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Aiden

Sono in ritardo di un'ora. Cazzo. Mi ci sono volute ore per stringere un patto con Joe, in modo di non doverlo portare alla festa. Quel ragazzino sa essere irritante...

L'appartamento di Tom non è cambiato per niente, solo le persone che stanno sul punto di scopare nell'ascensore sono delle altre. Quando entro nell'appartamento vengo subito stravolto dalla musica ad alto volume e inizio subito a passare lo sguardo per la sala in cerca di Juliet.

Mi chiedo perché sia in ritardo come me. Avrei voluto chiamarla per tutto il giorno, per essere sicuro di poterla vedere stasera, ma tutte le volte mi sono bloccato con il telefono in mano. So di doverle lasciare spazio se voglio avere anche una sottilissima possibilità che lei mi perdoni.

Noto Chad farmi cenno dalla cucina di seguirlo, così lo raggiungo. Mi passa una birra non appena lo affianco. «Tieni. Bevi che ti fa bene.»

«Grazie.» Prendo un sorso e sento gli occhi appannarsi. Chad mi guarda con un ghigno.

«Hai una faccia da schifo, Aiden», osserva e io faccio una smorfia.

«Grazie. Sono sempre apprezzati i tuoi complimenti...»

«Stavo scherzando. Te la prendi troppo facilmente, amico.»

Mi volto per lanciare uno sguardo all'ingresso, ma ancora non vedo segni di una ragazza fin troppo innocente per questo posto.

Dio, sento le farfalle nello stomaco come un ragazzino. Chad saluta Nate e Amy, ma non riesco a seguire la loro conversazione. Sono troppo preoccupato e incazzato per parlare.

«Aiden. Ti senti bene? Sei tutto sudato», mi dice Amy. Non la degno di uno sguardo.

«Sono andato in palestra.»

«Ah. Ora si spiegano tutti i tuoi muscoli.»

«Hmhm...»

È vero che ci sono andato, mi sono iscritto in una palestra per riprendere ad allenarmi con il pugilato, ma non è questo il motivo per cui sto ridotto di merda.

Amy mi posa una mano sull'avambraccio, ma io mi scosto. Troppe volte ha provato a convincermi di scoparla quest'estate e mi sono stancato.

«Cos'hai?», ribadisce.

La guardo irritato. «Niente. Sto aspettando una persona.»

«Chi?»

«Che cazzo te ne frega? Voglio stare da solo se non ti dispiace.»

So di essere scorbutico, ma non me ne frega. Non c'è ancora segno di vita da parte di Juliet e sono ormai le dieci passate. So che non sono nella posizione di farlo, ma inizio a preoccuparmi.

Amy si volta offesa e io prendo il telefono dalla mia tasca per digitare il numero di Juliet. Aspetto due secondi, ma non risponde.

«Cazzo», ringhio. È straziante. Mi passo con forza le mani tra i capelli per tirarli leggermente, Nate mi affianca.

«Sei troppo teso, amico», enuncia, ma serro soltanto la mascella. Non c'è bisogno che me lo ripetano tutti.

«Me ne ero accorto, grazie.» Mi sto rompendo il cazzo di questa festa.

Darei di tutto pur di passare la sera come ieri, stringere Juliet tra le mie braccia e sentirla addormentarsi. Quando lo fa è come se la rabbia in me lo facesse con lei.

Quest'estate ho avuto difficoltà a controllare la mia rabbia come prima di conoscerla. Il signor Yersey, lo psicologo che mio padre aveva pagato quando avevo quattordici anni, ne sarebbe deluso.

Ma d'altronde ho saltato tutte le sedute che avevamo, quindi non credo gliene fregerebbe più di tanto...

Nate fa passare uno sguardo interessato per la folle e fa cenno verso un gruppo di ragazze girato verso di noi.

«Perché non ti scopi una di quelle?», propone.

Alzo gli occhi al cielo, proprio quando una di loro mi accenna un saluto. «Ti ho già detto che mi annoia.»

«Ti annoia scopare?»

Lo fulmino con lo sguardo. «No, sai cosa intendo.»

Ho parlato a tutti loro di Juliet già all'inizio dell'estate, ma è come se volessero dimenticarsela. Ho tentato anche io, ma dopo aver baciato una ragazza ad Agosto potevo vomitare. Essere innamorato di Juliet è diventato un maleficio.

Chad prende Nate e me sotto braccio, per guardare a sua volta il gruppo di ragazze. «Di che stiamo parlando?»

«Del fatto che ad Aiden si stia castrando da solo», risponde Nate e loro scoppiano a ridere.

Alzo gli occhi al cielo annoiato. «Scopatevele voi.»

«Con piacere», mormora Nate. Si lecca le labbra per divincolarsi da noi. «Se mi cercate starò per la prossima mezz'ora in bagno a scopare.»

Si avvicina alle ragazze e Chad lo segue a ruote. Mi fa un cenno con la testa: «Buona fortuna con il tuo voto di castità!»

Gli mostro il dito medio. «Vaffanculo.»

Ridono di me e fanno bene. Se io mi fossi visto un anno fa avrei fatto lo stesso. Mi guardo un'ultima volta in giro, ma non c'è traccia di Juliet. Noto però Katie in fondo alla sala, così decido di chiederle se ha idea di dove si trovi.

Mi aggiro per la folla che sta ballando con fatica, intento ad attraversarla. Una ragazza inizia a strusciare il suo culo contro il mio cazzo, ma mi sposto immediatamente annoiato. Quando raggiungo Katie lei mi saluta sorridente.

«Ciao Aiden!»

«Ciao. Senti, hai visto Juliet?», taglio corto, ma non mi frega delle chiacchiere. «La tua vicina di stanza.»

Katy scuote il capo e io mi sento ancora più appesantito di prima. «Non l'ho vista, ma mi ha scritto che non si sente bene e che per questo non viene.»

«Non si sente bene? E che cos'ha?» Stamattina non sembrava malata. Si sarà fatta male? Mi sto innervosendo.

Katy fa spallucce. «Non me l'ha detto. Non credo abbia nulla di grave però.»

«Che ne sai?»

«Lo credo e basta. Aiden, devi stare tranquillo», mi dice, ma la ignoro. «Non sta mica morendo.»

Sapere che non verrà stasera mi fa passare tutta la voglia di restare qui. In più voglio accertarmi che non abbia nulla di grave.

«Sto tranquillo», contraddico a Katie.

«Non sembra.»

Sbuffo e decido di andarmene. «Ci vediamo domani, non mi va più di stare qui.»

La supero, ma lei mi guarda perplessa. «Dove vai?», mi chiede sorpresa.

«A casa», ribadisco prima di prendere la mia giacca dall'attaccapanni e uscire. Non faccio caso al fatto che quando ho detto "casa" ho pensato subito a Juliet.

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