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«Non voglio parlarne, Ju», enuncia freddo tra un pugno e l'altro. Ignora il mio sguardo, ma non mi allontano. Lo so che non vuole parlane, ma vederlo così mi uccide.

Alzo la voce in modo che possa sentirmi: «Lo so, ma forse dovresti.»

«Perché cazzo dovrei farlo?», domanda furioso, prima di bloccarsi. Stende le braccia lungo i fianchi.

«Perché magari hai bisogno di sfogarti in un altro modo.»

«Quale altro modo?!»

«Un modo che non sia prendere a pugni tutto quello che ti trovi davanti, Aiden.»

«E questo dovrebbe cambiare se ti parlo dei miei fottuti problemi?», controbatte irritato. So che lo sto mettendo alla prova, ma è più forte di me.

Gli poso una mano sulla spalla, ma evita il mio sguardo. «Non lo so, ma voglio cercare di farti sentire meglio. Voglio solo sapere che stai bene-»

«Perché?»

«Perché ti amo», rispondo sconvolta, ma lui si scrolla la mia mano di dosso. Riprende a pugni il sacco, lo sguardo freddo puntato davanti a sé, segno che non vuole aggiungere nulla.

Non voglio andarmene però, non se è così arrabbiato. Mi siedo al lato del ring per scrutarlo in silenzio. Osservo l'adrenalina che percorre le sue vene ad ogni suo pugno, la noncuranza nei confronti delle sue nocche.

So che farei meglio a dare le spalle a quel ragazzo tormentato, evitare milioni di complicazioni, ma so che è impossibile.

Mi irrigidisco quando lascia un gemito di rabbia e mi viene incontro a denti stretti. Si blocca davanti a me, ma evito di incontrare il suo sguardo.

«Vuoi sia sincero, Juliet?», mi provoca. So che vuole prendersela con qualcosa.

«Sì, Aiden.»

Si strofina la mascella con forza. «Vuoi sapere di come ho trovato mia madre morta sul suo letto? Di come sono rimasto come un codardo immobile per la paura quando avrei potuto salvarla? Perché fidati che non lo vuoi sapere», ringhia furioso.

La sua voce però trema leggermente, il ché mi fa portare lo sguardo nelle sue iridi verdi.

Ad ogni parola che dice mi sento peggio, per lui.

«Sì invece che voglio saperlo», rispondo seria. Voglio sapere tutto quello che ha nella testa, cupo o allegro. «Voglio sapere tutto di quello che provi.»

Alza lo sguardo. «No, che non vuoi saperlo, Juliet!»

«Perché dici così?»

«Perché dopo non mi vedrai più allo stesso fottuto modo! Lo capisci, cazzo?!» Sta per cedere, lo vedo nello sguardo disperato che mi rivolge. Come può pensarlo?

Gli prendo il viso tra le mani, ma resta immobile con le braccia lungo i suoi fianchi. «Come dovrei vederti?»

«Non lo so... Come un caso di carità.» Distoglie lo sguardo, ma glielo faccio riportare su di me.

Gli scosto una ciocca dalla fronte prima di posare le mie labbra sulle sue. Il suo sudore è salato, ma non mi importa. Voglio senta il quanto ho bisogno di lui.

«Ti amo, Aiden. Niente può cambiare questo», lo assicuro, le mie iridi fisse nelle sue.

«Niente?», mi domanda insicuro. Affonda le sue mani nei miei capelli quasi con forza.

So che le parole non servono più ad accertare, cerco un altro modo per mostrargli il mio amore. Avvicino con forza le sue labbra salate alle mie, affondando le mani tra i suoi capelli umidi.

Le mie labbra si socchiudono automaticamente e lui non esita a accedere con la sua lingua per incontrare la mia. Sento la sua rabbia e la sua frustrazione, ma la trasforma in desiderio.

Non ci siamo mai baciati così, con tanto bisogno, tanto dolore e amore allo stesso tempo.

Tocco la sua schiena inumidita, mentre lui fa lo stesso con il mio fondoschiena, alzando il tessuto del vestito.

Afferra con forza le mie cosce per allacciarle intorno alla sua vita con autorità, affondo le unghie nel suo trapezio mentre lo sento muoversi. Sento dal modo in cui non allontana la sua lingua, le sue labbra dalle mie quanto ha bisogno di me.

«J-Joe?», ansimo distaccandomi, ma Aiden abbassa immediatamente le labbra umide sul mio collo. Non voglio suo cugino ci trovi a fare sesso.

«Sta-fuori», mi assicura Aiden tra un bacio e l'altro. «Basta parlare, però.»

Mi prende con una mano dietro alla nuca per soffermare le sue labbra in un punto sotto alla mia mascella.

Mi posa su una panca all'altezza dei suoi fianchi. Resto col fiato corto quando si allontana per afferrare dai pantaloni dentro alla sua borsa una bustina di plastica.

Fissa i suoi occhi nei miei mentre l'apre con i denti. Scendo dalla panca per abbassargli i pantaloni, ma non appena lo faccio mi prende subito di peso per riposarmici sopra.

«Resta ferma», ansima soltanto, mentre indossa il preservativo.

Mi prende per i fianchi per avvicinarmi più vicino a lui e allargare le mie cosce, sento la plastica contro la mia coscia. Alza la stoffa del mio vestito per accarezzarmi la coscia con desiderio.

Affondo le unghie nei suoi bicipiti mentre inizia a spingere in me, prima lentamente, ma poi aumenta l'intensità dei suoi movimenti.

«Oh cavolo», dico quando sento la pressione in me. È diverso da ieri sera, più appassionato e aggressivo, ma a parte di me sta piacendo.

Aiden esce e entra da me senza fermarsi, con una velocità estenuante. Le mie mani restano sui suoi bicipiti e chiudo gli occhi quando lui poggia la sua fronte contro il mio petto. Mi accarezza con una mano il seno mentre con l'altra afferra la mia coscia.

«Oh... Juliet», miagola contro la mia pelle. Amo questo suono.

La sua pelle rilascia insieme al sudore la sua frustrazione e la sua rabbia. Prende tra i denti la pelle del mio collo per poi succhiare, sento la sua lingua calda accarezzarmi. Gli alzo il capo con una mano sotto il suo mento e incontro il suo sguardo bisognoso.

«Baciami», lo supplico.

Non esita ad affondare le sue labbra arrossate sulle mie. Mi morde delicatamente il labbro inferiore mentre il calore in me si intensifica. Vorrei sapesse cosa provo quando mi tocca in questo modo.

«Ti...cazzo...ti amo», mormora, aumentando il ritmo dei suoi movimenti. Continuiamo a baciarci, ma è difficile per via delle sue spinte forti in me.

La tensione in me si allieva quando raggiunto l'orgasmo, Aiden si irrigidisce poco dopo e fa cadere il suo viso nell'incavo del mio collo. Mi sorprende quando mi cinge in vita per abbracciarmi con bisogno.

Allaccio le mie braccia intorno al suo collo, mentre ascolto il suo respiro contro la mia pelle umida.

«Mi dispiace», si scusa a mezza voce.

«Non devi, Aiden. Per niente.»

Scioglie l'abbraccio per togliersi il preservativo. Si guarda in giro in cerca di un cestino per poi buttarcelo. Ha l'aria di essersi scrollato della rabbia di dosso, ma continua a restare serio pero nei suoi pensieri.

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