Restiamo in biblioteca fino all'ora di pranzo, a leggere paragrafi dei nostri libri preferiti. Non pensavo sarebbe successo, ma ci dimentichiamo immediatamente del weekend passato.
Mentre sfogliamo "Ragione e sentimento", Aiden mi racconta di come ha passato gran parte del fine settimana nella sua palestra. Mi mostra le nocche arrossate e io gli do un bacio sopra, come se così confortasse più me che lui.
Quando decidiamo di andare a mangiare qualcosa a casa sua, ci alziamo mano nella mano da terra e dopo essersi fatto prestare il libro dalla biblioteca ci incamminiamo verso la sua auto.
Non sono mai stata a casa sua e dei suoi amici, ma posso immaginare che assomiglierà al suo appartamento a Los Angeles. Per un attimo mi ritorna in mente come se lo è procurato, ma scaccio quel pensiero.
Quando entriamo in macchina inizia subito a piovere. Chiudo la portiera di fretta e Aiden ed io ci scambiamo un sguardo sollevato, come per dire: che fortuna. Lui avrà pensato "che culo"...
"Adesso inizieranno i bellissimi periodo di pioggia inglese...", enuncia, mentre gira la chiave e mette in moto.
Osservo la pioggia che batte contro il parabrezza con forza. "Pioverà spesso, vero?"
"Molto spesso. Dovremo passare le giornate dentro casa, purtroppo..." Colgo la malizia nelle sue parole, infatti gli do un pugno sulla spalla, ma lui ride. Sinceramente neanche a me dispiace l'idea di restare al calduccio con Aiden.
Lui fa manovra e usciamo dal parcheggio. "Posso mettere della mu-" Mi blocco, perché è partita da sola. È come se pure la macchina ormai mi conoscesse alla perfezione.
Mi poggio serena al sedile, mentre Aiden tamburella come sempre sul volante. "Se incontri i miei compagni di stanza ignorali, ok?"
"Perché?", ridacchio. Posso capire perché voglia che lo faccia con Nate, ma non con gli altri.
Aiden sospira, mentre sterza. "Perché è probabile che ti offriranno dell'erba o da bere."
"A quest'ora?"
"Sopratutto a quest'ora, amore."
Soffoco una risata, ma per fortuna non lo irrita. Sto talmente bene in questo momento... In macchina di Aiden, con la musica e il suono della pioggia in sottofondo. Nessuno di noi parla, forse perché vogliamo entrambi preservatole la serenità che c'è nell'aria.
Dopo dieci minuti di macchina Aiden parcheggia in un viale in cui tutte le case sono costruite identicamente e in parallelo.
Usciamo di corsa dalla macchina per coprirci con le mani dalla pioggia. Sembra una di quelle scene nei film, l'unica differenza è che non stiamo correndo a rallentatore e che in realtà non ci diverte davvero bagnarci.
"Corri!", mi incita Aiden a un passo dall'ingresso.
"Ci sto provando!", rido in difficoltà, prima di affiancarlo sotto il tettuccio.
Abbiamo entrambi il fiato corto e dalle ciocche dei suoi capelli cadono delle gocce d'acqua. Quando Aiden apre la porta e entriamo, riconosco subito che la struttura della casa è una classica inglese.
Mi guardo con meraviglia intorno, mentre lui si accerta che non ci sia nessuno dei suoi amici nei paraggi.
"Che bella la casa", ammetto mentre scruto lo skateboard appeso sulla parete.
"Davvero lo pensi? A me fa un po' schifo", confessa Aiden prima di sparire dietro l'angolo. Lo raggiungo per trovarmi in cucina. È stranamente ordinato l'appartamento.
"Perché non ti piace?", domando a Aiden quando apre il frigorifero.
Si volta verso di me con un'aria irritata. "Perché non so... gli altri non hanno lasciato niente da mangiare", mi dice arrabbiato.
"Non importa. Possiamo ordinare qualcosa online", lo rassicuro e lui annuisce d'accordo, sebbene io veda che è ancora irritato. Si appoggia con le mani al bancone per prendere un respiro profondo. "Aiden."
Si volta per scrutarmi. "Hm?"
"Posso avere un bacio?", gli chiedo a mezza voce.
Mi si riscalda il cuore quando lo vedo sorridere, di colpo più allegro. Si scosta dal bancone per prendermi il mento con la mano e posare le sue labbra sulle mie. Le sue labbra sanno di bisogno. Quando allaccio le braccia intorno al suo collo, lui abbassa le sue mani sui miei fianchi. Le nostre labbra si assaggiano con una lentezza disarmante.
Il brontolio della mia pancia ci interrompe e vorrei solo sotterrarmi per l'imbarazzo. Aiden invece si morde il labbro per strozzare una risata.
"Vedo che hai fame", sghignazza, senza togliere le sue mani dai miei fianchi.
Faccio una smorfia. "Tu dici, eh?"
"Ordiniamo da mangiare, che dici?"
"Direi proprio di sì."
Prende il telefono dalla tasca, prima di prendermi per mano e portarmi in salotto. Quest'ultimo è composto da un televisore enorme e due divani altrettanto grandi. Mi invitano ad adagiarmici sopra.
"Guardiamo un film?", chiedo ad Aiden quando mi metto a sedere su uno dei divani. Lui resta in silenzio a scrutare il suo telefono. Lo richiamo, vedendolo concentrato: "Aiden?"
Alza lo sguardo confuso e io devo ridere per la sua espressione. Sto morendo di fame. "Guardiamo un film?", ripeto, mentre prendo il telecomando del televisore.
"Va bene. Puoi decidere te quale", borbotta soltanto, mentre riabbassa lo sguardo sul telefono. Non gli chiedo cosa stia leggendo, probabilmente sta scegliendo cosa ordinare.
Mi metto comoda sul divano, mentre vado su Netlix. Sinceramente non ho idea di cosa scegliere, quindi decido di prendere tra i primi che mi capitano davanti. Aiden dovrà mettersi l'anima in pace se non gli piacerà.
Finalmente abbassa il telefono per sedersi accanto a me. Si poggia con la schiena al divano per stendere le braccia lungo lo schienale, come fa sempre.
"Non hai ancora scelto?", mi domanda con un sospiro.
"Abbi pazienza. Sono molti film. Che ne dici di 'The Irishman'?", gli chiedo, non appena la lancetta si blocca sul film. Kendall me ne ha parlato almeno cinque volte quest'estate.
Mi volto verso Aiden e lui mi sorride sereno. "Decidi te, amore."
"D'accordo."
Clicco su play e non appena inizia il film mi appoggio a Aiden. Lui mi prende sotto braccio e aspettiamo in silenzio. Mi accorgo solo adesso che non abbiamo ancora ordinato da mangiare.
Mi alzo dal suo petto per prendere il suo telefono. "Quindi che prendiamo?", gli domando.
Il film parte con una canzone soul, "In the still of the night".
Aiden si muove sul suo posto. "Non- non lo so."
Resto con lo sguardo passo sul suo telefono, mentre la musica suona in sottofondo. Amo questa canzone. Faccio per chiedere a Aiden cosa prendere, quando senza preavviso si alza di fretta dal divano. Resto perplessa a guardalo, mentre apre con forza la porta scorrevole per uscire sul terrazzo.
"Aiden?"
Non risponde, invece lo vedo poggiarsi con aggressività alla ringhiera. Mi sto preoccupando. Lascio il telefono sul divano per alzarmi e raggiungerlo in terrazzo.
"Aiden. Cos'hai?", gli chiedo angosciata non appena varco la soglia. Solo adesso sento i suoi respiri spezzati.
Si mette diritto, ma il suo petto continua ad alzarsi e abbassarsi fin troppo rapidamente. Sta avendo un attacco di panico.
"Non- lo so. Rientra", mi ordina, nella sua voce sento la paura.
Non voglio lasciarlo solo, non adesso che sta male. "No, Aiden, cos-"
"Juliet! Lascia- mi due fottuti secondi!", sbraita, stavolta arrabbiato.
Alza lo sguardo sopra di lui per tentare di calmare il suo respiro, ma da un calcio a una sedia non appena non ci riesce. Resto immobile, senza sapere cosa fare.
Cosa gli ha causato quella reazione?
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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.