La mattina seguente mi sveglio al suono della mia sveglia alle otto. Sono motivata a godermi l'ultimo giorno di Kyle a Londra. Gli scrivo per metterci d'accordo su quando farmi venire a prendere e lui mi risponde che passerà a prendermi tra un'ora per lasciarmi il tempo di prepararmi.
Così resto il primo quarto d'ora a letto a leggere il mio libro per poi alzarmi ed entrare in bagno. Quando osservo il mio riflesso nello specchio noto il quanto il mio pigiama sia effettivamente ridicolo. Sembro una bambina.
Ignoro questo pensiero e inizio a lavarmi i denti.
Mi sciacquo per tornare in camera mia e indossare un vestito estivo che Kendall mi ha regalato a Boston. Mi guardo allo specchio e noto che mi sta davvero bene, nonostante non sia né scollato né elaborato.
Mi porto le ciocche dietro alle orecchie per poi prendere il mio telefono e uscire dalla mia stanza.
Faccio due passi in direzione dell'uscita dei dormitori quando vedo Katie uscire dalla sua stanza nell'esatto istante in cui le passo davanti. Cerco di fare finta di non averla notata, ma lei si illumina non appena mi vede.
«Juliet, giusto?»
Mi volto per rivolgerle il sorriso più falso che posso fare. So che è da immatura, ma provo un po' di disprezzo nei suoi confronti.
«Sì. Non ti ricordavi il mio nome?»
«Nono, è solo che in questi due giorni ho conosciuto moltissime nuove persone e volevo solo essere sicura», si giustifica e io annuisco. Non ho intenzione di continuare la conversazione, ma lei continua: «Stai bene?»
La guardo confusa. «Sì... perché?»
«Ho notato che ieri sei scappata non appena mi hai visto.»
«Ah. Non sono scappata...»
«Aiden mi ha detto di voi. Che stavate insieme», aggiunge con un sorriso, ma io non riesco a ricambiarlo.
Non pensavo sarebbe andato a parlare di noi ai suoi nuovi amici universitari. È già un passo avanti, se penso a quelli a Los Angeles.
«Ieri... ecco... il vostro era un appuntamento?», le domando senza controllo.
Forse dovevo pensarci prima, perché c'è il rischio che racconti a Aiden della mia domanda.
Katie mi guarda sconvolta, ma poi mi sorride in modo confortante.
«No! No, tranquilla, non era un appuntamento. Abbiamo solo degli amici in comune e io gli ho chiesto di portarmi in macchina», si spiega e io mi sento sollevata.
Sapere che Aiden alla fine non ci è andata a letto e che il loro non era un appuntamento mi conforta. Questo però non significa che non si vede con altre ragazze.
«Ah. Pensavo ti avesse chiesto di uscire», ammetto e mi sento arrossire.
Katie sorride. «No, puoi stare tranquilla. Non uscirei mai con Aiden.»
Non voglio che si accorga del mio sollievo, ma ormai è troppo tardi. Sento il mio telefono vibrare: è un messaggio da parte di Kyle.
>Sono arrivato. Ti aspetto nel parcheggio.<
Sono contenta di scampare da quella conversazione, nonostante Katie mi stia simpatica.
«Scusa, devo raggiungere un mio amico che mi aspetta», le spiego e lei mi saluta solare come sempre.
Prima che possa allontanarmi però mi richiama a sé. «Juliet! Quindi vieni domani sera?»
Devi, devi, devi... Annuisco sebbene niente di me lo voglia. «Certo. Quando torno vengo da te per avere altre informazioni. Va bene?»
«Va bene. Anzi, vengo io.» Sembra entusiasta.
Katie mi piace molto, nonostante l'accaduto di ieri sera, e parte di me è convinta di avere trovato un'alleata all'università.
La saluto con gesto della mano e lei mi augura una buona giornata. Quando esco dal dormitorio noto la macchina nera di Kyle e quando mi siedo sul sedile nel passeggero parte subito.
«Aiuto. Siamo nervosi stamattina», esclamo tenendomi foto alla maniglia. Mi giro verso Kyle per vederlo sorridere e arrossire. Che significa? «Perché stai arrossendo?»
Mi guarda sorpreso, ma poi ride. «Non sto arrossendo.»
«Sì invece», ridacchio. Ormai è paonazzo.
«E va bene...» Sospira con un ché di euforico. «Ieri ho conosciuto uno. Proprio nella hall dell'hotel.»
Lo guardo sconvolta per poi abbracciarlo entusiasta. Non mi ha mai parlato di ragazzi prima d'ora. «È fantastico, Kyle!»
«Direi di sì», risponde in imbarazzo. È adorabile.
«E com'è?», gli domando curiosa.
Lui arrossisce, sembra davvero cotto. «Si chiama Thomas, è di Londra ed è all'ultimo anno di università.»
«Dove studia?»
«Al King's College. È una buona università», aggiunge e io annuisco d'accordo.
Concordo. Scoppia a ridere imbarazzato e io gli poso una mano sulla spalla. Sono davvero contenta per Kyle, è chiaro che questo Thomas gli piace molto.
Andiamo a fare colazione in uno dei café vicino al London Eye e restiamo lì ad osservare la grande ruota, per poi andare a fare una passeggiata lungo il fiume. Kyle mi chiede se ho visto Aiden da quella volta al pub, ma preferisco non parlare di ieri sera per non ingigantire troppo la questione, così mento e rispondo di no.
Non so se Aiden si sia arrabbiato per la lite. Non mi ha provato a chiamare neanche una volta e devo ammettere che mi fa preoccupare. Forse si sta davvero rassegnando e questo pensiero mi stringe lo stomaco. So che se gli parlassi lui sarebbe disposto a riprovarci, ma non mi fido ancora di lui, non come prima.
Per le tre Kyle mi riporta al dormitorio e si ferma davanti all'ingresso. Siamo entrambi taciturni, perché sappiamo che ci mancheremo moltissimo.
«Qualsiasi cosa succede puoi chiamarmi. Anche se ti senti giù», mi assicura. So che si sta riferendo specialmente a Aiden.
Sorrido debolmente. «Vale lo stesso per te. E voglio che mi aggiorni riguardo a questo Thomas.»
Lui ride imbarazzato per poi abbracciarmi affettuosamente. Restiamo a parlare pochi istanti, ma poi capisco che deve partire così scendo dall'auto e lui scompare dietro l'angolo.
Guarda l'auto andarsene. Sono ufficialmente sola e questo mi fa un po' paura.
Decido di non tornare ancora in stanza, mi avvio invece verso un mercatino davanti al quale siamo passati Kyle ed io a cinque minuti dal campus.
Mi aggiro per la bancarelle in cerca di qualcosa che catturi la mia attenzione e il mio sguardo si ferma su una copia al quanto malmessa di "Piccole donne". Prendendolo in mano noto che deve essere al quanto vecchio, le pagine sono leggermente ingiallite, così decido di comprarlo.
Prima di tornare al dormitorio vado a prendermi una pizza al taglio allo stesso posto di ieri e per le sette rientro in stanza. Mi sento al quanto sazia e per questo mi faccio cadere di peso sul mio letto.
Osservo il soffitto. Non vedo l'ora che inizino le lezioni così avrò qualcosa che mi prenda a tempo pieno e la mia testa non dovrà vagare in territori sensibili.
Prendo dalla busta il "nuovo" libro che ho comprato e inizio a leggerlo, ma non appena capisco che sto iniziando a essere troppo stanca per leggere decido di riprendere il computer e finire finalmente quel maledetto film che ho iniziato giorni fa.
Prima di pigiare su "play" indosso il mio pigiama e mi vado a lavare i denti. Quando ho finito di prepararmi mi sotterro sotto i tre strati di coperte e riprendo il film. Sto stranamente bene, finalmente.

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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.