Quando mi sveglio al suono della sveglia decido di alzarmi senza fare storie. Ieri sera sono tornata fin troppo tardi a Londra, ma Kyle aveva un progetto da finire e quindi avevo dovuto aspettare per il passaggio.
Mentre vado in bagno e inizio a lavarmi i denti, inizio a domandarmi se scrivere subito ad Aiden. Sono stanca di tenere le distanze, ma spero comunque che il suo comportamento impulsivo non si ripeta più. Mentre mi guardo nello specchio decido di scrivergli subito dopo lezione in modo da non avere conti in sospeso.
Esco dal bagno per indossare le prime due cose decenti che trovo, per poi mettere tutti i miei libri in borsa e uscire di fretta dalla stanza. Sono davvero grata al fatto di essere una persona mattutina; la ragazza con cui mi incrocio nel corridoio dà l'aria di essere appena risorta.
Quando arrivo sul marciapiede lungo la strada abbasso lo sguardo sul telefono per leggere un messaggio da parte di mia madre: > Chiamami qualche volta :) <
Odio quando usa gli emoji, perché so che non li intende davvero. Le rispondo con un: >Ti chiamo stasera<, malgrado non lo voglia davvero.
So che non riuscirò a nascondere a lungo il fatto che sono tornata insieme a Aiden, ma ho una paura tremenda della sua reazione.
Aumento il passo per arrivare in perfetto orario in aula e sedermi con una sensazione di appagamento al mio posto. C'è qualcosa di pacifico nell'aria quando si arriva per primi a lezione.
Il professor Tomlison ed io ci scambiamo due parole riguardo agli argomenti che affronteremo nella lezione di oggi, fino a che non entra il resto degli studenti e ci zittiamo entrambi. Non so perché, ma voglio fare una bona impressione sul professore. Ho sempre avuto questo complesso con i docenti.
Il professore si schiarisce la voce per iniziare la lezione e io inizio subito a prendere appunti. Amo l'università, perché, a eccezione di alcune persone, chi è seduto con te in aula è davvero interessato a ciò che il professore ha da dire. D'altronde qui si sceglie di partecipare, mentre il liceo è un obbligo.
Quando vedo che la lezione sta per terminare decido di scrivere Aiden. Sono nervosa all'idea di rivederlo, ma parte di me ha paura che si sia arrabbiato per il mio distacco.
Prendo con discrezione il telefono in mano per scrivergli un: > Possiamo vederci tra un po'?<
Metto giù il telefono, ma dopo neanche due secondi lo sento vibrare. Lo prendo con entusiasmo per leggere il messaggio di Aiden. >Va bene. Vengo io da te?<
Gli rispondo di fretta con un: >No vengo io. Tranquillo. Dove sei?<
Non è giusto che lui venga da me, dopo che sono stata io a prendere le distanze. Mi frullano nella mente tutte le parole che potrei dirgli per scusarmi, ma la vibrazione del telefono mi interrompe.
Ha risposto con un: >Sono in biblioteca.< Sono dove?
All'inizio non ci credo, ma dopo devo arrendermi all'idea. Cerco di nascondere un sorriso, mentre scrivo un: >Va bien.<
Aiden Houston e una biblioteca sono un ossimoro, ma muoio di vederlo con la testa sui libri. Tamburello impaziente sul tavolo in attesa della fine dell'ora, fino a quando finalmente il professore ci lascia uscire.
Afferro con agilità tutte le mie cose, per poi salutarlo con un: "Buona giornata", e uscire di fretta dall'aula.
Devo fare zig zag tra la marea di persone che si avvia verso l'uscita, ma non appena riesco ad uscire mi avvio verso la biblioteca.
Cosa ci farà in biblioteca Aiden? L'idea di lui che fa i compiti mi fa ridacchiare, ma allo stesso tempo sollevare. Quando avvisto la biblioteca entro a passo svelto, per poi iniziare subito a guardarmi con curiosità intorno.
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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.