Resto in stanza di Katie per un'ora, ma l'odore di erba inizia a darmi fastidio, così mi metto in piedi per scusarmi e uscire. Non abbiamo parlato altro che delle loro avventure estive e di domani sera.
«Dove vai?», mi domanda confuso Nate non appena mi concedo.
«Penso di andare a mangiare qualcosa», rispondo come scusa.
Non vorrei dire che mi sto sentendo male per l'odore del fumo, sennò Katie penserebbe di me peggio di prima. Nate e Chad compresi.
Il primo si mette in piedi. «Ti accompagno. Mi sta venendo una fame da lupi.»
«Vengo anch'io», si intromette Chad, saltando in piedi, «la fame chimica...»
Sono sollevata che pure lui voglia venire, non voglio stare da sola con Nate. Non perché non mi fido di lui, ma perché non mi fido di quello che penserebbe Aiden.
Katie decide di aggiungersi a noi, così ci incamminiamo tutti insieme. Non sono mai stata in compagni di un gruppo di persone fatte, ma devo ammettere che è più divertente di quanto pensassi.
Chad ci mette dieci minuti a scendere le scale per paura che possa volare ad ogni scalino, mentre quando usciamo Nate e Katie scoppiano a ridere per tutto il tragitto senza motivo. Sulla strada per un kebabbaro che ha consigliato Chad, Nate mi prende sotto braccio.
Mi sorride, fin troppo vicino al mio viso. «Ju. Gli ippopotami hanno le code vero?»
«Cosa? Suppongo di sì.» Ridacchio, ma cerco di divincolarmi dalla sua presa in modo vago, ma la sua mano si posa sulla mia spalla.
Chad ci dice che il kebabbaro sta ancora a cinque minuti da dove siamo, così aumentiamo il passo. Cerco di lanciare delle occhiate d'aiuto a Katie, ma è troppo presa da una conversazione con Chad.
Nate sospira. «Ti ricordi quando abbiamo fatto quel pupazzo nel tuo cortile?»
«Sì, perché?» Me lo ricordo perfettamente quel pomeriggio; lui era caduto nella neve di fronte casa mia, così mia madre lo aveva invitato in casa per riscaldarsi. Quando avevamo finito di fare quel pupazzo mi aveva dato il nostro primo bacio.
«Mi mancano quei tempi», ammette con un che di nostalgico.
«Sì, anche a me...» Era tutto più facile; niente drammi, niente litigi.
«Eri la mia migliore amica», mormora, prima di inciampare su un sasso e mandarlo a quel paese.
«E tu eri il mio di migliore amico.»
«E allora perché è finita così male tra di noi?», domanda deluso.
Alzo lo sguardo per guardarlo confusa. «Non è finita male tra di noi.»
«Bè. Ci siamo persi di vista però. Mi dispiace...»
In lontananza possiamo già vedere il kebabbaro.
«Eccolo. Ragazzi ho un buco nero nello stomaco», esclama Chad con l'acquolina in bocca. Katie lo prende sotto braccio e io riesco a sfilare la testa da sotto il braccio di Nate.
Mi guarda confuso. «Ho fatto qualcosa di male?», mi domanda. E adesso che rispondo?
Scuoto la testa per incrociare le braccia. «No, stavo solo un po' scomoda», mento. Non ho abbastanza coraggio per dirgli che stavo a disagio. Chissà cosa direbbe Kendall adesso...
Per fortuna raggiungiamo il kebab prima che possa continuare la conversazione. Affianco Katie per ordinare il più possibile.
«Hai gli occhi tutti rossi», ridacchio non appena paghiamo e ci appoggiamo al bancone per aspettare i nostri ordini.
«È un buon segno», mormora lei con un sorriso. «Sicura di non volerne provare?»
Scuoto il capo, in modo forse un po' troppo brusco. «No, non mi p-»
«Juliet?» Mi volto sorpresa per trovarmi Jane che mi sorride a trentadue denti. Mi abbraccia calorosamente. «Cosa ci fai qui di bello?»
«A mangiare del kebab, come te suppongo», balbetto ancora meravigliata. Dannazione. La zia del mio ragazzo che mi incontra per strada con un gruppo di ragazzi fatti.
Katie e Jane si stringono la mano per presentarsi, mentre io resto immobile. Spero non noti gli occhi rossi della prima.
«È buonissimo questo kebabbaro, vero?», domanda entusiasta Jane.
«Non l'ho ancora provato», rispondo disorientata. Mi dispiace che sia dovuta venire da sola. «Sei venuta da sola?»
Jane giocherella con i suoi orecchini per poi negare col capo. «Ah, no cara. C'è Joe con me, ma adesso sta in bagno», risponde gentile, mentre punta in direzione delle toilette.
In che senso? «Ah. Quindi siete usciti in tre stasera», suppongo, riferendomi a loro due e Aiden.
Mi blocco quando vedo lo sguardo confuso di Jane. «Noi tre chi, cara?»
"Aiden. Voi due e Aiden», borbotto con un che di impanicato, ma continua a guardarmi confusa. Socchiudo le labbra delusa. «Aiden non è con voi?»
«No, cara. Dovrebbe?», mi domanda alzando le sopracciglia la zia.
Mi si stringe una morsa nello stomaco. Mi ha mentito, mi ha mentito, mi ha mentito... Mi blocco. E se invece avessero avuto un cambio di programma all'ultimo minuto? Forse mi starà aspettando in stanza, dato che non ho portato il telefono e quindi non può chiamarmi.
Cerco di tranquillizzare Jane. «No, non ti preoccupare. Avevo solo capito male.»
Joe torna dal bagno e dopo avermi salutato, lui e la madre iniziano ad ordinare. Katie si avvicina al bancone per prendere i nostri ordini e così ci avviciniamo al gruppo di persone con cui sono venuta, travolta nei miei pensieri. Perché non è andato a mangiare Kebab con la zia e il cucino se ci passa così tanto tempo insieme? Juliet, smettila.
«Katie. Torniamo ai dormitori?», la supplico non appena mi porge il mio panino. I ragazzi annuiscono in concordia e io ne sono sollevata.
«Andiamo, che così sto scomodo», borbotta Chad a bocca piena.
«Anche io», aggiunge Katie e mi fa cenno di avviarci. So che non dovrebbe, ma il mio stomaco si è chiuso. Suppongo io sia soltanto rimasta sorpresa, tutto qui.
Fortunatamente abbiamo accelerato il passo in confronto a prima, così entriamo nel dormitorio dieci minuti dopo. Tutti e tre hanno già finito il loro kebab e hanno litigato per la maggior parte del tragitto per chi potesse avere il mio.
«Io andrò a dormire», dico non appena Katie propone di vederci un film insieme. Mi sono divertita stasera, ma voglio vedere Aiden.
"Va bene, dormigliona», mi canzona lei per lasciarmi un bacio sulla guancia.
«Ricordati di domani sera», mi raccomanda Chad.
Annuisco per salutare tutti un'ultima volta ed entrare nella mia stanza. Realizzo solo adesso di non sapere come vestirmi, ma suppongo che Katie mi darò una mano...
Apro la porta, pronta a domandare ad Aiden perché non è uscito con la sua famiglia, ma quando alzo lo sguardo la stanza è vuota. Controllo un'ultima volta in bagno, ma non trovo nessuno.

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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.