Capitolo 53.

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"Okay Dylan, la zia mi ha detto che sei bravissimo con i pattini, devi insegnarmi i tuoi trucchi per stupirla perché non sono molto bravo."
Esclama Oliver alzandosi in piedi, ha già indossato i pattini, dopo averli messi a Dylan, che ridendo felice accetta di svelargli tutti i suoi segreti.

Io sono ancora sulla panchina, insieme a Katrin, alla mia meravigliosa Katrin che oggi compie otto anni.

Wow, già otto anni da quando il mio primo pezzo di cuore è venuto al mondo. Avevo solo dodici anni ma guardando quell'esserino tra le mie braccia, così piccola e con gli occhi così grandi, ho promesso che l'avrei protetta ogni secondo della mia vita, vicino o lontano che fossi. E ho sempre cercato di farlo, sia con lei che con Dylan, il secondo pezzo del mio cuore.

Con Katrin però, ovviamente, è stato qualcosa di diverso. Non per l'amore, assolutamente, amo i miei nipoti con ogni singola particella del mio corpo, darei la vita per entrambi. Ma Katrin mi ha insegnato per la prima volta cosa volesse dire essere zia. Che non è solo un grado di parentela. Essere zia è avere una complice, una confidente, un'amica. Essere zia vuol dire abbracciare come una mamma o un papà ma mantenere i segreti come un'amica.

E io so di essere tutto questo per Kat. Lo sono stata, lo sono e lo sarò sempre. E proprio per questo oggi le ho organizzato una giornata perfetta che si concluderà con una festa stasera con tutta la nostra famiglia. La nostra grande, chiassosa, esuberante meravigliosa famiglia.

Sono fortunata, siamo fortunate.
Le metto un braccio intorno alle spalle, le bacio i capelli, ride felice. E vederla così fa sorridere anche il mio cuore che a volte si sente troppo in colpa al pensiero di averla lasciata qua per andare via di casa.

"Sposerai lo zio Oliver?"
Mi chiede di punto in bianco quando ci alziamo anche noi per andare in pista.

"Cosa?"
Chiedo girandomi verso di lei, ci stiamo tenendo per mano.

"Quando ci si ama ci si sposa."

"Non sempre è così Kat e poi stiamo insieme da troppo poco tempo."
Alza le spalle.

"Secondo me lo sposerai."
Sorrido, sembra proprio convinta.

"Dici?"

"Si, non ti ho mai visto ridere così tanto."
Se il cambiamento che ho fatto grazie a Oliver lo nota anche una bambina di otto anni allora è proprio vero che la luce che ha portato nella mia vita non ha illuminato solo me.

"Non siamo comunque qui per parlare di me signorina, è il tuo compleanno e questa giornata è dedicata solo a te."
Ride felice, stringe più forte la mia mano e andiamo in pista dove Dylan sta veramente pattinando meglio di Oliver.

"Amore l'anno prossimo puntiamo sugli slittini va bene?"
Lo prendo in giro arrivando dai miei due uomini e prendendo per mano mio nipote.

"Vieni zio Ol, ti faccio vedere io come si fa."
Esclama Katrin super seria, prende la sua mano e si muove piano, facendogli perfettamente vedere come fare con i piedi, io mi muovo piano, con Dylan che mi conduce.

E mi godo così quello che credo proprio sarà uno dei giorni più belli della mia vita.

-

"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri piccola Kat, tanti auguri a te."

Intono il canto alla chitarra mentre tutti battono le mani, mia madre porta la torna al centro della tavola, abbiamo spento le luci per far risplendere le otto candeline sulla torta.

Oggi ci sarà la festa in famiglia, settimana prossima ci sarà quella con tutti i suoi amichetti ma noi saremo già tornati a Stanford. Dobbiamo sistemarci bene e io devo riprendere la routine di studio.

Katrin è in braccio a Ethan, accanto a loro Sarah con in braccio Dylan, io sono accanto a Oliver, con la chitarra sulle gambe e il suo braccio sullo schienale della mia sedia che accarezza la mia schiena.

Battiamo tutti felici le mani quando mia nipote soffia sulle candeline, Melody e Astrid se la mangiano di baci, così come dopo i nonni. Io e Oliver l'abbiamo avuta per tutto il giorno e stiamo più in disparte.

Mentre finiamo di mangiare la torta Katrin vuole aprirei regali, non sta più nella pelle come è giusto che sia a otto anni.

Impazzisce quando vede la mini chitarra che le abbiamo comprato io e Oliver, da quando ha visto la mia a Natale mi chiede di suonare ogni volta che siamo insieme, anche oggi è stata lei a chiedermi di suonarle tanti auguri. Ethan e Sarah non hanno nessun problema con la musica, in realtà non ho nemmeno mai capito perché i miei genitori avessero così tanti problemi con la musica.

"Zia così possiamo suonare insieme quando ci vediamo!"
Esclama felice provandola subito, anche se ovviamente non ha ancora idea di come si faccia.

"Si amore."
Le accarezzo i capelli, poi dato che io ho ancora la chitarra sulle gambe ringrazia prima Oliver che la prende in braccio per abbracciarla. E io approfitto di questo momento per appoggiare con cura la chitarra sul mio divano e prendere il pacchetino che ho accanto.

"Questo invece è solo da parte mia piccola Kat."
Sussurro passandoglielo.

"La vizi troppo lo sai?"
Mi riprende Ethan dolcemente, credo che l'abbia fatto un miliardo di volte in soli otto anni.

"È il compito di una zia."
Scuote il capo sorridendo, io torno a dare tutta la mia attenzione al mio piccolo tesoro.

"Wow."
Sussurra stupita guardandonla catenina.

"Le stelle brillano sempre Katrin. Anche quando non le puoi vedere. Anche quando ci sono le nuvole, anche quando piove. Le stelle sono sempre lì, non se ne vanno, anche se non lo puoi vedere. Ecco piccola Kat, anche io faccio come le stelle. Pure quando non mi vedi io sono qua con te. Ti tengo sempre la mano. Sempre. E questa catenina qua te lo potrà ricordare sempre, anche quando sarai un po' giustamente arrabbiata perché sarò lontana."
In questo momento solo nostro allunga le sue braccia verso di me per farsi prendere in braccio, la stringo forte accarezzandole i capelli e cullandola dolcemente.

"Ti amo tanto zia Isla."

"Ti amo tanto anche io Katrin."

E questo è tutto ciò che conta.

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