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La serata si svolge al meglio; dopo cena Josef e Karen mi fanno fare un gito della terrazza enorme di Ted, per poi ritornare nel suo appartamento e provare un po' del vino che ha comprato. Restiamo a parlare delle diverse facoltà che svolgono e ad ogni minuto che passa mi sento più a mio agio.

Era così che mi immaginavo l'università; delle cene tranquille, non drammi e risse. Ma non rinunceresti mai a vedere Aiden ogni giorno sennò. Questo purtroppo è vero.

Ted mi riempie il terzo bicchiere di vino, finendo la bottiglia.

"Cavolo, se continui così mi ubriaco però", lo rimproverò.

"Ma no. E poi la cosa peggiore che potrebbe succedere è che tu rida un po' troppo", mi assicura, mentre poggia il vino sul tavolo. In effetti ha ragione; mi fido di loro.

"Va bene. Mi hai convinto", dico, prima di prendere un sorso dal vino. È davvero buono. Hanno pure buoni gusti in vino...

Kyle prende l'ultimo sorso del suo vino per rivolgersi a Josef. "Avete mostrato a Juliet l'osservatorio?"

"No. Cavolo, hai ragione", esclama Josef, portandosi una mano sulla fronte.

"Avete un osservatorio?"

Josef scuote le testa. "Non è proprio un osservatorio, ma lo chiamiamo così perché ci mettiamo lì a guardare le stelle."

Che bello... Mi alzo in piedi e loro mi guardano sorpresi. "Posso vederlo?"

"Certo." Josef si mette in piedi, ma gli altri ci fanno cenno di andare da soli. Karen ha un'espressione nauseata, perché forse ha bevuto troppo.

Decidiamo di andare da soli e così ci avviamo. Non mi dispiace avere conosciuto Josef; ha delle buone maniere, è simpatico e pure intelligente.

"Prima le signore", mi dice quando raggiungiamo la scala a chiocciola.

Sorrido gentilmente per ringraziarlo con un: "Merci."

Mentre saliamo le scale devo ammettere che l'alcol mi sta facendo un po' girare la testa, ma sto bene. Non me ne sto accorgendo, ma finalmente non penso a Aiden.

Arriviamo alla fine della scala a chiocciola e abbasso la maniglia della porta che porta sulla terrazza.

"Vedo che ormai ti sai orientare", ridacchia Josef raggiungendomi.

Gli sorrido soddisfatta. "Esattamente."

"Sei sicura di non aver bevuto un po' troppo?", mi domanda preoccupato, mentre mi fa cenno con la mano di seguirlo.

Che carino. Lo seguo senza obiezioni. "Forse un pochino troppo sì", ridacchio e lui fa lo stesso.

Mi sporge una mano per aiutarmi a scavalcare un muretto. "Grazie", gli dico non appena lo scavalco con un salto.

Arriviamo su una parte in rialzo della terrazza e Josef si sdraia, così lo seguo. Solo quando faccio lo stesso accanto a lui e alzo lo sguardo sulle stelle mi ritorna a mente Aiden. E capisco quanto mi stia effettivamente mancando e quanto vorrei stesse qui con me.

Sopra di noi c'è un mare di stelle. Josef sospira. "È bellissimo, vero?"

"Hmhm. Siete davvero fortunati", ammetto.

Lui volta il capo verso di me, ma io continuo a tenerlo sulle stelle, mentre mi chiedo se pure Aiden le starà vedendo in questo momento.

"Perché dici che siamo fortunati?", mi domanda confuso.

"Bè. Perché voi vi siete trovati. Io invece alla UCL non propri-" Le mie parole vengono soffocate, nel momento in cui si sporge verso di me per spingere le sue labbra contro le mie.

Fortunatamente sono abbastanza lucida per scostarlo da me e saltare in piedi.

"Cosa stai facendo?", gli chiedo perplessa. Mi poso le dita sulle labbra, mentre lui mi guarda desolato.

"Oh, dio, scusami", enuncia in imbarazzo, mentre si mette in confusione in piedi. "Pensavo... pensavo ci fosse l'atmosfera giusta."

"L'atmosfera giusta?", gli chiedo sconvolta. Non voglio arrabbiarmi con lui. "Io ho un ragazzo, Josef."

Lui mi guarda ancora più imbarazzato di prima. "Hai un ragazzo?"

"Sì."

"E perché non te lo sei portato dietro?"

"Perché- perché abbiamo litigato. Non importa però", lo rimprovero, prima di voltarmi e dirigermi di fretta verso la porta dalla quale siamo venuti.

So che non dovrei sentirmi in colpa, ma forse ho davvero dato l'impressione a Josef di essere interessata a lui. Se Aiden venisse a sapere di questo bacio- non era un bacio. Lo era? No, se non ho risposto.

"Juliet! Scusami!", mi chiama Josef, prima di farmi voltare prendendomi per un braccio.

Lo assicuro con un sorriso forzato. "Non ti preoccupare. Non lo sapevi."

Si passa una mano tra i capelli imbarazzato. "Mi sento un deficiente."

"Non devi-"

"No davvero. Mi sento un deficiente a tutti gli effetti", ripete. Non so cosa dirgli, così riprendo la mia strada verso il piano di sotto. Spero soltanto che nessuno si accorga della tensione che si è creata tra di noi.

Quando torniamo in salotto mi siedo in silenzio di nuovo accanto a Kyle, il quale mi prende subito sotto braccio. Ted mi chiede cosa ne penso dell'osservatorio e io cerco di non parlare molto al riguardo.

Rispondo con un semplice: "Bello."

Riprendono tutti a parlare, ma mi sento fin troppo a disagio nella stessa stanza con Josef. Da una parte sono positivamente colpita, perché nel momento in cui mi ha baciato ho realizzato che effettivamente è solo Aiden che vorrei baciare, ma allo stesso tempo vorrei non l'avesse mai fatto.

Kyle mi fa cenno di raggiungerlo in cucina, così ci alziamo entrambi e lo seguo con lo sguardo basso. So per certo che si è accorto del mio disagio. Entriamo in cucina e si chiude la porta alle spalle per guardarmi serio. "Ju. È successo qualcosa?"

Sospiro, è inutile non dirglielo. "Josef mi ha baciata."

"Cosa?"

"Sì. E io l'ho allontanato, però mi sto sentendo in colpa", ammetto.

Lui mi guarda confuso per posarmi una mano sulla spalle. "Perché?"

"Non lo so. Non conta come un tradimento, vero?", gli domando di colpo preoccupata. Lui scuote calmo la testa e io mi tranquillizzo.

Non posso parlarne a Aiden. Cosa sembrerebbe se gli dicessi che nel weekend in cui gli ho chiesto di non sentirci ho baciato qualcuno? Mi sono fatta baciare...

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