Quando arriviamo all'appartamento che si è preso Kyle nelle vicinanze dell'università mi fa fare un breve giro della casa. Posiamo la mia valigia nella camera da letto. Gli ho assicurato che non sarebbe un problema per me dormire sul divano, ma lui ha insisto a non farmi dormire in quel modo.
Non ci scambiamo molte parole, sono troppo stanca. Kyle va a guardare la tv, mentre io mi concedo per andare a dormire. Mi sento uno straccio. Riesco con molta forza di volontà a cambiarmi, farmi una doccia veloce e lavarmi i denti, prima di mettermi sotto le coperte.
Vorrei leggere qualcosa, ma gli occhi mi bruciano troppo. Spengo la luce e prendo in mano il mio telefono per dare un'ultima occhiata sulla chiamata di mio padre. Davvero vuole scusarsi? Probabilmente, ma non renderebbe meno grave quello che lui e Aiden hanno fatto.
Aiden... Noto sotto alla chiamata di mio padre, cinque chiamate perse da parte di lui. Sono indecisa, ma mi decido a bloccare il suo numero. Almeno per qualche giorno, per non sentirmi male ogni volta che leggo il suo nome.
Poggio il telefono sul comodino e fisso il soffitto. L'idea di lui e Amy mi sembra così distante, eppure così prossimo allo stesso tempo. Non mi aspettavo che mi potesse tradire, ma poi mi ricordo che c'è molto che non mi sono mai aspettata da lui e che però è successo. Cose imperdonabili, che però io come una folle ho perdonato.
Quando mi sveglio il giorno dopo esco assonnata dalla stanza di Kyle per trovarlo seduto al tavolo della cucina con una tazza in mano.
"Buongiorno", mi saluta non appena alza lo sguardo su di me.
So di avere un'aspetto orribile. "Buongiorno. Cosa stai bevendo?"
"Caffè. Ce n'è nella macchinetta se vuoi." Fa cenno sulla macchinetta argentata sui fornelli e io la prendo in mano senza esitare.
"Grazie", mormoro, mentre verso il caffè in una tazza. Non mi sento affatto più riposata di ieri sera, ma cerco di non buttarmi giù.
Mi siedo davanti a Kyle al tavolo e lui chiude il libro che stava leggendo. "Stai bene?", mi chiede sorridendo.
No. "Sì, abbastanza... È molto bello il tuo appartamento comunque..."
Alziamo lo sguardo sul lampadario in salotto e lui mi ingrazia ridacchiando.
"Quanto intendi restare qui? Per me puoi restare quanto vuoi se ti serve. Anche una settimana", mi assicura. Mi posa una mano sul dorso della mia e io mi sento sollevata.
"Davvero? Una settimana?" L'idea mi fa sentire alleggerita. Mi servirebbe del tempo lontana da Londra.
Kyle annuisce e prende un sorso dalla sua tazza. "Certo, Ju. So che sei venuta da me per non incontrare Aiden..."
"È vero..."
"Quindi puoi restare quanto vuoi. A meno che tu non voglia evitare di saltare le lezioni, però..."
Dannazione, le lezioni. Non ho mai avuto intenzione di saltare anche solo cinque minuti di lezione all'università, ma la paura di incontrare Aiden per i corridoi è più grande dei miei buoni propositi.
Accarezzo col pollice la mia tazza. "Penso che le salterò. Studierò da sola, sono certa di farcela."
"Certo. Ti do il mio mazzo di chiavi di riserva per quando io andrò a lezione, allora."
"Va bene. Grazie."
Per il resto della giornata decidiamo di andare al parco. Ci portiamo dietro un telo e dei biscotti, per poi sederci a scrutare la città di Oxford. Non posso neanche descrivere la bellezza che mi trasmette questa città.
Ci sdraiamo sul telo e lui mi legge alcune delle poesie che ha letto ultimamente. Riesco a non pensare ad Aiden ogni istante, ma c'è sempre quel peso nel petto che non se ne vuole andare. Costantemente.
"Sicura di non volere parlare con tuo padre?", mi domanda per la millesima volta Kyle, mentre addenta un biscotto.
"Sì, sono sicura. Non riuscirei ancora a sentire la sua voce senza scoppiare a piangere."
"A pensi che si sia pentito?"
Mi fermo a pensare. "Conoscendolo? No. Mio padre non ha mai riconosciuto i suoi errori. Per lui tutti sono tutti imperfetti e lui invece è perfetto", gli rispondo fredda.
Kyle sospira, ma mi dà ragione. "Se non te la senti hai ragione a non chiamarlo. Tua madre non ti ha detto niente al riguardo?"
"No. È strano."
"Ho pensato la stessa cosa", ammette lui. È strano che mia madre non si sia immischiata negli affari tra mio padre e me.
Il telefono di Kyle vibra, così lo prende in mano per leggere il messaggio. "Josef mi chiede se vogliamo uscire domani. In uno dei pub qui vicino. Ti va?"
"Sì, va bene. Ci saranno pure gli altri tuoi amici?"
"Sì, certo." Kyle risponde al messaggio, mentre io mi rivolgo al cielo.
Sono felice di poterli rivedere. Non ho più pensato a quello che è successo con Josef, ma non voglio che il bacio che mi ha dato influenzi domani sera. Per una volta non voglio farmi mille problemi. Mille paranoie.
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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.