Aiden
Quando usciamo dal locale verso le due nella notte mi sento sollevato. Mi sono chiesto più di una volta se non avrei dovuto dire a Juliet che ci veniva anche mia madre in questo locale, ma in questo periodo ho iniziato a pensare che dovrei parlare meno di lei.
Juliet ha l'aria innervosita così la prendo sotto braccio per confortarla. "Sei scossa per quello che ti ha scritto tua madre?", le domando piano.
"No... cioè sono solo sorpresa. Ho appena accettato l'idea di perdonare mio padre e già domani vengono a Londra. È tutto troppo... affrettato."
È scossa, perciò cerco di tranquillizzarla con un abbraccio. Non so ancora consolarla. "Ju, tu pensa al fatto che dovrai vederli domani e magari anche dopo domani, ma dopo di ché non dovrai più farti dei problemi riguardo a loro.
Lei sospira. "Mi dovrò sempre fare dei problemi riguardo a loro."
Purtroppo non posso obiettare. Sua madre sarà sempre una spina nel fianco e suo padre il tallone di Achille nella nostra relazione. Non voglio neanche pensare a come sarà rivederlo. Perché lo rivedrò, giusto? A patto che Julite gli parli di noi.
"In più ho paura di parlargli di te", aggiunge lei, come se mi avesse letto nella mente. Sciogliamo l'abbraccio per incamminarci sul marciapiede.
"Non gliene hai ancora parlato?"
"No. Non ne ho avuto davvero il coraggio. Ho detto a mia madre che ti sarei stata alla larga e invece eccomi qua." Abbasso lo sguardo deluso; non piace il tono in cui l'ha detto, come se si pentisse di essere qui.
Lei se ne accorge, infatti si ferma per prendermi per il mento. "Sono felice di essere qui, Aiden. Non farti strane idee."
"Non me le stavo facendo", mento, ma lei mi conosce fin troppo bene ormai.
Ridacchia in silenzio. "Sei davvero diventato permaloso, Houston."
Alzo gli occhi al cielo in imbarazzo, ma non posso contraddire. Mi sento un bambino e non mi piace, così le prendo il viso tra le mani per baciarla con forza. Lei posa le sue mani sui miei bicipiti per rispondere al mio bacio con delicatezza.
Sono a conoscenza che perdonare suo padre potrà aprire una ferita nella nostra storia che ho cercato di cicatrizzare, ma adesso per la prima volta non sento l'impulso di bloccare tutto ciò che può minacciare la richiusa di questa ferita. Ho sempre cercato il controllo in tutto solo perderlo nei modi peggiori.
Quando si allontana le faccio cenno di andare in macchina per tornare a casa, ma lei scuote la testa. Mi prende per mano per trascinarmi verso un punto indefinito.
"Cosa ne è stato della Juliet Browne che va a dormire alle nove di sera?", le domando perplesso mentre mi tira a sé.
"L'ho messa in pausa. Almeno per stasera."
"Perché?"
Allaccia le sue braccia intorno al mio collo e io sento il petto esplodere. Lei sospira per sorridere. "Non so. Perché voglio godermi ogni singolo minuto di questa notte, con te."
"Ogni singolo attimo?"
Annuisce sicura e io abbozzo un sorriso. Vorrei vedere ogni giorno questa scintilla nei suoi occhi azzurri. Le do un bacio sulla punta del naso solo per poterla vedere arrossire. "Mi ami, Ju?", le domando piano.
So che non dovrei chiederglielo, ma voglio che mi dica che mi ama e supplicare non è il caso.
"Certo che ti amo." Si mette in punta di piedi per posarmi un bacio sul naso a mia volta. "Tu mi ami?"
"Eccome se ti amo, Ju. Non hai idea quanto", confesso. Vorrei darmi un pugno in faccia per il quanto io sia patetico, ma allo stesso tempo voglio essere sincero con lei.
Torniamo a camminare per degli istanti fino ad arrivare sulla riva del Tamigi. Dovrei stasera in ansia perché siamo nel mezzo della notte e ci siamo solo Juliet ed io per strada, ma mi limito a stringere i pugni.
Quando noto che Juliet si sta strusciano la mano sulle braccia vorrei darle una giacca, ma come degli stupidi nessuno di noi se ne è portato una, così ci limitiamo ad abbracciarci con forza. Sinceramente non ho freddo, ma non voglio allontanarla da me.
Quando ci sediamo su una panchina per aspettare l'alba lei riprende la conversazione che prima abbiamo interrotto: "Quindi domani gli parlerò di te. Ai miei genitori."
"Direi. Pensi che dovremmo parlargliene insieme?"
"Cosa? No, assolutamente no. Conosci mia madre; sai che se la prenderebbe con te e perderemmo il filo del discorso."
Annuisco in silenzio. Ha ragione lei. Si scosta dal mio petto per sedersi con le ginocchia esattamente parallele, segno che sta pensando a cosa dire ai suoi genitori domani. Io mi soffermo sui suoi lineamenti delicati; mi viene un déjà vu di quando sono andato a scusarmi per averla cacciata nei guai a scuola.
Allora era solo una ragazzina a me indifferente e adesso invece è tutto.
Sospiro quando vedo che si sta torturando da sola. "Ju, forse dovresti semplicemente dirglielo in modo spontaneo. Non pensarci tre miliardi di volte come fai sempre..."
"Forse lo faccio perché è l'unico modo per non fare impazzire mia madre."
"Impazzisce comunque." Lei mi guarda storto, ma sa che ho ragione. Sua madre è terrificante.
Si poggia nuovamente al mio petto, il ché mi tranquillizza. Le accarezza le guancia mentre guardiamo in lontananza, proprio dove tra poche ore dovrebbe sorgere il sole.
"Aiden?"
"Hm?"
Mi prende la mano con cui la stavo accarezzando per baciarmi il dorso con un ché di dolce. "Qualsiasi cosa accada con i miei domani... Lo sai che resterò con te comunque, vero?"
"Me lo prometti?" Non vorrei si riconoscesse la mia dipendenza da lei nel tono della mia voce, ma non posso evitarlo. Per tutte le volte che mi dice che mi vorrà sempre, ho sempre un po' di paura che possa trovare qualcuno di meglio.
Volta il capo per puntare le sue iridi azzurre nelle mie. "Te lo prometto."
Per un attimo non ci credo. "Perché? Perché continui a restare? Anche quando mi comporto così male con te?"
Abbassa lo sguardo, ma poi torna ad accarezzarmi la guancia. "Suppongo... perché non avrei alcun altro posto al quale tornare. Niente sa di casa quanto te, Aiden."
Intreccia le sue dita con le mie e io vorrei soltanto potesse sentire i fuochi d'artificio nel mio petto. Casa.
"Pure tu sai di casa, Ju. Tu sei casa, per me."
Restiamo due deficienti a scrutarci. Le sue labbra socchiuse si stendono in un sorriso. "E allora sai che tornerà sempre da te."
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Anarchia 2
Fanfiction{SEQUEL di Anarchia} Juliet pensava di conoscere Aiden. Corpo e anima. Eppure con un cuore spezzato deve realizzare che quello che pensava di sapere su di lui era solo la punta dell'iceberg.