Capitolo 41.

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"Aggiunga dei bastoncini di zucchero e qualche cioccolatino, grazie."
Esclama Oliver e io rido per la gran quantità di caramelle che ha appena comprato da quella che secondo lui è la bancarella più bella di tutti i mercatini di Natale di Truckee. 

"Non ti sembra di esagerare un po' amore?"
Chiedo quando prende il sacchetto fin troppo grosso.

"Le caramelle e i dolcetti non sono mai abbastanza, ricordatelo Isla Ariel."
Scuoto il capo, sembra davvero un bambino e pare proprio che la sua parte tormentata l'abbia lasciata a Stanford. Mi sta facendo visitare tutta la città e i suoi posti preferiti. Questa mattina siamo andati a fare una bella camminata ed ora, che sono quasi le quattro del pomeriggio, mi ha portata nel centro della piccola città, dove ci sono le bancarelle di Natale e anche la cioccolata più buona di tutto il pianeta, questo sempre secondo il mio ragazzo che mi sto divertendo ad assecondare su tutto e non mi permetterei mai di contraddire se questo significa vederlo così felice e sereno. 

Arriviamo davanti ad un'altra bancarella, ordina due cioccolate grandi con la panna. 

"Vedrai, dopo che avrai assaggiato questa cioccolata non ne potrai più fare a meno."
Mi dice sicuro passandomi il mio bicchiere, mi prende la mano libera e mi porta su una panchina poco distante dalle bancarelle.

"Ne sono sicura."
Dico sedendomi accanto a lui, soffio leggermente sul mio bicchiere, ne bevo un sorso.

"Oddio, è veramente buonissima!"
Esclamo quasi incredula, ammetto di aver pensato che avesse un tantino esagerato con la storia della cioccolata. Oliver ridacchia guardandomi. 
"Che c'è?"
Chiedo alzando un sopracciglio.

"Hai i baffi di panna."
Mi dice dolcemente prendendo il suo tovagliolino e pulendomi, in un gesto che ha una premura rara. Poi mi ruba un bacio, sorrido, mi mette un braccio intorno alle spalle ed io mi appoggio a lui. Beviamo la nostra cioccolata in uno dei nostri perfetti silenzi, guardando il mondo intorno a noi. Un mondo che forse per la prima volta non sembra scorrere così veloce, un mondo che sembra finalmente un posto anche per noi. Per me e Oliver. 

Ricominciamo a camminare, abbracciati, guardiamo le varie bancarelle, mi fermo particolarmente attratta da una collanina strana, all'inizio non capisco bene cosa raffiguri, poi appena la sfioro lo capisco benissimo. 

"E' una luna piena a metà, si unisce a questa."
Esclama la ragazza che la vende e mostrandomi l'altra collana che si unisce a questa, sorrido guardandola, lei ricambia. Non faccio in tempo a dire altro perché Oliver dice alla ragazza di incartarle entrambe e le compra. 

"Non dovevi comprarle, erano belle ma..."

"E' perfetta Isla Ariel."
Mi risponde e mi trascina in disparte rispetto alle tante persone, mi accarezza il viso e io sento il calore del suo tocco nonostante i guanti.
"E' perfetta perché tu sei stata come la luna che illumina una notte buia e tormentata. Sei stata come la luna che porta luce nella notte."
Sorrido, mi scende una lacrima, non credo che nessuno mi abbia mai detto parole più belle.

" Sei la mia luna Isla Ariel. E non credo sia troppo presto per dire che sarai sempre la luna della mia vita."

-

Siamo tornati da poco a casa, Oliver è andato a fare una doccia mentre io sto mettendo della legna nel camino per il fuoco, nonostante il riscaldamento mi piace troppo questo camino e ho chiesto ad Oliver se fosse possibile tenerlo acceso mentre siamo in sala.

Quando mi giro per andare in cucina poi sussulto perché non mi ero accorta che Oliver fosse uscito dal bagno. Mi sta guardando, solo un asciugamano a coprirgli la vita e i miei pensieri che vagano e figurano nella mia mente cose non troppo caste, mi mordo il labbro, sono sicura che Oliver lo noti ed è per questo che in un paio di passi veloci mi raggiunge e mi bacia con una foga che mai aveva usato prima. 

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