Non appena mio padre si chiude la porta alle spalle mia madre mi viene incontro desolata per farmi sedere sul divano. So che è distrutta.
«Mi dispiace, tesoro. Non... non so cosa sia passato per la mente di tuo padre», mi confessa per sedersi accanto a me e prendermi sotto braccio. Kyle fa lo stesso di fronte a noi per guardarmi triste, ma io abbasso il capo. Fa così male...
Restiamo a parlare della situazione: le racconto della relazione tra Aiden e me (ovviamente tralascio la parte riguardante la mia verginità). Del modo in cui ho dovuto chiamare suo padre per scoprire la verità e ad ogni parola la vedo farsi sempre più cupa.
Continuo a tentare di trattenere le lacrime, ma non ci riesco. Dopo avermi chiesto come sto mi domanda se non voglio partire domani stesso per Boston e io la guardo sorpresa.
Non pensavo mi avrebbe permesso di salire due settimane in anticipo, ma sa che restando a Los Angeles dovrei incontrare più spesso Aiden e questo lo vuole evitare ad ogni modo.
Sono d'accordo. Ho bisogno di rivedere i miei vecchi amici e sopratutto di tentare di dimenticarmi del dolore che sto provando. Rispondo a mia madre che chiamerò Kendall il prima possibile per avvertirla e lei prende il telefono per prenotarmi un volo per le undici di domani mattina.
Kyle e io ci rimettiamo in piedi non appena lei scompare in cucina per prenderci da magiare. Guardo il mio telefono: sono quasi le undici e mezza. Ho ventuno chiamate perse da parte di Aiden.
«Non so se me la sento di dormire qua», ammetto a Kyle e rimetto il telefono in tasca. Se resto Aiden verrà sicuramente a cercarmi e non voglio confrontarlo stasera.
Kyle aggrotta la fronte. «Perché?»
«Non voglio rischiare che Aiden mi venga a cercare. Non riuscirei a parlargli...»
«Capisco. Tranquilla, possiamo andare a dormire da me», propone nel momento in cui mia madre torna con dei biscotti in mano. Sono lieta di quella proposta. Mi sento stanchissima e voglio sdraiarmi il prima possibile.
«Sicuro che non è un problema?», mi assicuro a mezza voce, ma lui risponde che non lo è affatto. Gli poso una mano sulla spalla e prendiamo in mano i biscotti che mia madre ci ha portato.
«Dormite qua, ragazzi?», ci chiede lei ancora in tono dispiaciuta ma noi scuotiamo il capo in risposta. Lei non capisce ma poi le dico ciò che ho proposto a Kyle e lei annuisce comprensiva.
Qualcosa mi dice che sappia cosa sto passando.
Ci avviamo verso la macchina di Kyle parcheggiata davanti all'ingresso. Resto sotto braccio a mia madre mentre lei mi assicura che mi verrà a prendere domani per portarmi all'aeroporto.
«Grazie mamma», sussurro non appena mi apre la portiera, lei risponde con un debole sorriso.
Mi accarezza con il pollice la guancia. «Vedrai che andrà tutto bene, Juliet.»
Mi bacia sulla fronte e Kyle ed io entriamo in macchina. Ci saluta con un gesto della mano prima che possiamo svoltare l'angolo, io resto a guardarla con gli occhi dolenti. So che starà sempre dalla mia parte.
Mi metto bene sul mio sedile, per poi scambiarmi uno sguardo con Kyle. Sembra più tranquillo di prima. Il dolore nel mio petto invece però non diminuisce. Voglio andarmene il prima possibile da questa città, tornerò solo per riprendere le mie cose prima di iniziare il college.
«Mi dispiace per tuo padre, Ju», sussurra non appena mi sente tirare su col naso. Io faccio spallucce. So che lo intende davvero.
«Anche a me», taglio corto. «Va bene se evitiamo di parlare di lui e Aiden per stasera? Non... non...»
«Va bene, Ju», mi assicura con un sorriso per poi voltarsi verso la strada.
Sono così grata di averlo con me. Distolgo lo sguardo sulla strada; tra mezz'ora avrò diciotto anni eppure Aiden mi sta facendo sentire più piccola che mai.
Ho l'istinto di guardare se ha richiamato, ma mi fermo dal prendere il telefono dalla mia tasca. Devo essere disciplinata a non cedere.
Kyle parcheggia davanti casa sua e lo seguo dentro casa. So che anche se domani la signora Anderson mi vedrà non sarà arrabbiata che avrò dormito lì, ormai mi adora o così almeno mi ha detto Kyle.
Entriamo in camera sua e lui mi da una maglietta nella quale posso dormire. Restiamo la maggior parte del tempo in silenzio, ma so che lo fa solo perché gliel'ho chiesto io. Nel giro di cinque minuti ci sdraiamo sul suo letto per scrutare il soffitto della sua camera dispersi nei nostri pensieri.
La vergogna e la tristezza che provo non è diminuita e per un attimo mi chiedo se rimarrà per sempre.
«Kyle?», lo chiamo a mezza voce.
Lui risponde con un: «Hmm?»
«Pensi che diminuirà? Il dolore... e la vergogna, intendo.»
Gira il viso verso di me, ma io non mi muovo. Sono troppo stanca.
«Sì, Ju. Per Ai- per lui non diminuirà. So per certo che ne soffrirà tre volte più di te», ammette, ma io stento a credergli. Aiden non è fatto per provare emozioni come tristezza, solo rabbia e sdegno.
«Lo spero», mento. Per quanto lo odio so che non lo vorrei mai vedere stare male. Kyle si alza con un sospiro dal letto per prendere il suo telefono in mano.
«Ei Ju», mi dice e io alzo il capo dal cuscino per scrutarlo. Lui sorride lievemente per mostrarmi l'orario sullo schermo del telefono. «Buon compleanno.»
Forzo un sorriso ma mi faccio subito cadere con la testa sul cuscino. Questo è decisamente il peggior compleanno della mia vita.
« 'Buon' non è proprio l'attributo giusto per descrivere questa giornata», ammetto con un sospiro. Kyle si rifa cadere sul materasso accanto a me e mi passa il mio telefono.
«Scrivi a Kendall che domani vai da lei, sennò ti dimentichi», mi rimprovera e io prendo il telefono dalle sue mani.
Posso già immaginare la reazione di Kendall; verrà sicuramente a prendermi all'aeroporto insieme a tutte le persone del vecchio liceo che potrà ricattare.
Apro il telefono ma sento il peso nel petto aumentare quando vedo che le chiamate di Aiden non sono aumentate. Si è già arreso?
Noto un messaggio di mia madre e lo leggo: >Aiden Houston è venuto a cercarti.<
Lo sapevo. Non so se potrò scappare da lui ancora per molto, di certo non quando andremo alla stessa università. Dio, che stupida... se solo non lo avessi ascoltato adesso sarei probabilmente stata ammessa alla Columbia e avrei vissuto la mia vita proprio come ho sempre programmato. Come avevo programmato prima di lui.
Mando un messaggio a Kendall per avvertirla del mio arrivo domani per poi posare il telefono sul comodino. Mi giro verso Kyle ma vedo che ormai sta già russando, così cerco di fare lo stesso.
Chiudo gli occhi tentando di non pensare a nulla, ma tutto ciò che vedo è lui; il modo in cui strofina il suo naso contro il mio e mi accarezza con il pollice la guancia.

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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.