68

10.3K 312 36
                                    

Per cena mangiamo a una fiera della salsiccia. Non sapevamo che ce ne sarebbe stata una, ma mentre stavamo camminando per le strade ci siamo trovati nel mezzo di questa fiera al quanto grande. Dei bambini mi hanno preso per il polso e mi hanno portato verso una griglia sul quale c'erano appostate molte salsicce.

Mi sono voltata in cerca di aiuto in direzione di Aiden, ma lui è diventato tutto rosso per le risate che si stava facendo su di me. Alla fine sono stata costretta gentilmente a prendere due salsicce.

Aiden si è seduto su una panca e adesso sta applaudendo a una coppia che si è messa a ballare una qualche danza tradizionale. Neanche mi ero accorta dell'orchestre appostato dietro di me.

Quando mi avvicino a Aiden stende la mano per prendere la sua salsiccia, ma io faccio una smorfia indecisa.

"Non te lo meriteresti", borbotto, fingendomi offesa.

"Come no?", ridacchia.

"Hai riso di me. Forse dovrei mangiarmele oo entrambe."

Si alza in piedi per lasciarmi un bacio sulla punta del naso. "Ti amo."

Lo guardo con un sopracciglio alzato. "Pensi davvero che basti dirmi che mi ami?"

"Un po' sì. Dai Ju, sto morendo di fame."

"Ti sta bene."

Alla fine mi arrendo e gli passo il suo piatto. Ci sediamo vicini sulla panca per guardarci curiosi intorno. È chiaro che ci sentiamo due pesci fuori d'acqua; più di una volta vengono a invitarci a ballare, ma noi abbiamo rifiutiamo dicendo che "Non abbiamo ancora finito di mangiare."

Aiden si alza per andare a prenderci due boccali di birra e torna con le mani piene. "Ce ne vorranno almeno cinque di questi per iniziare a ballare in quel modo."

Fa cenno in direzione dei paesani che ballano e scoppiamo a ridere. Ormai la "pista da ballo" si è riempita.

"Allora è ora che inizi a bere, amore", ridacchio, quando prendo una sorso della mia birra. Mi iniziano a pizzicare gli occhi per le bollicine.

"Vuoi farmi ubriacare, Browne?", domanda con tono sconvolto Aiden.

Ghigno beffarda, per avvicinarmi a pochi centimetri dal suo viso. "Decisamente."

Non mi dispiacerebbe. Quando è ubriaco è più sincero e dà l'aria di essere un ragazzino maldestro. In più voglio dimenticarmi di quello che ci spetta a Londra; sia i suoi che i miei problemi familiari. Continuo a scappare dal fatto che dovrò parlare a mia madre di Aiden, ma non potrò farlo per sempre.


Ormai è buio quando ci allontaniamo dalla fiera. Uno più ubriaco dell'altro. Certo, non lo sono quanto Aiden, il quale non riesce a smettere di correre su e giù per le stradine con entusiasmo, ma abbastanza per non camminare su una retta linea.

Dopo essere corso giù da una stradina si ferma a poco da me. Mi prende una mano per posarsela sul petto e farmi sentire il suo cuore martellare.

"Secondo te mi verrà un infarto?", boccheggia.

"Cosa?"

"Un infarto. Sai-" Si blocca quando di colpo veniamo travolti dalla pioggia. "Tempo inglese di merdaa!"

"Aiden! Non urlare!", ridacchio, tappandogli con una mano la bocca.

Le persone di questo paesino devono davvero odiarci. Già solo per il fatto che è mezz'ora che corriamo come folli per le stradine.

Aiden mi toglie la mano dalla sua bocca, per farsi di colpo più serio. "Ju?"

"Hm."

Si avvicina al mio viso, abbastanza perché il suo affanno e la pioggia si mischino contro il mio viso. "Hai mai dato un bacio sotto alla pioggia?"

Adesso che ci penso, no. Mai.

Scuoto la testa e lui mi posa una mano sulla guancia per avvicinarmi a sé. Sfiora delicatamente le mie labbra ormai bagnate, prima di affondare le sue sulle mie. Si deve allontanare per riprendere fiato, ma ritorna subito a baciarmi.

Non so se sia per via dell'alcol, ma voglio urlare a squarciagola per la gioia che si racchiude nel mio petto. È tutto così confuso, eppure lui è fermo sotto il mio tocco.

Rispondo al bacio quando gli do accesso alla lingua. Aiden stringe la mano posata sotto la mia mascella per avvicinarmi di più a sé, come disperato dal bisogno. Poso entrambe le mani sul suo petto fradicio, mentre questo continua ad alzarsi e abbassarsi velocemente.

Nessuno se ne accorge. Siamo solo due persone sotto la pioggia che si baciano e ne hanno passate tante.

Ci avviamo verso l'albergo, sebbene facciamo fatica a camminare, per via dei baci che continuiamo a scambiarci. Alterniamo dieci minuti di baci con cinque minuti di camminata. L'alcol ci sta dando alla testa, ma non ce ne importa nulla. È come in una favola, se ci dimentichiamo dei traumi e dei litigi.

Quando arriviamo al nostro albergo corriamo di fretta verso la nostra stanza all'ultimo piano. Aiden per poco non si scontra con una donna anziana che stava uscendo dalla sua stanza, mentre io resto in disparte a ridacchiare in imbarazzo.

Ci fermiamo davanti alla stanza, per guardarci in silenzio e riprendere fiato. Aiden prende la chiave della stanza dalla tasca dei pantaloni, mentre boccheggia a pochi centimetri dal mio viso.

Ci siamo lasciati una scia d'acqua alle spalle.

"Stai bene?", si assicura quando infila la chiave nella serratura.

Guardo le gocce cadergli dalla punta del naso. "Sì. Il tuo cuore? Ti sta ancora venendo un infarto?"

"Penso di no."

"Meno male. Ti voglio ancora vivo, Aiden."

Ridacchiamo in silenzio e quando scatta la serratura, non aspettiamo un attimo per avvicinarci all'altro. Le nostre labbra bagnate si incontrano nuovamente, stavolta con più foga di quelli precedenti. Potrei fare di tutto in questo momento.

La mia mano gli passa tra i capelli mossi, mentre mi alza da terra per farmi allacciare le gambe intorno alla sua vita. Ormai lo faccio quasi automaticamente. Chiude con la gamba la porta, mentre mi passa le mani sulla schiena bagnata.

Afferra l'orlo della mia maglietta per sfilarmela e io faccio lo stesso con la sua subito dopo. Le lasciamo a terra, una sopra all'altra. Aiden mi fa cadere di schiena sul letto per appostarsi con un ginocchia tra le mie gambe. Struscia la sua intimità contro la mia, il ché mi fa gemere piano.

"Piccola, di già?", mi domanda con tono compiaciuto.

Ripete il movimento di poco prima e io socchiudo gli occhi. Dannazione se è bello. Inarco leggermente la schiena, mentre continua a muoversi su di me. Non mi faccio domande su quello che stiamo facendo.

Si focalizza con le labbra su un punto sulla mia gola, mentre seguo le sue dita che mi sfilano le mutandine. La stanza gira leggermente, noi giriamo, ma sto troppo bene per prendere aria.

Anarchia 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora