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Non vedo l'ora che venga, le emozioni che mi scoppiano nel petto sono indescrivibili al solo pensiero. Tento di concentrarmi e inizio a svolgere il compito. Ho un mese per svolgerlo, ma per le otto ho quasi finito la metà.

Riprendo il telefono, che ho messo da parte per contrarmi, per vedere se Aiden mi ha scritto e sorrido quando noto che l'ha fatto: >Sto arrivando.<

L'ha scritto dieci minuti fa, ma rispondo comunque con un: >Va bene. Ti aspetto.<

Scatto in piedi euforica e inizio a fare su e giù per la stanza in attesa del suo arrivo. La pancia mi brontola, quindi spero che se andrà tutto bene con Aiden potrò trascinarlo con me a prendere qualcosa da mangiare fuori.

Sento bussare alla porta e quando sfreccio per aprirla mi sento sollevata quando trovo Aiden piazzato davanti. Tamburella con la dita sulle sue cosce mentre alza lo sguardo. «Ei.»

«Ei», rispondo, mi sento già arrossire. Lo faccio entrare e lui si ferma in mezzo alla stanza. Noto dal modo in cui è serio che è nervoso.

«Hai detto che vuoi parlare di noi», enuncia e incrocia le bracci al petto.

«Sì.» Non so come fare, a dirgli che lo rivoglio ma che allo stesso tempo non dovrà mai più fare quello che ha fatto.

Aiden resta a fissarmi. «Dovrei preoccuparmi?»

Sorrido d'istinto, è quasi carino quando è preoccupato. «No, il contrario.»

Il suo viso si illumina, ma resta immobile. Quando faccio per iniziare a parlare il brontolio nella mia pancia si fa sentire in modo esagerato. Vorrei sotterrarmi dalla vergogna, ma Aiden aggrotta la fronte.

«Hai fame?», mi domanda allarmato. Questo ragazzo legge nella mente...

Mi massaggio la pancia. «Non si sente?»

«Si è sentito abbastanza. Vuoi andare a prendere qualcosa da mangiare mentre parliamo?», mi propone gentilmente. Mi sto quasi abituando all'auden gentile, così annuisco e lui ci fa strada verso il corridoio.

Sono sollevata che l'atmosfera tra noi due non è tesa, ma sono a conoscenza del fatto che dobbiamo ancora chiarire delle cose prima di tornare insieme.

Quando usciamo dal dormitorio mi schiarisco la gola, Aiden si volta verso di me. «Voglio riprovarci, Aiden», taglio corto e lui si blocca.

Appaiono le sue fossette quando sorride sollevato. «Davvero?»

«Sì. Ma dobbiamo chiarire certe cose», lo avverto seria, ma lui annuisce obbediente. Non vuole rischiare che cambi idea.

Scendo le ultime scale per fargli cenno di continuare a camminare. Lui mi affianca e ho l'impressione che il legame che ho sempre sentito inizi pure ad attirarci più vicini.

«Faccio tutto quello che vuoi, Ju. Qualsiasi cosa», mi accerta sincero. Gli credo.

«Posso cercare di dimenticare quello... che è successo a giugno, Aiden. Ma devi promettermi che non mi mentirai mai più.»

«Te lo giuro.»

«Pensaci davvero. Non voglio più segreti tra di noi. Voglio potermi fidare di te», gli spiego sincera.

Lui si posa serio una mano sul cuore. «Lo puoi fare, Ju. Cazzo, te lo prometto.»

«Devi capire che non voglio dover passare di nuovo quello che ho passato quest'estate.»

«Lo so, Ju. Mi dispiace moltissimo.» Lo so.

Mi portò le ciocche dietro alle orecchie e sospiro. «Non voglio più bugie, Aiden.»

«Chiaro.»

«E non voglio neanche che tu non ti faccia sentire per troppo tempo senza spiegazioni.»

Continua ad annuire con un ché di disperato. «Non lo farò. Ti amo troppo.»

Restiamo in silenzio a scrutarci, ma poi annuisco convinta. Spero davvero che non finisca di nuovo male, non lo sopporterei. Mi viene incontro e lascio che mi prenda il viso tra le sue calde e sicure mani.

Mi sento serena solo con quel lieve contatto. Poggia la sua fronte alla mia e chiude gli occhi per un secondo, come se dovesse riprendersi da una corsa estenuante. Il suo profumo mi invade nuovamente le narici e i suoi capelli mi fanno solletico sulla fronte, come hanno sempre fatto.

Mi metto in punta di piedi per affondare le mie labbra sulle sue. Sento il mio cuore sospirare. Aiden risponde con bisogno al mio bacio e mi avvicina con le mani al suo viso. Poso le mie dita sul suo addome, godendomi il suo gusto paradisiaco. Lo sento sorridere.

«Mi sei mancata», mormora quando si allontana dalle mie labbra per legare le sue iridi verdi alle mie.

Il mio stomaco è in confusione. «Anche tu, Aiden», rispondo fiduciosa e lui riposa le sue labbra piene sulle mie.

Si allontana sorridente per farmi cenno di proseguire. «Andiamo?»

«Andiamo.» Intreccia con un ché di soddisfatto le sue dita con le mie prima di riprendere a camminare. Mi sento cedere quando mi accarezza con il pollice la mano.

«Com'è stato da tua zia?», gli domando dopo pochi secondi in silenzio. Non c'è disagio, solo silenzio quieto.

Ci sorridiamo. «È andata abbastanza bene.»

«Perché abbastanza?» Imbocchiamo la strada della pizza al taglio.

Aiden sbuffa per portarsi una mano tra i capelli. «Joe è finito in presidenza e mia zia era al quanto incazzata stasera.»

Socchiudo le labbra perplessa. «Mi dispiace. Perché è finito in presidenza?»

«Lunga storia», sospira. Alza le nostre mani incrociate per lasciare un bacio sulla mia e scuote la testa. «Possiamo non parlarne, per favore?»

«Certo.» Lo faccio fermare per dargli un bacio a stampo, ma non appena sfioro le sue labbra umide non riesco ad allontanarmi. Sono così compatibili...

Sento il bacio farsi più intenso quando Aiden mi stringe per i fianchi a sé. Le mie labbra si socchiudono automaticamente e non perde tempo per stuzzicare esperto la mia lingua con la sua, lentamente. Affondo le mie dita tra le sue ribelli ciocche, mentre lui mi stringe in vita per alzarmi leggermente.

Mi sento come in una favola, perché per un attimo mi dimentico dei nostri mille problemi. Vedo solo l'amore che proviamo l'uno per l'altro.

Anarchia 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora