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Quando mi appoggio con la schiena alla porta mi accorgo di quanto il mio battito sia accelerato. Non pensavo Aiden sarebbe venuto fino a casa di Kyle per chiarire. Mi chiedo se davvero non lo vedrò fino all'università. Due mesi sono d'una parte troppi e d'altra parte troppo pochi.

«Che casino», miagolo e affondo il viso nelle mani.

La signora Anderson mi invita dalla cucina a fare colazione così la raggiungo, anche se il mio stomaco è serrato.

«Stai bene, cara?», mi chiede prima di girarsi verso le uova sui fornelli. Annuisco con un sorriso forzato.

«Sì, sto bene. Non si preoccupi.» Bugiarda.

«Quel ragazzo non ti sta dando fastidio, vero? Perché se è quello il caso non esito a chiamare la polizia.»

Davvero abbiamo dato quell'impressione? Non posso negare che Aiden possa dare l'idea di non essere un ragazzo che potrebbe interessarmi. Figuriamoci amare...

«Come? No, no. Aiden ed io stavamo... insieme. Ci siamo-l'ho lasciato ieri sera.»

La donna si volta per guardarmi dispiaciuta. «Oh. Mi dispiace, cara. Ti senti bene?»

«Veramente no, ma sono certa che starò meglio.»

«Sicuramente. Posso dirti per esperienza che per me sono bastati sempre pochi giorni per riprendermi da una rottura.»

Kyle entra in cucina e ci saluta entrambe con un bacio sulla guancia. Quando la madre mi mette le uova nel piatto mi forzo a mandare già un boccone, ma il mio corpo non lo vuole accettare.

Cerco di distrarmi chiedendo a Kyle cosa farà quest'estate e lui mi racconta che la prossima settimana partirà per Londra.

Mi chiede se voglio raggiungo tra qualche settimana, in modo da poter visitare più musei possibili, ma gli dico di dovermi organizzare. Pensandoci sarei felicissima di andare a Londra almeno una settimana prima dell'inizio del semestre, ma ho promesso a Kendall che avremmo passato il più possibile l'estate insieme.

Dopo aver finito di mangiare saliamo in camera sua per organizzarci per il semestre che ci aspetta e sopratutto per le sue visite, di cui abbiamo discusso con Aiden. Cerco di non pensare a lui.

Per le nove passa mia madre a prendermi.

Saluto Kyle con un: «Ti faccio sapere per Londra», e lui risponde con un: «Non vedo l'ora!»

Entro in macchina e saluto con la mano il mio amico e sua madre, mentre la mia si avvia verso l'autostrada. Mi accarezza la guancia, cosa che non faceva da molto tempo.

«Auguri, tesoro mio! Come stai? Hai dormito?», mi chiede con premura.

«Sì. Abbastanza.»

Il mio telefono vibra e vedo un messaggio in arrivo da parte di Kendall: > Sono al settimo cieloo. Ti aspetto!< Ignoro i trenta messaggi di Aiden che mi aveva mandato prima che ci vedessimo.

«Hai fatto colazione?», mi domanda mia madre.

Rispondo rapidamente alla mia amica per rivolgermi a lei. «Sì. La madre di Kyle c'è la preparata.»

«L'hai ringraziata?»

«Certo.»

«So che non vuoi, ma dobbiamo parlare di quel ragazzo, Juliet. Andrete alla stessa università e voglio che tu stia attenta.»

«Tranquilla, mamma. Non ho intenzione di avvicinarmi più a lui per più tempo possibile.» È vero.

Lei sospira. «Mi dispiace che questo sia successo, tesoro. Avrei dovuto proteggerti.»

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