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Chiudo la porta e inizio subito a spogliarmi. Apro l'acqua e aspetto con una mano che si riscaldi. Davvero ventiquattro ore fa stavo ad Oxford, un buco nello stomaco quando pensavo ad Aiden? L'ho perdonato di nuovo al quanto in fretta, ma so che stavolta non me ne pentirò.

Quando Aiden apre la porta del bagno salto spaventata in doccia. "Cosa stai facendo?", gli domando perplessa. Mi affaccio fino all'orlo del collo.

"Devo lavarmi anch'io. Non puoi aspettarti che dopo una notte in caserma vada a dormire sporco", borbotta, con un ché di saccente. So che sta solo borbottando qualcosa per entrare in doccia con me.

"Puoi dirlo anche con meno complessi che vuoi entrare in doccia con me, amore", lo contraddico severa, ma lui sogghigna.

"Va bene. Voglio entrare in doccia con te."

"Ok."

Mi guarda sorpreso, ma senza esitare si toglie la maglietta e la butta a terra. Il tatuaggio del falco si guizza mentre si toglie i pantaloni. Quando nota il mio sguardo intrigato, ghigna. "Vedo che ti sono mancato."

"Molto", ammetto. Non ha più senso nascondergli che mi attrae come una calamita.

Mi guarda a bocca aperta e io chiudo le tende ridacchiando. Mi è mancato lasciarlo di stucco. Mi volto verso il getto e come previsto Aiden entra in doccia dall'altra parte della tenda. Sospiro quando mi lascia un bacio sul collo bagnato.

"Sai di casa, lo sai?", mormora quando poggia il mento sulla mia spalla. Posa le mani sui miei fianchi.

Sospiro e alzo lo sguardo per incontrare le sue iridi verdi. "So di casa?"

"Sei casa. Per me. Io per te lo sono?"

"Sì."

Si porta in dietro i capelli bagnati e io faccio lo stesso. Mi volto per stare viso contro viso. Se per me Aiden è casa? Certo che lo è. È sempre il mio luogo di ritorno.

Mi accarezza le spalle bagnate e io faccio lo stesso con la rosa sul suo bicipite. "Potrei ammirarti per ore", confessa, quando mi sfiora la clavicola con una mano.

Si sporge per affondare le sue labbra bagnate sulle mie. Mi spinge sotto il getto d'acqua, in modo che i nostri corpi si bagnino. Le mie labbra si socchiudono automaticamente e incontro la sua lingua, con delicatezza.

Fa scendere le mani sul mio sedere per stringerlo con forza e io faccio lo stesso con i ciuffi dei suoi capelli mossi. Le sue mani scorrono sulla sua schiena, prima che lui possa prendere il mio sapone e spargermene un po' troppo sulle spalle.

"Attento che me lo sprechi!"

Respira con forza tra i denti. "Cazzo, mi piace quando fai la maestrina."

Preme con forza le sue labbra con le mie, per poi abbassarle sotto la mia mascella. Sorrido mentre seguo i movimenti della sua bocca calda, mentre succhia la parte su cui si concentra.

Strozzo un gemito e lui si scosta dal mio viso per abbassarsi verso il mio basso ventre. Posa le mani dietro alle mie cosce, mentre io poggio le mani sulle sue spalle, in attesa della sua prossima mossa.

Ecco perché sono così gelosa di lui. Riesce a farti sentire un assaggio di un paradiso distante e rendertene bisognoso ogni volta che non lo fa. Mi ucciderebbe se lo facesse con chiunque altra.


Quando finiamo di fare la doccia, abbiamo entrambi il viso arrossato. Quando ci guardiamo allo specchio scoppio a ridere, perché Aiden non è riuscito, nonostante ci abbia provato dieci volte, a togliersi tutta la schiuma di dosso. Abbiamo provato a turni a sciacquargli i capelli, ma non è servito a niente.

"Mi spieghi come fai? Hai la lunghezza dei capelli che è dieci volte la mia e non hai un pizzico di sapone sopra", manifesta, mentre mi scruta con una smorfia i capelli.

"Forse sei te che sei un po' strano."

"O forse sono solo sfortunato."

"Non si tratta di sfortuna, Aiden."

Sbuffa, mentre si infila i boxer e torna in stanza coi capelli bagnati. "Bè, è comunque ingiusto."

Finisco di indossare il mio pigiama e lo raggiungo sulla finestra. Mi ricorda ogni volta che ci appostavamo alla finestre di camera sua. Aiden si poggia con la schiena al muro e si posa una sigaretta tra le labbra.

"Da dove l'hai presa quella?", gli chiedo sbalordita.

"Dalla tasca dei miei pantaloni. Ho comprato un pacchetto dopo che ho mandato a fanculo mio padre." Lo dice con freddezza, ma vedo dal modo con cui fissa la luna che cerca di nascondere il dolore.

Gli poso una mano sul petto col tentativo di consolarlo e lui accenna un sorriso. "Gli vuoi bene comunque?", gli domando a mezza voce.

"A chi?" I suoi capelli vengono soffiati dal vento non appena apre la finestra.

"A tuo padre. Pensi di volergli bene comunque? Nonostante il modo in cui ti ha trattato per tutti questi anni?"

Si accende la sigaretta per portare lo sguardo cupo nuovamente fuori dalla finestra. "Suppongo di sì... ma lo odio. E lui odia me."

"Non ti odia, Aiden."

Alza gli occhi al cielo, diffidente. "Non si picchia una persona a cui si tiene."

È vero, ma suo padre mi dà l'aria di essere un uomo spaventato. Da cosa non mi è chiaro, ma so per certo che alla paura si risponde con la rabbia.

"Io penso che tuo padre si semplicemente ferito. Non è una giustificazione però, che sia chiaro! Ha fatto più di una cosa illegale..."

"Lo so che è ferito. Non posso neanche immaginare come deve essere perdere tua moglie... solo il pensiero di perdere te mi uccide..." Mi ha appena affiancata al concetto di moglie? Moglie?

Devo arrossire in imbarazzo e Aiden se ne accorge. Accenna un sorriso per sporgersi e lasciarmi un bacio delicato sulle labbra socchiuse. "Ti piacerebbe essere mia moglie, eh?"

"E a te piacerebbe essere mio marito, eh?"

Sono contenta che stiamo al semibuio, perché senno mi vedrebbe diventare paonazza. Per uno spiraglio di tempo mi immagino davvero come sarebbe avere Aiden come marito, ma poi mi blocco subito.

Cosa sto facendo? Ho solo diciotto anni e non mi sposerò almeno fino a quando non ne avrò venticinque. È sempre stato questo il piano. Il mio piano preciso ed elaborato.

Per fortuna bussano alla porta, così, potendo riprendere a respirare, vado ad aprire. Mi dimentico completamente che Aiden è solo in boxer, ma lui non ci fa caso. Quando spalanco la porta mi trovo Katie pensierosa davanti.

"Ei. Quindi hai sentito di- Ciao Aiden!" Fa un gesto di saluto con la mano al ragazzo alle mie spalle. Mi sono completamente dimenticata di dirle che abbiamo riconciliato.

"Katie. Non ti devi vergognare, puoi pure entrare", la incoraggia lui e lei obbedisce contenta. Nessuno dei due è in imbarazzo per la seminudità di Aiden e questo mi tranquillizza.

Chiudo la porta e Katie chiede subito ad Aiden una sigaretta. Lui le fa cenno sul pacchetto nella tasca dei suoi pantaloni e porta finalmente lo sguardo su di me. Mi fa cenno con il capo di raggiungerlo e lo faccio.

"Ma quindi avete fatto di nuovo pace?", ci chiede ovvia Katie.

Aiden mi cinge in vita e fa spallucce. "No, in realtà ci odiamo. Stiamo sempre insieme per questo."

"Simpatico che sei...", borbotta Katie con una smorfia, ma ride subito dopo.

Amo l'atmosfera che si è creata. Aiden che parla con la mia amica e di tanto in tanto mi lascia dei baci sulla guancia. Come se fosse la cosa più naturale al mondo. Stare vicini, uno nelle braccia dell'altra, come se senza l'altro non potessimo vivere. Ed è così.

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