Capitolo 42.

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Siamo ancora sul pavimento, abbracciati, non diciamo nulla, ci amiamo e basta, così. A piccoli gesti, con un silenzio che urla tutto al posto nostro. 

Oliver abbassa il capo, cerca le mie labbra, gli porto una mano sul viso, lo stringo forte come se volessi assaporare ogni istante a pieno. Non sono mai stata così felice in tutta la mia vita, non ho mai fatto l'amore in questo modo, anzi, credo di aver fatto l'amore, quello vero, per la prima volta proprio oggi.

"Dovremmo preparare qualcosa per cena, si sta facendo tardi."
Sussurra baciandomi i capelli, alzo le spalle, poi mi giro mettendomi sulla pancia per poterlo guardare in faccia, Oliver mi accarezza il viso, chiudo un secondo gli occhi e vorrei che il tempo si fermasse in questo istante qua...

Questi pochissimi giorni in cui siamo rimasti solo io e lui sono stati meravigliosi, ci siamo vissuti in tutto e per tutto, fino in fondo. 

"Sto così bene."
Chiudo gli occhi appoggiandomi alla sua mano che ancora mi sta accarezzando. 

"Anche io Isla Ariel."
Mi sorride.
"Vorrei restare così per altri cento anni."
Sorrido io questa volta, sono felice che provi esattamente ciò che provo io. E mi sembra il momento più adatto per informarlo della mia chiacchierata con Lily è chiedergli di Natale.

"Devo dirti una cosa."
Sussurro guardandolo negli occhi.

"Dimmi tutto quello che vuoi."
Gioca con una ciocca dei miei capelli. 

"Prima di partire ho parlato con Lily, mi ha detto che non venivi a Truckee da anni e non festeggi Natale da anni..."

"Io..."

"No Oliver, non è quello che stai pensando. Non voglio sapere il perché. E' ovvio che mi interessi perché è qualcosa che ti fa male ma non voglio forzarti a dirmi nulla. Me ne parlerai se e quando sarai pronto. La nostra chiacchierata è stata solo sul fatto che tu non festeggiassi più nulla e quanto a lei mancasse tornare a New York e passare le feste con i vostri genitori. Così le ho detto che quest'anno non doveva privarsi ancora del Natale e mi sono offerta di rimanere io con te. Se vuoi possiamo andare a casa mia, lo festeggeremo con la mia famiglia e con quella di Jake, se non ti senti pronto rimarremo nel tuo appartamento a guardare vecchi film di Natale mangiando qualcosa che ordineremo."

Lo vedo sorridere e, per la seconda volta in pochi giorni, lo vedo commuoversi di nuovo. 

"Che ho fatto per meritarmi tanto?"
Stringe forte la mia mano, stretta che ricambio. 

"Non è tanto amore mio, in una coppia è così. Non sei più da solo. Siamo in due. E quando sarai pronto a darmi un po' del tuo dolore, a non tenerlo tutto per te, saremo in due in grado di portarlo, non sarai più costretto a portarlo da solo. Io sono qua Oliver, non scappo. Non ho intenzione di lasciarti andare. Ne ora, ne domani. Ti amo e tutto quello che voglio fare ora è stare con te più tempo possibile."
Non mi da il tempo di dire nulla, mi bacia attirandomi a lui, gli accarezzo il viso e sono sicura di non esser mai stata più felice di così.

-

"Amore amore mi fai cadere!"
Esclamo quando Oliver si sbilancia sui pattini e si aggrappa a me che riesco fortunatamente ad aggrapparmi alla sbarra mentre il mio ragazzo finisce col culo sul ghiaccio, è una scena così buffa che non posso fare a meno di ridere. 

"Grazie Isla Ariel, sei molto carina."
Si finge offeso mentre tenta di rialzarsi con non poche difficoltà.

"Ti ricordo che l'idea di venire a pattinare sul ghiaccio non è stata mia."

"Pensavo fosse un modo carino per trascorrere il nostro ultimo giorno a Truckee."

"Lo è infatti, io mi sto divertendo un sacco."
Gli faccio una linguaccia e poi ricomincio a pattinare, Oliver non ci mette molto a raggiungermi, prende la mia mano, mi da un bacio a fior di labbra. 

"Sei una piccola insolente che si diverte a vedermi cadere."
Dice quando ricominciamo a pattinare.

"Può darsi."
Ridacchio, Oliver scuote il capo ma si sta divertendo anche lui.
"E comunque Dylan a tre anni è molto più bravo di te a ventidue sui pattini."
Aggiungo continuando a prenderlo in giro.

"Allora quando saremo a San Francisco porteremo a pattinare Dylan e Katrin così potrò chiedere al piccolo tutti i suoi segreti per stupire la zia."
Sorrido a quest'affermaz 6ione.

"Non vedo l'ora."
Sorride, non dice altro e va bene così.

Oliver ha accettato subito di venire da me per Natale, probabilmente passeremo lì anche il Capodanno, non sappiamo ancora. Ha accettato senza esitazione perché dice che vuole dire di persona a mio nonno che aveva proprio ragione, che probabilmente quando l'ha visto al Ringraziamento era già bello che innamorato di me ma non l'aveva ancora capito.

Facciamo ancora qualche giro e quando si fa quasi ora di cena usciamo dalla pista, riconsegnamo i pattini e ci incamminiamo verso casa, Oliver mi mette un braccio intorno alle spalle, mi stringo a lui e mi godo l'atmosfera incantata che solo il periodo natalizio sa donare. Le luci, le decorazioni, i bambini che corrono ovunque, il profumo di cioccolata calda e di frittelle appena sfornate. La felicità delle piccole cose è tutta racchiusa qua, in questi piccoli istanti, in questi piccoli momenti, in questi piccoli periodi. 

"Non lo credevo possibile sai?"
Mi dice Oliver dopo un po', interrompendo uno dei nostri soliti e amati silenzi. 

"Cosa?"
Chiedo non comprendendo.

"Non credevo possibile di poter tornare ad amare cose come il periodo di Natale, le luci, l'albero. Non credevo possibile poter tornare a Truckee senza spezzarmi in due. Non credevo possibile mi tornasse la voglia di decorare di nuovo casa. Non credevo possibili un sacco di cose e invece da quando ci sei tu Isla Ariel è cambiato tutto. Da quando ci sei tu amore mio, sono tornato ad amare anche questa vita che mi ha tolto così tanto."
Lo stringo più forte, sento il cuore tremare per l'emozione, non pensavo che qualcuno potesse farmi innamorare di nuovo, non pensavo che una persona si potesse amare così tanto. Non pensavo tante cose che ora con Oliver sembrano quasi scontante. 

"Sei ciò che di più bello mi abbia riservato la vita in diciannove anni. Ti amo Oliver, ti amo immensamente."

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