Aiden
Dopo pranzo facciamo un salto al mio appartamento per prendere dei vestiti per la cena di stasera, ma poi torniamo nella stanza di Juliet. Voglio stare il più lontano possibile dalla casa infestata da Nate. Conviverci è iniziato ad essere un peso da quando sono tornato con Juliet. Mi prenderei un appartamento mio, ma non mi basterebbero i soldi.
Forse, se mi prenderanno, lo stage nell'azienda me lo permetterà. E chiederà a Juliet di vivere con me. Perché poi la mia vita sarebbe perfetta, meno i numerosi problemi in famiglia.
Quando entriamo in stanza di Juliet notiamo che si è fatto troppo tardi, così iniziamo subito a prepararci. È difficile evitare di baciarla ogni due secondi, mentre si sveste e si riveste. Il vestito rosso che indossa le accentua ogni curva e ogni spigolo del suo corpo.
Sopratutto quando mi siedo sul letto ad osservarla, mentre si mette a labbra socchiuse un rossetto che non ho mai visto, è difficile non iniziare a sudare. Dio, se è bella. Anzi, bellissima.
Mi convince con un: "Fallo per tua zia", ad indossare una camicia bianca, così decido di arrendermi.
Dopo così tanti mesi che mi ha trattato bene, non posso non fare questo per Jane. Quando alla fine ci guardiamo nel riflesso dello specchio, l'uno vicino all'altro, mi viene da sorridere.
So che è ridicolo, ma non riesco a smettere di farlo. Con i capelli legati e quelle scarpe col tacco Juliet sembra una modella. O meglio. Sì, meglio.
Quando entriamo in macchina lei inizia subito a bombardarmi di domande sulla mia famiglia: "Quanti saremo? Conoscerò altri membri della tua famiglia che non c'erano al compleanno di tuo padre? Chi?"
"Ju, amore. Non ne ho idea", ammetto.
Lei mi guarda offesa, ma è la verità. E anche se sapessi chi verrà non avrei molto da raccontarle, perché i parenti da parte di mia madre non li vedo da secoli.
Quando si poggia al sedile, scopre la sua coscia nuda, il ché mi fa stringere il volante con più forza. Fissa la strada, fissa la strada...
"Sono nervosa", ammette.
Le rivolgo un sorriso. "Perché? Ti ameranno tutti di sicuro." Non ne sarei sorpreso.
"Bè... forse. Cosa ne pensano degli americani?"
OK, forse il fatto che è americana le toglierà dei punti. Mi gratto in imbarazzo la nuca. "Ehm... nulla. D'altronde, mio padre è americano e gli hanno permesso di sposare mia madre. Quindi stiamo apposto."
Mi irrigidisco. Ho praticamente dedotto che sarebbe apposto per la mia famiglia se ci sposassimo? Ammazzati...
Fortunatamente Juliet non ci fa caso. Trema con la gamba per il nervosismo. "Gli parlerai del colloquio, stasera?"
"Sì. Credo. Non voglio che restino delusi se non mi assumono...", confesso sincero.
So che odia quando mi comporto da insicuro, ma non posso evitarlo. Nella mia vita ogni volta che ho voluto qualcosa ho sempre fatto qualcosa per rovinarla. Quello che è successo con Juliet ne è la prova.
Mi posa una mano sulla spalla. "Non resteranno delusi, Aiden. E se non ti prenderanno -cosa che non penso- sicuramente ti vorrà qualcun altro."
"Lo pensi davvero?"
"Certo. Sai che lo penso e dovresti farlo anche tu."
Sospiro. Forse ha ragione. Mi piacerebbe davvero vedere la faccia di Sabrina, Jane e Joe quando glielo dico. Sarebbe bello sentirgli dire di essere orgogliosi di me, come ha fatto Juliet.
Mi maledico non appena i miei pensieri tornano a come mio padre non me l'ha mai detto. Non se lo merita. Smettila.Parcheggio davanti all'appartamento di mia zia e scendiamo insieme dalla macchina. Juliet si avvicina per darmi un bacio sulla guancia e intreccia le dita delle nostre mani. Non so perché sono nervoso. Qualcosa mi dice che dovrei esserlo.
"Come sto?", mi domanda insicura quando entriamo in ascensore. Si abbassa nervosamente la gonna come fa sempre.
L'ammiro da capo a piedi. "Stai benissimo. Stai sempre bene."
"Davvero?"
Le prendo il mento tra le dita per baciarla profondamente. Vorrei più di tutto prenderla adesso, in questo preciso istante, ma siamo già in ritardo.
Le porte dell'ascensore si aprono e noi ci divincoliamo in speranza che nessuno ci abbia visti. Usciamo mano nella mano. Quando suono il campanello Joe viene ad aprirci dopo pochi istanti.
"Siete in ritardo", mi rimprovera per provocarmi. Mi abbraccia e stringe la mano a Juliet con educazione.
"Ma sta' zitto te che dai l'aria di essere un pinguino", ridacchio, rivolto allo smoking che mia zia sicuramente lo ha costretto ad indossare.
Joe vorrebbe prendermi a pugni, è evidente. "Non. Una. Parola. Sullo. Smoking. Lo odio già abbastanza."
Gli passo una mano tra i capelli disordinati. "Ti sta bene, Joe."
Quando entriamo nell'appartamento quasi tutti i presenti si voltano in silenzio verso Juliet e me. Sono una decina, ma riesco a riconoscere solo i miei nonni. Il silenzio che si sta creando è imbarazzante; io non riconosco loro e loro non riconoscono me.
"Aiden, caro. Che bello rivederti", mi acclama mia nonna. Mi abbraccia con calore e noto che anche gli altri invitati si stanno ricordando di me. Ma restano fermi; so che sono intimiditi da me.
Un uomo calvo si alza dal divano per stringermi la mano. "Aiden... saranno otto anni che non ci vediamo. Sono zio Luke."
Mi illumino. "Zio Luke! Certo, mi ricordo. Non ti riconoscevo, scusa."
"Tranquillo, ragazzo. O forse dovrei chiamarti come un uomo. Ormai mi hai superato di una testa", osserva sbalordito. In effetti mi sto accorgendo di essere più alto della maggior parte dei presenti.
Si rivolge a Juliet. "E tu sei la ragazza, suppongo."
Lei arrossisce visibilmente. "Sì, piacere. Juliet", risponde lei educatamente, stringendogli la mano.
"Luke. Sono lo zio di Aiden. Che bello sapere che hai trovato qualcuno", mi dice mio zio lieto. Non me lo ricordavo così gentile. In genere litigava sempre con mia madre, ma suppongo che i tempi cambiano.
Jane esce dalla cucina per abbracciare sia Juliet che me. Indossa un vestito azzurro e non credo di averla vista così bella da anni. Mi prende per un braccio per prendermi in disparte, il ché mi sorprende.
"Devo parlarti di una cosa, Aiden."
È stranamente seria. "È una cosa seria?"
"Bè, sì. Abbastanza."
Non mi piace il tono con cui lo dice, come se avesse paura della mia reazione. Prendo un profondo respiro, ma mi si blocca il respiro in gola quando vedo Gabriel entrare nell'appartamento. Affiancato da mio padre.

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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.