Capitolo 4.

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"Cosa?"
Chiede Lily girandosi verso suo fratello.

"La riporto io, non ho voglia di andare a nessuna festa."
Risponde  Oliver ed io di nuovo tremo sotto il suono della sua voce, alzo lo sguardo, trovo il suo su di me.

"Grazie."
Dico semplicemente, non sapendo che altro dire. Ovviamente Oliver non dice nulla, fa solo un cenno del capo ed io non pretendo che dica altro.

Finiamo la cena, io e Lily ordiniamo un dolce in due e poi decido che il caffè lo prenderò a una delle caffetterie del campus perché vedo che sono tutti in trepidante attesa per andare a questa festa.

Non avrei voluto fare la gusta feste ma domani ho tantissime cose da fare e devo cominciare ad ambientarmi, le lezioni iniziano fra soli due giorni , voglio davvero essere al passo.

Ci alziamo per pagare e riesco ad anticipare Lily che, fra non poche polemiche, mi fa pagare il dolce che abbiamo condiviso. E' stata così gentile oggi con me e voglio ripagarla in qualche modo.

Esco per prima dal fast food perché voglio fumare una sigaretta prima di andare a casa, il decaffeinato e la sigaretta post cena sono due fondamentali per me, ho già saltato il caffè, non salterò anche la mia sigaretta.

A mia grande sorpresa trovo Oliver già fuori, una sigaretta fra le labbra, nella penombra. Mi guarda, io guardo lui.
E tanto per cambiare non dice nulla e allora nemmeno io parlo.

Sono davvero strani questi silenzi tra noi, per non parlare degli sguardi che ci scambiamo.
Strani ma non pesanti.
Non brutti, non belli.
Credo strani e indefiniti, ecco si, strani e indefiniti.

Mi accendo una sigaretta e sono la prima a distogliere lo sguardo quando sento aprirsi la porta dietro di me.

"Allora noi andiamo che siamo già in ritardo, ti affido la mia creatura Oliver, abbine cura!"
Lo canzona Lily e mi fa  ridere quando mi definisce la sua creatura.
Oliver non dice niente, forse sussurra qualcosa quando sua sorella gli da un leggero abbraccio.

"Non aspettarmi sveglia."
Dice poi quando arriva davanti a me.

"Non portarmi qualcuno in camera la prima notte che sono qua."
Rispondo io facendola scoppiare a ridere, in realtà facendo ridere tutto il gruppo. Sono felice di essermi trovata così tanto a mio agio, con tutti, anche con Abby, che mi ha chiaramente detto che se voglio essere chiamata 'solo Isla' devo chiamarla 'solo Abby', ed io sono stata ben felice di realizzare la sua richiesta.

Rimaniamo solo io e Oliver, aspetta che finisca la mia sigaretta senza togliermi gli occhi di dosso, sento il suo sguardo bruciarmi addosso ma non riesco a sostenerlo del tutto, così mi guardo intorno e spengo la cicca della mia sigaretta nel posacenere accanto all'entrata.

"Andiamo?"
Chiedo avvicinandomi a lui. Comincia a camminare nel parcheggio, non ho idea di quale sia la sua auto, spero solo di fermarmi prima di oltrepassarla e fare una figuraccia.

E' proprio mentre faccio questi pensieri che sento qualcuno stringere il mio braccio, mi giro di colpo e non pensavo di certo di trovarmi Oliver a così pochi centimetri da me, la sua mano tiene il mio polso senza farmi male, anzi, dolcemente.

"Scusa, avevo la testa fra le nuvole."
Rispondo, guardandolo negli occhi.
Oliver prende qualcosa dalla tasca e poi la macchina accanto a noi si illumina, facendomi così capire che è questa la sua auto.

Mi lascia il polso e quasi mi dispiace ma non lo do ovviamente a vedere.

Sono la prima, come sempre in questa giornata, a distogliere lo sguardo e andare verso il sedile del passeggero, salgo in macchina nello stesso momento in cui sale anche lui, ci mettiamo la cintura e poi mette in moto.

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