Capitolo 74.

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Esco dall'aula di musica praticamente per ultima, la lezione si è conclusa da poco, metto la borsa su una spalla e poi esco dall'edificio, accendendomi una sigaretta come prima cosa.

Sistemo gli occhiali da sole sul viso, c'è fin troppa luce per i miei gusti. Mi avvio verso l'appartamento, per oggi pomeriggio le mie lezioni sono finite, mentre Oliver ne avrà fino alle sei o giù di lì.

Ho visto Abby per pranzo, ultimamente vederla da sola è una grande impresa dato che, giustamente, tutto il suo tempo è dedicato a quello che finalmente è il suo ragazzo.

La vibrazione del mio cellullare distrae i miei pensieri, sorrido quando vedo una delle prime foto fatte con Lily sullo schermo.

"Oh mio Dio la mia migliore amica ha trovato del tempo per me!"
Esclamo fingendomi sorpresa pochi secondi dopo aver risposto alla chiamata.

"Oh mio Dio la mia migliore amica fa la simpaticona!"
Risponde facendomi ridere, mi manca veramente tanto.

"A parte gli scherzi come stai?"

"Sto bene, felice. Anche se sono stanca, la vita da college è tutt'altra cosa. Sto lavorando un sacco ma il signor Reed è gentilissimo e mi sta aiutando in tutto e per tutto. Ha detto che vede qualcosa in me, un grande futuro da avvocato."

"Beh non poteva che essere così."
Rispondo sincera.

"Sono davvero felice Isla."

"Immagino Lil."
Dico piano pensando alla mia migliore amica che sicuramente sta sorridendo in questo momento, anche se non posso vederla ormai la conosco come le mie tasche.
"Los Angeles ti piace?"

"Si, è bellissima. Non quanto San Francisco però. Con Jake ho cominciato a visitarla due weekend fa, appena torna riprenderemo a visitarla."

"Torna questo fine settimana giusto?"

"Si, dovrebbe venire da te in settimana no?"

"Si, ci dobbiamo vedere per cena prima che venga lì a Los Angeles ma non sa ancora quando."
Rispondo pensando a quanto mi manchi Jake, dopo il matrimonio di mia sorella ci siamo visti veramente poco. E' giusto così, entrambi stiamo costruendo le nostre vite ed è, sicuramente, solo questione di abitudine.

Eravamo veramente abituati a passare insieme ogni minuto, siamo stati abituati così per anni. Per tutta la vita praticamente.

Ora siamo semplicemente diventati grandi e stiamo imparando ad essere adulti.

"Potreste venire tutti insieme uno dei prossimi weekend, passerà ancora un mese prima che torni al campus e non resisto tanto senza vedervi."

"Si potrebbe decisamente fare, magari possiamo già venire questo weekend, lo propongo ad Oliver appena torna."
Quest'idea mi rende subito felice, ormai è più di un mese che non vedo la mia migliore amica e mi manca da morire, sono sicura che anche per Oliver sia la stessa cosa, è sua sorella, la sua gemella.

"Non sai quanto tu mi abbia resa felice Isla. Mi metto subito a organizzare tutto allora."

"Non sai nemmeno se verremo."

"Oh si che verrete e se mio fratello avrà da ridere gli parlerò personalmente io."
Ridacchio, parliamo ancora un po', poi quando arrivo sotto il palazzo che ormai è casa mia Lily deve riprendere a lavorare, ci salutiamo e promette di scrivermi più tardi appena uscirà dall'ufficio.

Cerco le chiavi nella borsa, che sono ormai nella solita tasca. Apro il portone principale e poi prendo l'ascensore, la mia voglia di fare le scale è veramente pari a zero. Sono piuttosto stanca, non ho dormito molto, Oliver ha avuto il sonno agitato per la maggior parte della notte. Mi dispiace vederlo così, vorrei veramente fare qualcosa per aiutarlo ma sono anche profondamente convinta che lui non voglia veramente farsi aiutare. Ormai ha accettato questa vita. Dice di aver ricominciato a vivere, dice che io gli abbia dato quella voglia di vivere che aveva perso e, sicuramente è così, sicuramente è il primo a credere a queste parole ma, il punto, è quanto veramente abbia ricominciato a vivere. Quanto veramente si sia lasciato il passato alle spalle.

Decido di non pensarci ora, non ho le forze per affrontare anche questa cosa oggi, sono esausta.
Così sistemo semplicemente le mie cose, prendo un pigiama pulito e vado in bagno per farmi un bagno caldo, voglio rimanere nella vasca per almeno le prossime tre ore.

Mi tolgo i vestiti e appena la vasca è pronta mi ci fiondo dentro, amo il fatto che Oliver in bagno abbia sia doccia che vasca anche se dovrei smetterla di considerarla solo casa sua dato che ormai è, a tutti gli effetti, anche casa mia.

Metto una playlist con le mie canzoni preferite e chiudo gli occhi per rilassarmi il più possibile.

Non passano più di venti minuti prima che la porta del bagno si apra, rivelando la figura di Oliver.

"Ehi."
Sussurro quando lo vedo con lo sguardo un po' cupo, comincia a spogliarsi anche lui.
"E' successo qualcosa? Sei tornato presto."

"No."
Risponde dopo un po', mi fa segno di spostarmi più in avanti così che si possa sistemare dietro di me e, appena ha fatto, mi prende fra le sue braccia.
"Mi mancavi e volevo tenerti fra le mie braccia."
Mi bacia i capelli mentre mi accoccolo a lui, è una cosa bellissima ma so anche che tutto ciò significhi che qualcosa non vada. E vorrei me ne parlasse. Ma so che ora non è pronto e io voglio solo che Oliver stia bene.

Non dico niente, alzo solo il capo verso di lui che pochi secondi dopo fa combaciare le sue labbra con le mie in un bacio inizialmente delicato ma che si accende poco dopo.

Le sue mani vagano su tutto il mio corpo, mi stringe, cerca di più. Mi giro mettendomi a cavalcioni su di lui, non è la posizione più comoda del mondo ma la voglia che in questo momento ho di lui supera ogni cosa.

"Ho voglia di te Oliver."
Sussurro contro le sue labbra, sorride, mi morde il labbro inferiore e senza farselo ripetere in pochi secondi è dentro di me.

Gemo rumorosamente buttando il capo all'indietro, Oliver mi morde una spalla mentre io con una mano vago fra i suoi capelli.

Non riesco a descrivere come sia fare l'amore con lui. Qualcosa di unico, veramente unico. Non mi sono mai sentita tanto unita a qualcuno. Mai.

In questo momento siamo una cosa sola.

"Ti amo Isla Ariel, cazzo se ti amo."
Sussurra aumentando un po' l'intensità delle spinte.

Lo stringo forte, lo bacio.
E non servono altre parole.

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