battaglia (219)

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Rivisitazione de 'La canzone di Achille' perché l'ho appena finito è sento il bisogno di condividere il mio dolore e non so se è venuto fuori una completa schifezza oppure qualcosa di bello, fate voi

Erano stati insieme per anni, amandosi e vivendosi giorno per giorno, ma da quando Sirius aveva iniziato a dire che avevano disonorato il suo onore e che non avrebbe più combattuto era tutto sfuggito di mano.
I troiani erano penetrati nel loro insediamento e Sirius si ostinava a non voler ancora combattimento ma Remus non riusciva a vedere quella gente morire e stare male!
Era corso da Sirius nella speranza di farlo partecipare alla guerra ma non riuscendoci aveva deciso di partecipare lui stesso alla guerra, con l'armatura del primo nessuno l'avrebbe riconosciuto.
Avevano preparato tutto e Sirius aveva raccomandato di tenerlo sott'occhio e di non farlo partecipare all'azione, era lui il guarriero e non Remus, ma da quel momento in poi sperava che gli dei potessero aiutare il suo amato.

Remus vedeva l'esercizio di Ftia seguirlo, gli bastava che loro avessero abbastanza coraggio per affrontare i troiani, ma non si aspettava di dover scappare dopo aver scagliato quella lancia al figlio di Zeus. Apollo era lì e gli aveva tolto l'armatura, tutti ora sapevano che non era Sirius ma soltanto Remus, e in quel momento Ettore lo uccise.
Appena Sirius vide il corpo di Remus iniziò a urlare e voler vendetta.

L'ultimo desiderio di Sirius era quello di unire le sue ceneri insieme a quelle di Remus e così aveva fatto l'esercito.
Fin quando non arrivò il figlio di Sirius che volle una tomba solo per suo padre e non per Remus, per lui quest'ultimo non era nessuno per la sua famiglia.
Remus stesse anni a parlare con Teti, la madre di Sirius, delle vicende del figlio e a convincerla che oltre le morti procurate dal figlio ci dovevano essere le cose belle che aveva fatto.
Un giorno Teti lo guardò e gli disse di leggere la tomba.
Sirius e Remus.
Il suo amore lo stava aspettando nell'Ade.

Nell'oscurità, due ombre si avvicinavano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s'incontrano e la luce si riversa inondando ogni cosa, come cento urne d'oro che, aperte, fanno uscire il sole


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