Capitolo 56.

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Mi sistemo meglio la coperta sulle spalle, ripeto ad alta voce l'ennesima nozione che non riesce a starmi in testa. Non ho proprio la testa per studiare dopo il litigio con Oliver ma non posso rimanere indietro, non me lo posso proprio permettere dopo aver fatto domanda per frequentare un secondo corso di laurea.

Prima mi sono sentita in colpa, appena varcata la porta della camera già volevo correre da lui e abbracciarlo ma non sarebbe stato giusto. Il dolore che prova una persona non la autorizza a ferire chi ha accanto. Non è giusto. E poi, dopo aver visto quella bottiglia di whiskey mi sono sentita incredibilmente delusa e inutile. Si, inutile. Pensavo di poter essere un sostegno per lui, pensavo si potesse appoggiare a me, pensavo potesse trovare sostegno in me. Invece, a quanto pare, non sono abbastanza se una bottiglia di whiskey può dargli più sostegno di quel che possa fare io.

Chiudo il libro, sbuffo e sempre con la coperta sulle spalle esco sul terrazzo dalla portafinestra della camera, controllo che non ci sia Oliver e mi accendo una sigaretta. Non ha ancora smesso di piovere ma ha una bella tettoia che copre quasi metà terrazzo, mi siedo su una delle due poltroncine da esterni che ha. La vibrazione del mio telefono mi fa scomodare subito, lo prendo e rispondo quando vedo che la chiamata arriva da Lily.

"Ehi."
Sussurro piano, non voglio che Oliver senta che son qua fuori.

"Ciao Isla."
Mi dice dolcemente, credo che suo fratello gli abbia già accennato qualcosa.
"Come stai?"

"Dobbiamo fare tutta la scenetta o mi dici subito che hai già parlato con Ol?"
Le dico cercando di mantenere il tono neutro, non voglio che pensi sia arrabbiata con lei.

"L'ho chiamato prima e quando gli ho chiesto di farmi salutare la mia migliore amica mi ha risposto che in questo momento non vi parlate ed eri chiusa in camera."

"E ti ha detto cosa è successo?"

"Non nei dettagli ma posso immaginare come sia Oliver in questo periodo."

"Non avrei mai invaso il suo spazio ne l'avrei mai obbligato a passare queste giornate insieme se non me l'avesse espressamente chiesto lui. Non sono quel genere di persona, ho aspettato mesi prima che mi dicesse di Thomas, senza mai forzarlo, figurati se l'avrei mai fatto in questo caso. Ma è stato lui a volermi qua. Lui me l'ha chiesto. E io so che ho una grande responsabilità da quando mi ha raccontato tutto ciò che gli è successo ma come posso fare se non ne vuole sapere niente? Come faccio a stargli vicino se finge che non esista? Se preferisce il sostegno di una bottiglia di whiskey al mio."

"Non è così Isla..."

"Si che è così Lily, perché prenderci in giro?"
La sento sospirare dall'altra parte del telefono.
"Comunque non devi preoccuparti, davvero. E' una giornata no per entrambi, domattina chiariremo già tutto e mi sarà passata. Goditi il tempo a casa che non è mai abbastanza."

"Posso solo dirti grazie."

"Non devi ringraziarmi."

"Invece devo perché nessuno farebbe per Oliver quello che fai tu. E so che è una persona complicata, veramente complicata, so quanto sia difficile stargli accanto, lo so benissimo. Ma ti ama veramente Isla, davvero. Non l'ho mai visto così con nessuno."
Sorrido amara, una lacrima cade sul mio viso.

"Lo so Lily, lo so."

-

Sono quasi le otto, non sono ancora uscita dalla camera, un po' perché dovevo davvero provare a dare tutta la mia attenzione allo studio e un po' per la paura di vedere Oliver ancora con quella bottiglia in mano.

Qualcuno suona al campanello, non mi preoccupo di chi sia, sento il mio ragazzo dire qualcosa anche se non capisco con chi o di cosa stia parlando. Poco dopo aver chiuso la porta d'ingresso apre quella della camera, non alzo lo sguardo dal libro.

"Ho ordinato una pizza per cena."
Esclama avvicinandosi.

"Non ho fame."

"Devi mangiare, non mangi nulla da pranzo probabilmente."

"Devo studiare."

"Per favore Isla Ariel."
Sospiro, alzo lo sguardo, il suo viso sembra sofferente, pare abbia pure piano.

"Lasciamene un po', la riscaldo quando ho finito il capitolo."
Oliver si siede sul letto davanti a me, mi sfila il libro dalle mani, lo appoggia sul comodino. Alzo lo sguardo, è veramente a pochi centimetri dal mio viso.

"Mi dispiace Isla Ariel, mi dispiace davvero."
Sussurra con la voce che gli trema un po', vederlo così è devastante. Gli accarezzo una guancia, si abbandona al mio tocco.
"Ci sto provando davvero, te lo giuro ma è qualcosa di più grande di me."

"Sono qua Oliver, sono qua per te."
Non dice altro, mi bacia, un bacio pieno di dolore e di desiderio.

Un bacio pieno di amore e sesso.

Bacio che ricambio subito, mi sistemo meglio mettendomi a cavalcioni su di lui, Oliver mi leva la maglia, mi bacia il collo, mordendomi poi una spalla. Gli accarezzo i capelli gemendo di piacere. Il mio reggiseno finisce per terra in pochi secondi.

"Oliver."
Gemo quando mi bacia i seni, spingendolo di più contro di me.

"Ti voglio Isla Ariel. Ti voglio adesso."
Sussurra guardandomi e io non me lo faccio ripetere due volte. Lo bacio di nuovo, gli tolgo la maglia e in poco tempo ci leviamo anche il resto dei vestiti. Sono ancora sopra di lui e cominciamo a far l'amore così, con Oliver che mi tiene in braccio, stretta a lui.

"Amo guardarti mentre ti faccio mia."
Mi sussurra, sorrido e mi muovo lentamente con lui che aiuta i miei movimenti.
Abbiamo una complicità unica che vien fuori in tutto e per tutto soprattutto nel fare l'amore.

Non è semplice sesso, non è semplice amore. E' qualcosa che non so nemmeno spiegare. Il più puro amore che io abbia mai provato.

Butto il capo all'indietro quando torna a baciarmi un seno, lo stringo facendogli capire che ne voglio di più.

"Oliver.."
Mi mordo un labbro.
"Più veloce."
Chiedo ormai sopraffatta dal piacere. Inverte le nostre posizioni, mi fa scivolare sotto di lui e comincia a dare spinte sempre più veloci, inarco la schiena per andargli incontro e sentirlo, per quanto possibile, ancora più vicino a me.

"Non ne avrò mai abbastanza di te Isla Ariel, mai."

"Ti amo Oliver, ti amo tantissimo."
Lo stringo forte, lo stringo forte per fargli capire che mi ha, che sono qua, che non me ne vado.
Lo stringo per fargli capire che lo amo follemente, in tutto e per tutto.
Lo stringo e diventiamo una cosa sola.

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