«Forse se chiediamo alla segreteria ci consiglieranno un posto in cui mangiare», propone Kyle. Non ho voglia di andare fino a lì però.
«Vediamo se troviamo qualcosa vicino al pub di ieri. Se non troviamo nulla andiamo in segreteria.»
Lui annuisce. «Va bene.» Usciamo dall'edificio per avviarci verso la strada. "Andiamo in macchina?"
Anche se abbiamo camminato moltissimo mi va di fare due passi, così gli faccio cenno di seguirmi sul marciapiede.
«Andiamo a piedi. Così ti godi gli ultimi istanti a Londra.»
Mi raggiunge e sospira. «Peccato che Oxford non è più vicina. Sarebbe stato bello essere più vicini.» Concordo.
«Lo so, però devi essere fiero di te, Kyle. Per essere stato accettato ad Oxford.»
«Lo sono, moltissimo. E penso che le persone saranno molto più interessanti di quelle che c'erano al liceo», aggiunge. Questo non è difficile.
Sospiro, non mi piace l'idea che domani se ne dovrà andare e mi lascerà qui da sola. Non so come farò senza di lui in questa università, non sono mai stata brava a farmi degli amici e questo mi terrorizza. L'unica persona che conosco è Aiden...
Arriviamo alla fine della strada e casualmente notiamo una pizza al taglio a pochi metri del pub. Ci avviciniamo di corsa: io prendo una pizza alla margherita e lui alla napoletana.
Kyle addenta la sua fetta. «Penso di partire domani a pranzo. Se vuoi possiamo fare colazione insieme... magari vicino al London Eye», propone.
«Va bene.» Annuisco piano, ma la tristezza mi rende difficile parlare. «Non voglio che tu te ne vada...»
«No Ju, non essere dispiaciuta. Ci vedremo questo fine settimana, no?»
«Già...»
Vi voltiamo verso un gruppo di ragazzi che esce dal pub di ieri e spero di poter lanciare un'occhiata su Aiden, ma noto che non c'è. Sono una stupida.
Kyle nota il mio sguardo cupo. «Come pensi di fare? Con Aiden, intendo?»
«Cosa? Lo ignoro.» So benissimo che non ne sono capace. Kyle addenta la sua pizza e io faccio lo stesso.
«So che ti manca. Te lo si legge in faccia», dice.
«Non fa una piega, Kyle. Stai cercando di convincermi a perdonarlo?»
Scuote il capo. «No, Ju. Sei te a dover vedere se te la senti... Solo che ieri quando l'hai visto di nuovo, sì eri triste, ma anche... serena.»
«Serena?» Ma se mi sono messa a urlargli contro. Mi fa cenno di avviarci verso dove siamo arrivati e lo seguo.
Fa spallucce.
«So che vi urlate sempre in faccia, ma quando stai vicino a lui ti vedo più calma ecco. Più a tuo agio», mi spiega e io lo guardo sbigottita.
«Ma mi ha mentito.»
«Però poi se ne è pentito. Non voglio spingerti a perdonarlo, ma voglio che tu sia felice.» Lo so.
Anche se l'idea non mi piace so che Kyle ha ragione. Aiden può farmi arrabbiare quante volte vuole, ma mi trovo sempre con lui in un modo in cui non mi sono trovata con nessuno.
Come quando mi provoca e io cerco di ignorarlo, ma poi mi chiede scusa e mi bacia. Sono patetica. Quello non è il vero Aiden. Il vero Aiden è quello che si è fatto pagare per uscire con me e mi ha mentito per tutta la nostra "relazione".
Quando arriviamo alla macchina di Kyle, parcheggiata a cinque minuti dal dormitorio, restiamo a parlare del mio e del meno.
Kyle mi consiglia di andare a cercare una macchina, come ne abbiamo già parlato. Gli assicuro che ci andrò uno di questi giorni, prima di lunedì di sicuro. Dopo mezz'ora ci salutiamo e lui sale in macchina per tornare in albergo.
Incrocio le braccia, nonostante non faccia freddo, per avviarmi sul marciapiede in direzione dei dormitori. Mi incrocio con alcuni ragazzi che, al contrario di me, si stanno avviando verso il centro per festeggiare.
Non riesco proprio a immedesimarmi in alcuni di loro, ma immagino che col tempo questo cambierà. Non ho bisogno di chiedere il permesso ai miei genitori se posso uscire, né di dormire fuori.
Abbasso lo sguardo e continuo a camminare fino a che non svolto l'angolo e posso vedere la porta d'ingresso dei dormitori.
Guardo la figura seduta su uno degli scalini, ma quando mi avvicino abbastanza noto che si tratta di Aiden. È troppo tardi per scappare via? Cosa ci fa qui?
Mi avvicino, nonostante le farfalle nello stomaco. Lui è poggiato con i gomiti sulla ginocchia e guarda davanti a sé con i soliti lineamenti facciali tesi, ma quando mi nota arrivare si mette in piedi.
«Cosa ci fai qui?», mi chiede sorpreso, ma mai quanto me.
Mi fermo davanti alle scale per guardarlo: è vestito interamente di nero, come sempre.
«Tu semmai cosa ci fai qui», ribadisco. Forse dovrei calmarmi.
Aiden si passa una mano tra i capelli. «Sto aspettando qualcuno.» Chi? Una ragazza? «Dove sei stata?»
Non sono affari suoi, ma noto che si sta solo preoccupando. «Sono andata a mangiare qualcosa con Kyle. Alla pizza al taglio qui vicino...»
«Ah, sì. L'ho vista ieri», risponde evidentemente imbarazzato.
Si più percepire la tensione nell'aria, siamo entrambi a disagio al contrario di ieri. «Stai bene?», mi domanda.
Oscilla sui suoi talloni, evidentemente neanche lui sa cosa dire.
Resto con gli occhi incatenati ai suoi e mi viene da piangere. Perché lui? Perché tra tutti i ragazzi al mondo di lui mi sono dovuta innamorare.
«Sì, sto bene. Tu-»
La porta d'ingresso del dormitorio si apre ed entrambi ci voltiamo verso la ragazza che ne esce. È Katie.
«Ciao ragazzi!» Ci saluta entrambi con un sorriso, ma poi si avvicina a Aiden per dargli un bacio sulla guancia. È lei che stava aspettando? Wow, sta già andando avanti.
E io che gli sto ancora sotto. Sento il sangue ribollire, ma mi ordino di non darlo a vedere.
Aiden è chiaramente irritato dal suo comportamento.
«Juliet, lei è Katie», me la presenta.
«Sì, la conosco già», rispondo secca.
«Ah.»
Si percepisce la gelosia nella mia voce così li saluto velocemente prima di concedermi.
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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.