Capitolo 5.

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Il primo giorno di college credo me lo proterò dentro per sempre.

Non è ancora iniziato in realtà ma sono sicura che sarà così, nel bene e nel male, mi porterò questo momento con me, per sempre.

E' il primo ricordo importante che creo da sola, non c'è Jake a stringermi la mano.

Non c'è Melody a canticchiarmi qualcosa per calmarmi.

Non c'è Ethan con i suoi discorsi da fratello maggiore.

Non ci sono mamma e papà a farmi le settecento raccomandazioni che è giusto facciano due genitori.

Ma non importa, è giusto così.
O almeno credo.

"Okay bellezza, da qui le nostre strade si dividono, sai dove devi andare vero?"

"Si Lily, stai tranquilla, me l'hai spiegato un centinaio di volte."
Ride.

Abbiamo passato tutti gli scorsi giorni praticamente sempre insieme.

Oliver non l'ho più visto da quando mi ha riaccompagnato al dormitorio l'altra sera. Alla fine la mia fetta di torta l'ha finita lui perché arrivata a metà mi sono arresa, mi ha detto che allora sarà costretto a riportarmi al Poppy's Roger per una colazione.

Non penso fosse serio ma va bene così.

"Ci vediamo a pranzo, va bene? Mi chiami."

"Si, va bene."
Rispondo guardando la mia compagna di stanza.

Mi sorride, poi mi abbraccia.

"Buon primo giorno di college amica mia."
Sussurra ed io potrei commuovermi.

Non ho mai davvero avuto un'amica.
Siamo sempre stati io e Jake, Melody è stata una sorella amica ma ovviamente è mia sorella.

Non pensavo che avrei mai trovato delle vere amiche.

Avevo delle conoscenze ma non amicizie. Con Lily è bastato così poco, quasi un nonnulla.

Era forse destino? Era forse già scritto?
A volte mi piace credere a queste cose.
Credere che in ogni caso le cose sarebbero comunque andate così, credere che in un modo o nell'altro, le persone che hai nella tua vita le hai per una ragione e che, in ogni caso, sarebbero state parte di te.

Scuoto il capo, questi pensieri quando non sono nemmeno le 9 del mattino sono troppo.

Mi guardo intorno, individuo l'edificio in cui devo andare e mi accendo una sigaretta prima di andarci perché ho tempo. Il mio primo corso è ovviamente matematica di base.
Poi avrò psicologia, logica e  analisi, per oggi poi basta.
Avessi frequentato solo matematica sarebbe stato più facile, intraprendendo nello stesso momento anche il voler insegnare ha comportato avere dei corsi in più e completamente diversi dall'ambito matematico.

Quando è ormai quasi ora per la mia prima lezione, entro nella palazzina 18, l'aula credo sia la 5 e quando controllo sul foglio mi trovo d'accordo con ciò che ho appena pensato.
Prendo le scale perché è ancora abbastanza presto e alla fine sono grata quando in aula non trovo praticamente nessuno e posso sistemarmi sul fondo.
Sono sempre stata una da posti infondo, non voglio troppa attenzione su di me, stare nei posti davanti significa essere interpellati su quasi tutto, soprattutto se si è in un corso a numero chiuso come il mio che accetta veramente pochi studenti.

Prendo carta e penna perché in questo corso mi è sicuramente più facile scrivere a mano rispetto che con il pc.
Prendo il telefono per passare gli ultimi minuti ed attendere il professore.

"Scusa."
Sento una voce dietro di me che mi fa alzare lo sguardo, trovo un ragazzo che mi sta guardando.

"Si?"
Chiedo interrogativa.

"E' matematica di base?"

"Si, sei nel posto giusto."
Sorrido.

"Oh grazie a Dio, sarei stato pronto a seguire anche un corso di cultura medio orientale se non fosse stato quello giusto.
Ho già sbagliato palazzina ed ero dall'altra parte del campus, ho corso come Usain Bolt alle Olimpiadi per arrivare fino a qua."
Mi fa ridere, ride anche lui e si siede accanto a me.

"Ti è andata bene, sei arrivato nel posto giusto."
Sorrido e mi sposto una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

"E direi anche che grazie a te ho avuto una meravigliosa accoglienza."
Mi fa un occhiolino, sorrido imbarazzata.

Poi fortunatamente entra la professoressa a salvarmi dall'imbarazzo.

Non sono più abituata ai ragazzi che mi fanno complimenti, non dopo quello che mi ha fatto Rhys.
Li vedo tutti tremendamente falsi.
O quasi tutti.

Okay Isla, non è il momento di pensare ai ragazzi.
Concentrati sulla tua lezione.

E devo dire che le prime due ore delle mie lezioni volano in un baleno, mi diverte la matematica, mi piacciono i calcoli e i meccanismi che ci sono dietro.

"La tua prossima lezione?"
Mi chiede il ragazzo e mi rendo conto di non aver idea di quale sia il suo nome.

"Psicologia."
Rispondo.

"Non ci crederai ma è anche la mia! Ci andiamo insieme?"
E' entuasiasta.
Sorrido, alla fine è bello non essere da sola ed aver già qualcuno con cui passare le lezioni del primo giorno.

"Certo."
Prendo le mie cose, mi sistemo la borsa sulla spalla e poi da gentiluomo mi fa passare prima.

"Comunque sono Isla."
Esclamo io per prima perché probabilmente non si è nemmeno reso conto di non essersi presentato.

"Oddio scusami."
Mi affianca e sembra mortificato.
"Sono stato preso da così tante cose che nemmeno mi sono accorto di non essermi presentato.
Sono Daniel."
Mi sorride.
Ricambio.
Sono felice di essermi finalmente presentata da sola, così da poter dire solamente il mio primo nome e non avere Lily che aggiungesse ogni volta anche 'Ariel', perché si, l'ha rifatto spesso in questi giorni.

Io e Daniel parliamo un po' dato che dobbiamo arrivare quasi dall'altra parte del campus, è del Connecticut e Stanford è stata la sua prima scelta per andare lontano, aveva bisogno di staccare da casa sua e di andare il più lontano possibile.
Si è iscritto qua perché ha sempre voluto insegnare e matematica era la materia in cui andava meglio.
Io non racconto molto, non mi piace molto parlare di me, preferisco ascoltare piuttosto che parlare, soprattutto se l'argomento sono io.

L'aula di psicologia ha più posti di quella di matematica di base perché comprende gente anche da altri corsi e probabilmente anche da altri anni.
Io e Daniel ci sediamo di nuovo vicini e ci mettiamo sul fondo.
Da li a poco inizia la lezione.

Ed io dedico tutta la mia attenzione al professore che ha una gran capacità di tenere l'attenzione su di lui.

Si vede che insegna psicologia.

Apro il pc e comincio a prendere appunti, ascolto e scrivo, concentrata.

E, anche se mi manca da impazzire, ce la sto facendo pure senza Jake.

Ed ora sono più sicura che sia stato giusto così.

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