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Quando mi sveglio mi alzo in piedi con energia. Sebbene ieri siamo tornati a casa tardi mi sento riposata. Josef ci ha dovuto dare un passaggio fino a casa di Kyle, perché lui aveva bevuto troppo. Non lo avevo mai vissuto ubriaco; parla molto di politica e del perché non abbia ancora trovato un ragazzo.

Quando entro in cucina per fare colazione, mi ricordo che è andato a lezione. Fuori c'è il sole e posso giurare di sentire gli uccelli cantare. Per la prima volta da un po' riesco a sorridere sollevata.

Metto la machina del caffè sul fuoco e mi siedo al tavolo per aspettare che sia pronta. Mi sono dimenticata di portare qualche libro, così decido di andarne a prendere uno dalla libreria in camera di Kyle.

Quando entro in stanza e leggo i titoli dei libri appostati in fila nella libreria, sono indecisa tra "About a boy" e "l'Alchimista".

Faccio per prendere in mano il secondo che sento il mio telefono vibrare sul comodino. Decido di ignorarlo e prendere il libro dallo scaffale. Lo sfoglio incuriosita, quando il telefono torna a vibrare numerose volte.

Mi insospettisce, così lo prendo in mano. Leggo i venti messaggi di Katie, ma mi soffermo su quello più sconcertante: >Perché Aiden è stato arrestato? Juliet?? Rispondimii<

Arrestato? Non sento parlare di Aiden da tre giorni ed ecco la prima cosa che vengo a sapere. È stato davvero arrestato? Perché? Cerco subito di chiamarlo, ma risponde la segreteria telefonica.

Il mio stomaco si contorce dolorosamente, mentre chiedo a Katie di cosa stia parlando. Aspetto in ansia la sua risposta, mentre torno in cucina per versarmi il caffè in una tazza. Le dita mi stanno tremando.

Katy risponde subito e mio mi affretto a leggere il messaggio: >Lo hanno portato ieri pomeriggio dentro. Non lo sapevi?<

>No. Perché lo hanno arrestato?< I miei pensieri passano subito allo scenario peggiore, che abbia commesso un reato grave.

Katie risponde dopo qualche istante: >Non lo so, ma dovrebbero rilasciarlo questo pomeriggio. Perché non hanno prove.<

Sono sollevata da questa notizia, ma non cambia il fatto che sia stato arrestato. Per cosa? Aggressione? Mi siedo al tavolo per sorseggiare la mia tazza di caffè. Cerco di restare calma, ma non ci riesco. L'immagine di Aiden in manette mi ha chiuso lo stomaco. Sta bene? Si è fatto male?

Cerco di distrarmi, iniziando a leggere il libro che ho scelto. Già dopo aver sorvolato le prime due righe capisco che non ha senso tentare. Le mille domande che ho su Aiden mi ronzano nella testa. Stasera Katie potrà dirti cosa è successo, mi continuo a ripetere, ma non mi calma affatto.

Qualcosa mi spinge a tornare a Londra, da lui. Anche dopo quello che è successo tra voi? Forse sopratutto per quello. Ripasso nella testa tutti i pro e i contra per cui non dovrei prendere il primo treno e tornare a Londra, ma la parte irrazionale di me, quella innamorata, vince.

Mi alzo dal tavolo per dirigermi in stanza e raccattare le mie cose in giro per la casa e rimetterle in valigia. Mi fermo per scrivere un paragrafo a Kyle per spiegargli la mia desolazione per andarmene così di fretta e glielo mando.

Chiudo la valigia, chiamo un taxi, ed esco dall'appartamento. Non so se mi pentirò della mia decisione, ma non mi importa. Non adesso.


Quando esco dalla stazione entro subito in uno dei taxi appostati davanti al parcheggio. Tutti questi taxi iniziano a costarmi troppo e mi diventa sempre più chiaro che devo decidermi a comprarmi una macchina.

Quando l'autista mi chiede l'indirizzo sono indecisa se tornare prima in dormitorio o andare subito a cercare delle risposte dalla zia di Aiden, ma mi decido per la seconda opzione. Sennò dovrei andare a piedi.

È già pomeriggio tardi, ma il sole non dà l'impressione di voler tramontare. Illumina ancora i tetti della città e ne ombreggia le strade. Se davvero non hanno prove contro Aiden dovrebbero rilasciarlo tra poco. Ma prove a favore di cosa?

Quando il taxi parcheggia davanti all'appartamento di Jane mi affretto a pagare l'autista e a salire le scale. Il cancello era aperto, ma spero che lei sia a casa. Quando suono al loro campanello di casa, sono sollevata quando mi apre pochi istanti dopo.

Quando mi riconosce si stupisce. "Juliet. Cosa ci fai qui?"

"Scusa- scusa Jane. Disturbo?"

"No, cara. Certo che no, entra. Hai viaggiato?", mi domanda non appena mi vede trascinare la valigia dietro di me. L'apposto accanto alla porta e mi tolgo le scale.

"Sì, ero ad Oxford..."

"Capisco. Sei tornata per Aiden?" Quando contro il suo sguardo ha un filo di tristezza nei suoi occhi.

È come se mi avesse letto nella mente. "Sì. Volevo solo accertarmi che stesse bene e capire cos'è successo."

"Non lo sai?"

"No."

Jane si incupisce e maneggia con il cardigan che indossa. "Non è stata colpa sua. Non so neanche io bene cosa sia successo, ma ieri è venuto Fred e hanno litigato."

"Fred? Suo padre?" Cosa ci fa suo padre a Londra?

Jane annuisce piano e io posso solo immaginare come si sia svolto il loro incontro. Per un attimo mi preoccupo che Aiden abbia potuto fare del male al padre.

"Ieri hanno arrestato Aiden, perché a quanto pare deve aver rubato qualcosa. Ma io so per certo che c'è di mezzo suo padre", sbotta lei. Nelle ultime parole sento il ribrezzo che prova.

Ho un groppo in gola. "Perché lo pensi?"

"Perché gli ha detto che ci sarebbero state delle conseguenze. Come sempre", sospira. Abbassa lo sguardo per nascondere la rabbia sul suo viso.

"Cosa è venuto a fare a Londra Fred?"

"Per parlare con me per degli affari che riguardano Margaret. Aiden ha cercato di mandarlo via..."

Io resto ferma a guardarla. Se davvero suo padre l'ha fatto arrestare ingiustamente perché Aiden ha voluto mandarlo via... Se prima disprezzavo suo padre, adesso lo detesto. Quale padre fa arrestare il figlio ingiustamente?

Anarchia 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora