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Aiden

Quando espira fa un suono simile a un sospiro. La luce dell'alba che proviene dalla finestra le illumina il viso come se si trattasse di quello di un angelo.

Ormai sono le cinque e non riesco ad addormentarmi: non so per quanto potrò tenerla tra le mie braccia e la paura che questo non possa succedere mai più non mi ha fatto chiudere occhio. Sembra essere passata un eternità dall'ultima volta che l'ho fatto.

Juliet è così bella. È l'unica cosa che non avrei mai pensato di trovare nella vita, un motivo per essere una buona persona, e invece con lei sono stato il contrario. Ho accettato degli sporchi soldi da parte di suo padre per uscire con lei.

Potrei giustificarlo col fatto che mio padre non voleva darmi i soldi per l'università, ma dovrei ammettere che farmi comprare un appartamento attraverso Juliet è stata una mossa disgustosa.

Mi faccio schifo. Ma la amo troppo e sono troppo egoista per fare a meno di lei.

L'ho capito nel momento in cui sono partito per San Francisco, quando mi sono seduto a guardare il Golden Gate e l'unico pensiero che avevo nella testa era il quanto volessi che Juliet fosse lì con me.

È stato seduto lì che ho capito che mi stavo innamorando, anche se l'idea mi faceva incazzare. Il modo in cui Juliet mormora sempre quando legge o come alza gli occhi al cielo quando vuole trattenere un sorriso sono parte del motivo.

Sono assurdo; mi accorgo che mi sto innamorando e mi incazzo. Non capisco neanche il perché.

Sapevo che baciarla non era incluso nel patto con suo padre, ma all'inizio lo pensavo qualcosa di divertente, una sfida personale.

Pensavo di poter andare dai miei amici e parlare di una stupida ragazza che me l'ha data, ma parlargli di come l'ho toccata per la prima volta nella mia stanza mi ha fatto sentire una gelosia che non avevo mai provato quando parlavo di certe cose.

Juliet trattiene il respiro per poi espirare, sento il suo respiro sul mio petto insieme al suo ritmo.

Le poso una mano sulla testa per accarezzarla piano, attento a non svegliarla. L'ho sempre guardata dormire, ma mai mi è sembrata bella come adesso.

Vorrei spiegarle quanto mi ha salvato; fino a qualche mese fa mi abbandonavo all'alcol e al sesso senza neanche alzare lo sguardo e guardare ciò che avevo intorno.

È solo grazie a Juliet che ho deciso di riprendere i rapporti con mia zia e suo figlio.

Era talmente lieta quando l'ho chiamata all'inizio dell'estate che quasi mi aveva tranquillizzato l'idea di avere ancora parte di mia madre sparsa per il mondo.

Per la prima volta; prima di Juliet volevo solo dimenticarmi di lei. Ma adesso non più, anche se fa male.

Abbasso lo sguardo sul viso di Juliet e sorrido. Ha il braccio stretto intorno al mio busto e so che non appena si sveglierà troverà una scusa per ignorare questo fatto. Prendo il telefono dalla tasca per leggere che sono ormai le sei passate.

Tra esattamente sei ore dovrò andare a prendere Joe da scuola, ma l'idea non mi invita affatto.

Non perché non ho voglia di passare del tempo con lui o perché voglio evitare di andare a cena da mia zia stasera, ma perché ho la perenne sensazione che qualcosa mi manca. Meno che adesso.

La sbornia è più che passata, ma se devo essere sincero l'ho sentita scendere nel momento in cui Juliet mi ha aperto la porta della sua stanza. Quando ha permesso che la baciassi.

So che quando ci sveglieremo spererà che non mi ricorderò del fatto che stessimo per andare a letto insieme, ma non credo ci possa essere uno stupefacente in grado di farmene dimenticare.

Anarchia 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora