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Non so cosa sia stato, ma nel momento in cui mi ha chiamata "innocente" ha risvegliato qualcosa in me. In questi mesi ho capito di essere molto più forte di quanto lo fossi prima di conoscere Aiden e voglio che lo veda pure lui.

Mi prende per i fianchi per alzarmi e allaccio le gambe intorno alla sua vita. Seguo i gesti di foga con cui le nostre lingue si rincorrono e Aiden si scosta dalla scrivania per sedersi sul letto con me ancora in braccio.

Mi stringe i capelli tra le sue dita mentre sposta le sue labbra morbide sulla mia gola, inumidendola. Trattengo un ansimo mentre gli sfilo alla cieca la sua maglietta nera, lui fa lo stesso con la mia, senza scostarsi dal mio collo.

Ci stacchiamo per legare il nostro sguardo. Sento brividi e un calore familiare quando mi guarda da cima a fondo con attenzione.

«Cosa ti è successo, Juliet Browne?», mi domanda meravigliato. Porta una ciocca dietro al mio orecchio per accarezzarmi la spalla con le sue dite fredde.

Mi si mozza il fiato. «Non ti piace? Come sono cambiata?», sussurro, persa nei suoi occhi.

Aiden però si morde il labbro e scuote il capo. «Mi piacerai sempre, piccola.»

Tiene lo sguardo fisso nel mio quando lo sento abbassarmi una spallina del reggiseno. Sento la pelle d'oca al tocco delle sue dita.

Osservo la "M" tatuata sul suo petto e l'accarezzo. «Mi sono mancati i tuoi tatuaggi», ammetto a mezza voce.

«Ah sì?», mi chiede con un sopracciglio alzato. Si sporge per lasciare dei delicati baci sulla mia clavicola, socchiudo gli occhi. «Cos'altro ti è mancato?», domanda tra un bacio e l'altro.

«I- i tuoi occhi», boccheggio, non appena si concentra su un punto poco più in basso della mia clavicola. «Tutto di te...»

Sento tutto di me bisognoso di sentirmi sua. Vorrei archiviare per sempre queste sensazioni che mi regala.

Gli prendo il viso tra le mani per affondare le mie labbra con le sue e rincorrere la sia lingua, perfettamente in sintonia con la mia. Gli vado incontro con tutti il mio ventre mentre lui mi slaccia il reggiseno per farlo cadere. Lo amo...

Aiden fa scendere le sue mani lungo i miei fianchi per sfilarmi le mutandine insieme alla mia gonna.

Quando le lancia a terra porta una mano nella tasca dei suoi pantaloni per prendere un preservativo. Mi alzo dalle sue ginocchia e lui apre la bustina con i denti per poi indossare il preservativo.

È passato così tanto tempo dall'ultima volta che l'abbiamo fatto che sono emozionata come la mia prima volta.

«Vieni», mi dice, meraviglia il mio corpo nudo davanti a lui. Mi appoggio con le ginocchia sul materasso per calarmi lentamente su di lui.

Strozziamo entrambi un gemito quando mi riempie a pieno e le sue mani mi stringono i fianchi. È una sensazione diversa dalle ultime volte, ma il piacere è lo stesso.

Chiudo gli occhi. «Cavolo...»

«Tutto bene?», mi domanda con voce roca.

Mi mordo il labbro e annuisco. «È solo diverso.»

Mi sento più potente quando vedo Aiden socchiudere le labbra per boccheggiare.

Non so bene come muovermi, ma fortunatamente lui mi guida, posando le sue mani sui miei fianchi e facendomi alzare a abbassare su di lui. I nostri ventri si vanno incontro mentre teniamo lo sguardo in quello dell'altro.

«Promettimi... che sarai mia per sempre...», ansima Aiden, si sporge per baciarmi ma si allontana per respirare. Darei di tutto purché non finisca mai di volermi solo per sé.

«Sarò tua.»

Affondo le unghie nella pelle tatuata della sua schiena, mentre mi fa accelerare la velocità su di lui. Dio, quanto mi è mancati fare l'amore con lui.

Mi stringe più forte, il mio petto nudo contro il suo. Accelero quando sento il piacere nel mio basso ventre aumentare. Aiden spinge le labbra contro le mie quando arrivo al limite, un calore piacevole si espande per tutto il mio corpo.

Le mie unghie affondate nella sua pelle abbronzata e lo fanno gemere piano, dopo qualche secondo si ferma a sua volta. Sospiriamo appagati e lui poggia la sua fronte contro la mia. Mi godo ancora l'effetto.

«Cazzo...», ansima soltanto Aiden e io sorrido. Usa questa parola per mille significati diversi.

Mi fa sdraiare accanto a lui e si alza per buttare il preservativo in bagno. Resto a fissare il suo corpo nudo sotto la luce della luna, i suoi tatuaggi luccicano sotto il sudore sulla sua schiena.

Non ho idea di come io abbia fatto a vivere senza di lui, ormai il tempo senza di lui è un lontano ricordo. Speriamo lo rimanga.

Indosso la mia maglietta e Aiden torna dal bagno con sguardo rilassato. Si sdraia sul letto quando ho finito di mettermi la mutande e si sdraia sulla schiena per scrutarmi con un sorrisetto.

«Cosa?», gli chiedo in imbarazzo di spalle.

Lui ridacchia e io mi sdraio accanto a lui. «Certo che sei suscettibile. Non ti posso guardare?»

«Mi stavi fissando», lo correggo. Mi sdraio di lato per guardarlo, ma lui resta rivolto verso il soffitto.

Alza gli occhi al cielo ma sogghigna. «Va bene, allora non ti guarderò più», ribadisce spiacente, ma io gli do una spinta per rimproverarlo.

«E invece sì.»

«Ah, allora sì che ti piace», sghignazza e io non posso negare. Si inumidisce le labbra sorridendo. Ovvio che mi piace.

Scruto la rosa sul suo braccio e inizio a tracciare le linee. «Aiden?»

«Hm?» Non smette di sorridere e di conseguenza neanche io ci riesco.

«Il mio regalo di compleanno... che canzone era?», mi domando incuriosita.

Sono mesi che me lo chiedo, ma non sono riuscita a darmi una risposta. Mia madre preferirebbe morire anziché dirmelo.

Aiden mi accarezza la guancia con il pollice. «Non te l'ha dato tua madre?»

«No. Non me ne aveva neanche parlato.»

«Ah.» Posso vedere che lo irrita questo fatto, ma sorprendentemente si sciacqua quella rabbia di dosso con un sospiro. «Secondo te che canzone era?»

Faccio spallucce. «Non lo so. Per questo te lo chiedo.» Si diverte a torturarmi.

Si mette a sedere e indossa i suoi boxer neri. «I'd rather go blind. È la tua canzone preferita», risponde col capo chino. Mi commuove il fatto che se ne sia ancora ricordato.

«Te ne sei ricordato.» Mi metto a sedere accanto a lui, ma si alza in piedi. «Mica male...»

Si porta con le mani i capelli indietro e socchiude le labbra. «Certo che mi sono ricordato», ribadisce saccente, entra in bagno. «La mia te la ricordi?»

Mi sta mettendo alla prova? Scendo dal letto per raggiungerlo in bagno, ma mi fermo sulla cornice della porta. Si sciacqua la faccia, il ché fa guizzare i suoi pettorali.

«Don't give up on me», rispondo saccente e lui sorride con un ché di sollevato.

«Brava.»

Prende lo spazzolino che ha lasciato l'ultima volta in mano e mi passa il mio. Lo prendo per rivolgermi verso il nostro riflesso nello specchio. E ciò che vedo sono due folli che si sorridono.

Anarchia 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora