incidente (239)

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Primi capitolo che io e Ade scriviamo in qualche modo insieme quindi un secondo per emozionarci. Perfetto, buona lettura e buona tristezza se avete un cuore (no come Ade)

Da quando Sirius e James erano diventati padri usavano il pretesto di dover staccare la spina per andare in qualche locale a bere sempre più spesso.
Quella sera Sirius aveva esagerato alzando il gomito più del dovuto senza una ragione apparente, aveva solo bisogno di staccare la mente da qualsiasi cosa per tornare, anche se solo per poco, il ragazzino che faceva scherzi in giro per Hogwarts con i suoi amici, anziché limitarsi ad essere l'adulto pieno di responsabilità che era, suo malgrado, diventato.
Remus era stanco di quella situazione, era stanco di sentire continuamente la voce strascicata di suo marito farfugliare cose insensate attraverso una cornetta. Stanco di lasciare Teddy alla vicina senza alcun preavviso e andare a recuperare Sirius in qualche locale. Stanco di dover passare le notti accanto a lui cercando di farlo riprendere almeno un minimo entro la mattina, in modo che il figlio di quasi 6 anni non dovesse vedere il padre in quelle condizioni.
Era un'altra sera di quelle e il castano, dopo aver lasciato Teddy all'anziana signora che abitava lì vicino, prodigandosi, come al solito, in mille scuse, era corso in macchina per cercare Sirius e portarlo a casa. Lo aveva trovato sotto la pioggia, seduto sul marciapiede, davanti a un locale a lui sconosciuto. L'uomo stava cercando di stare seduto con la schiena dritta, aiutandosi con un lampione, ma la realtà era che aveva bevuto così tanto da barcollare anche in quella posizione. Remus mise il marito in macchina mentre dentro di sé sentiva un mix tra rabbia, delusione e tristezza. Suo marito aveva bisogno di ubriacarsi per staccare la spina? Cosa voleva dimenticare esattamente? Che si fosse pentito di averlo sposato e di aver adottato un figlio? Dopotutto lo sapevano entrambi, era un eterno bambino. Magari l'essersi sistemato era diventata una situazione un po' troppo stretta per l'indole dell'uomo. Remus si maledì, in quanto convinto che avrebbe dovuto pensarci prima, dopotutto Sirius era sempre stato troppo impulsivo. E alla rabbia si unì un, seppur ingiusto, pesante senso di colpa.
Il viaggio verso casa fu silenzioso, come sempre in quelle situazioni, tranne che per qualche frase o risatina che uscivano dalla bocca del moro e che rendevano il castano sempre più arrabbiato. Ormai non mancava molto, giusto un paio di isolati, quando Sirius sembrò per un attimo tornare, seppur vagamente, in sé, complice forse l'aria fredda della notte che gli colpiva la faccia, attraverso i finestrini abbassati, e, notando la faccia scura del marito e totalmente senza freni inibitori a causa dell'alcool ingerito, pensò sarebbe stata una grande idea cercare di farsi perdonare. Tentò un paio di volte di baciare Remus, venendo sempre allontanato da questi. Quando il mannaro capì che l'altro non si sarebbe arreso, si girò per urlargli che stava guidando e che comunque non li voleva i suoi baci al cui solito sapore si aggiungeva un mix di alcolici non meglio identificati. Fu un attimo. Era notte, la strada era bagnata. Remus si era distratto un secondo e aveva sbandato, schiantandosi brutalmente contro il muro di un cinema.
Sirius si svegliò qualche ora dopo in un letto di ospedale senza capire il come o il quando o che cosa fosse successo. Nel profondo, però, sentiva che c'era qualcosa che non andava. Era in stato confusionale e con una strana sensazione. Sensazione che sembrò quasi peggiorare quando vide lo sguardo affranto di James accanto a lui. Stava per tempestarlo di domande, quando entrò un medico. Egli si rifiutò di rispondere a qualsiasi quesito del ragazzo, finché non ebbe finito di visitarlo, ma quando Sirius tentò di alzarsi, decise di informarlo sulla salute del marito. L'uomo alla guida, in un ultimo istante di panico prima dell'impatto, si era buttato davanti all'amato facendogli da scudo col suo corpo. Mentre Sirius aveva apparentemente riportato solo qualche graffio, l'altro aveva subito danni ben più gravi. Fortunatamente l'ambulanza era stata chiamata subito da un passante, nel momento esatto in cui egli aveva visto l'auto uscire di strada, ma Remus aveva ricevuto una forte botta in testa che gli aveva causato un trauma cranico e durante il viaggio verso l'ospedale aveva avuto due arresti cardiaci. Al momento si trovava in coma farmacologico, sotto osservazione.
Dopo quelle parole, tutto attorno a Sirius smise di esistere. Il medico che gli comunicava le sue condizioni, affermando che sarebbe potuto uscire già il giorno stesso, ma prendendosi una settimana di riposo. James che tentava di rassicurarlo, stringendolo in un abbraccio. Nulla. C'erano solo quelle parole che gli ronzavano di continuo per la testa e le orecchie che fischiavano, come se un treno gli stesse correndo contro a tutta velocità. E magari quel treno ci fosse stato sul serio, si ritrovò a pensare.
Era colpa sua se suo marito si trovava in quello stato e sarebbe stata colpa sua se Remus non ce l'avesse fatta. Era tutta colpa sua e della sua immaturità. Per colpa sua lui non avrebbe avuto più un marito. Teddy un padre. Lily e James il loro migliore amico. Era solo colpa sua. A nulla servirono le parole dei suoi amici. Erano solo un sottofondo di quella che era diventata la sua vita.
Lasciava Teddy dalla vicina o dai Potter e si dirigeva in ospedale, si allontanava soltanto per lavarsi, mangiare, spesso obbligato, e stare un poco con suo figlio.
Passava giornate intere accanto al letto di Remus a chiedergli scusa, a pregare chiunque ci fosse lassù di far vivere suo marito perché era solo colpa sua se si trovava in quelle condizioni, sarebbe dovuto essere lui su quel letto. E intanto si chiedeva perché lui era uscito con solo qualche graffio mentre Remus era in quello stato.
Cosa aveva fatto il mannaro di male? Era sempre stato buono e gentile con tutti. Non se lo meritava affatto.
Erano passate settimane dall'incidente. Settimane in cui Sirius si malediva continuamente e piangeva.
Era tornato a casa per farsi una doccia e darsi una sistemata. Faceva paura. I primi tempi Teddy quasi si metteva a piangere a vederlo così. Era appena uscito dalla doccia e stava mangiando controvoglia il pranzo che Lily gli aveva messo davanti. I bimbi giocavano fuori sotto la supervisione di James che pensava avessero bisogno di svagarsi. Aveva tentato di convincere anche Sirius, ma non c'era stato verso. Poi una chiamata. Due squilli e Lily aveva risposto. Era sbiancata, lo aveva guardato negli occhi e lì Sirius aveva capito. Gli parve quasi che il mondo gli fosse caduto addosso. Come avrebbe fatto ora senza suo marito? Come avrebbero fatto tutti senza Remus? Era quel tipo di persona che se non esistesse andrebbe inventata e clonata. Tutti dovrebbero avere un Remus John Lupin nella propria vita. E invece ai suoi amici era rimasto solo lui. Lui che aveva rovinato tutto. Era colpa sua. Sapeva che avrebbe dovuto alzarsi e correre in ospedale. Doveva essere uno scherzo. Magari aveva interpretato male lo sguardo di Lily. Ma la realtà era che sentiva che qualcosa dentro di sé si era spezzato. Sapeva come stavano le cose. Cadde seduto a terra, la schiena contro il muro. Muro che gli era servito da sostegno quando si era alzato di scatto all'arrivo della chiamata. Muro che ancora faceva il suo dovere sorreggendolo. Tutti i suoni gli arrivavano ovattati. Non sentì nemmeno Teddy abbracciarlo o Lily portare via Harry dalla stanza, dopo che James era accorso all'urlo che Sirius non sapeva di aver tirato.
Remus era morto. Ed era tutta colpa sua.

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