqua scorrere. Mi piegai bagnando leggermente il mio viso, l'acqua era fresca contro la mia pelle bollente. Rimasi dritto massaggiandomi le tempie con i palmi delle mani, strinsi i denti. I miei occhi si serrarono mentre grugnivo a me stesso, volevo che finisse. Iniziai a perdermi, era il primo che avevo dopo un po' di tempo. Ero stato abbastanza stupido da pensare che sarei stato meglio.
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Duplicity •Traduzione•
Fanfiction"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...