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È preoccupante quanto Joe mi ricordi Aiden. Poso una mano sul petto di quest'ultimo, vedendolo fulminare con lo sguardo il cugino.

«Aiden. Tranquillizzati.»

«Sì, lo so», sospira per calmarsi. Intreccia le nostre dita per seguire le tracce di Joe. «Scusa il suo comportamento», esorta mentre saliamo le scale. È ancora innervosito.

«Tranquillo. Chi erano quei ragazzi?»

«Dei cazzoni che hanno una pessima influenza su di lui.»

Quando raggiungiamo il terzo piano una donna bionda ci aspetta con un sorriso sul margine della porta. Capisco che si tratta della madre di Joe, perché sono uguali.

Ci viene incontro per abbracciare prima di Aiden e poi me, senza esitare. Sono sorpresa dal modo spontaneo con lui Aiden l'abbraccia, quasi affettuosamente.

«Juliet. Che piacere conoscerti finalmente», proclama entusiasta non appena si allontana abbastanza per scrutarmi con un ché di compiaciuta.

«Anche per me è un piacere conoscerla.»

«Oh, ti prego chiamami Jane. Farmi dare del Lei mi fa sentire vecchia», borbotta energica.

«Ah. Certo», accetto lieta e Jane mi fa cenno di entrare nell'appartamento.

Mi aspetto che qualcun altro, magari il suo coniuge, ma non vedo nessun altro. Probabilmente deve essere una madre single.

Quando entro nell'appartamento sento Jane alle mie spalle sussurrare un: «Avevi ragione. È bellissima.»

Sorrido, ma non mi volto perché non voglio sappia che l'ho sentita. Mi tolgo le scarpe all'entrata e Aiden mi imita subito. Penso a quando mi aveva preso in giro per averlo fatto a casa sua e adesso eccolo qui a fare lo stesso.

«Grazie al cielo c'è qualcuno che segue le mie regole», esclama Jane non appena vede le nostre scarpe a terra.

«Invece sì che le seguiamo le tue regole Joe e io», ribatte Aiden rimettendosi diritto, ma Jane alza le sopracciglia.

«Dopo che ve lo devo chiedere dieci volte.»

Ridacchio all'idea, ma quando incontro lo sguardo di Aiden strozza un sorriso.

Si nota che hanno passato molto tempo insieme, sopratutto perché so che ad Aiden deve essergli voluto del tempo per accettare abbracci da parte di sua zia.

Quando Jane ci invita a sederci a tavola vedo Joe raggiungerci, lui e Aiden si scambiano delle occhiate, ma si stringono la mano poco dopo.

Sono sorpresa da questa dinamica così diversa da quella che c'era a casa di suo padre; l'atmosfera è calma e Aiden non si fa vincere dalla sua rabbia.

«Juliet, cara, siediti di fronte a me. Così possiamo parlare meglio», mi suggerisce Jane e io l'ascolto sedendomi davanti a lei a tavola. Quest'ultima è apparecchiata impeccabilmente per quattro persone.

Aiden si siede accanto a me mentre si porta in dietro i capelli neri.

«Hai chiamato per l'idraulico?», le domanda serio, Joe si lascia cadere sulla sua sedia.

«Oh, hai ragione! Ricordamelo di chiamarlo domani», squittisce Jane, si rivolge però a me subito dopo, «Juliet. Raccontami un po' di te, piuttosto.»

La zia di Aiden è molto gentile, ma il suo comportamento confusionale e impulsivo è evidente.

Cerco di rispondere qualcosa: «Di me? Non c'è molto da raccontare.»

«Sono sicura che non sia così. Aiden mi ha raccontato che sei di Boston.»

Quando mi volto verso Aiden lo vedo poggiarsi coi gomiti al tavolo e abbassare lo sguardo.

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