Capitolo 77.

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Oliver dorme con la testa appoggiata sulle mie gambe mentre l'aereo è decollato da più o meno due ore, ce ne restano almeno altre cinque prima di arrivare. Poco dopo aver finito di parlare ha voluto cercare subito un aereo per arrivare a New York il prima possibile, prima che gli stacchino la spina.

Gli unici posti rimasti su questo volo notturno erano in prima classe, Oliver non ha esitato a prenderli. Anzi ha preferito così perché almeno resta isolato dalle altre persone. Non ha smesso un secondo di piangere se non quando si è steso sulle mie gambe per farsi coccolare e dormire un po'. Io non so se riuscirò a dormire, ogni volta che chiudo gli occhi rivedo l'immagine del mio ragazzo sgretolarsi fra le mie braccia.

Damian e Abby mi hanno aiutato a preparare tutto per la partenza last minute. Abigail mi ha tenuto la mano mentre chiamavo Lily per dirle quello che stava succedendo. E' crollata al telefono e ho ringraziato di avere la mia amica accanto e Damian che poi ha preso il telefono per parlarle lui e togliermi almeno un po' il peso di tutta quella situazione.

Lily ha trovato un volo solo per la mattina, ha dovuto chiedere dei giorni di permesso a Reed che ha capito completamente la situazione. Gli ha pure offerto il suo jet privato ma ha rifiutato perché vuole aspettare l'arrivo di Jake per non affrontare tutto da sola e non caricare troppo peso su di me che già dovrò prendermi tutto quello di Oliver.

E sinceramente sono sollevata di questo. Non perché non sarei stata in grado di prendermi cura anche di lei, assolutamente no. Farei di tutto per questi due ragazzi che hanno contribuito a completare la mia vita e renderla migliore. Sono sollevata perché avere la consapevolezza di vedere Jake fra qualche ora mi da la forza. Perché la mia forza è sempre stata soprattutto lui, anche se il mio migliore amico ha sempre detto che non sono mai stata in grado di rendermi conto quanto io in realtà sia forte.

E spero veramente sia così, lo spero perché non voglio che Oliver si perda di nuovo. Non voglio che si perda di nuovo perché ho paura che questa volta non possa più ritrovarsi.

E spero di essere forte come dice Jake perché non so se io sia veramente abbastanza. Non so se il nostro amore sia abbastanza per poter sopportare tanto. Non so se io sia abbastanza forte per poter dare forza anche a lui.

Scaccio questi pensieri un attimo prima che Oliver cominci ad agitarsi fra le mie braccia.

"Shh amore, shh."
Sussurro accarezzandolo piano.
"Va tutto bene, ci sono qua io. Continua a dormire, devi riposare."
Gli lascio un bacio fra i capelli passando poi una mano fra di essi e continuo fino a quando non torna a calmarsi.

Lascio andare un sospiro di sollievo.

E mi dico di essere abbastanza forte.

Si Isla Ariel Roy, puoi affrontare tutto questo per il ragazzo che ami con tutta te stessa, che ami con tutto quello che hai, che ami come non amerai mai nessuno in vita tua.

-

Siamo atterrati a New York alle nove del mattino, abbiamo preso un caffè, o meglio io ho preso un caffè, prima di chiamare il taxi che ci sta portando in ospedale. Oliver ha dormito praticamente quasi tutto il viaggio, io credo di aver chiuso gli occhi dieci minuti a dir tanto e ora la sua mano è intrecciata alla mia mentre andiamo verso il luogo che più ha devastato Oliver.

Ha voluto andare direttamente in ospedale, senza passare da casa. Vuole correre da Thomas prima che glielo portino via. Non so nemmeno se abbia avvisato i suoi, sinceramente non credo, penso proprio ci abbia pensato Lily.

Arriviamo davanti all'ospedale, scendiamo e mentre Oliver prende le nostre valigie, che consistono in un trolley e un borsone, pago il tassista. Non volevo pagasse ancora lui qualcosa dato che non ho potuto versare nemmeno un dollaro per pagare i biglietti aerei, non ne ha voluto sapere.

Proverò a impormi su quelli del ritorno, anche se dubito riuscirò a fare qualcosa.

"Non dovevi ..."

"Si che dovevo, non discuteremo su questo."
Tronco la conversazione sul nascere e Oliver capisce di non dover ribattere.
"Dammi il borsone dai."
Aggiungo sorridendogli dolcemente. Me lo passa senza fare storie, poi cerca subito la mia mano.

"Io non so nemmeno cosa dire, cosa fare."
Mi sussurra vacillando ancora. Stringo forte la sua mano, gli metto una mano sul viso e lo giro verso di me.

"Possiamo anche star li e non dire niente Oliver. Non devi fare niente. Devi solo salutarlo un'ultima volta come vuoi tu e come ti senti."
Non dice altro, mi bacia dolcemente e dopo un respiro profondo entriamo dentro l'edificio.
Nonostante non ci torni da anni conosce ancora tutto a memoria, si muove esperto.

Lo seguo, a sguardo basso, senza dire praticamente niente. Si blocca davanti ad una porta, credo sia la stanza di Thomas.

"Non lasciarmi mai Isla Ariel."
Sussurra così piano che riesco a sentirlo a stento.

"Non vado da nessuna parte amore, sono qua. Ti tengo sempre la mano."
Un altro respiro profondo, poi apre la porta, piano, senza fretta.

Ed entriamo in una stanza troppo bianca per i miei gusti, con un silenzio spezzato solo dai rumori delle macchine a cui è attaccato a Thomas.

Appoggiamo il trolley e il borsone vicino alla porta prima di chiuderla alle nostre spalle.

Oliver cammina piano, trascinandomi dietro di lui e arrivando al bordo del letto, con la mano libera afferra quella del suo migliore amico.

"Ciao Tommy."
Sussurra con la voce spezzata dal pianto.
"Hai visto? Sono qui, sono venuto a salutarti. E ti ho portato una persona da conoscere. "
Fa una piccola pausa, le lacrime continua a rigare il suo viso, fatico a trattenere le mie che stanno spingendo per uscire.

"Si chiama Isla Ariel, a lei il suo nome completo non piace ma io lo amo, l'ho amato fin dal primo momento in cui l'ho sentito. Sono l'unico che la chiama così. Ed è la mia ragazza Tom. Si, esatto, la mia ragazza. Alla fine hai visto che l'ho messa la testa a posto? Tu che dicevi che ero troppo spirito libero per potermi veramente legare a qualcuno. Per innamorarmi. E invece è successo. Ho conosciuto la persona più speciale della mia vita. E Thomas, te lo giuro, dopo anni di apnea sono tornato a respirare. Ed oggi volevo fartela conoscere per dirti che non sarò solo, che lei si prende e si prenderà cura di me. Per questo, amico mio, puoi andare. Puoi volare libero, puoi lasciarti andare. Posso lasciarti andare. Non sarò solo, Isla Ariel sarà qua a prendermi al volo per ogni volta in cui cadrò. E non devi più preoccupartene tu Thomas. Puoi riposare ora. Puoi volare libero. Ti lascio andare Tommy, ti lascio andare ma ti porto sempre con me. Ti porterò per sempre con me. E stai tranquillo, io starò bene."
Si accascia sul corpo del suo migliore amico, piangendo disperato, ancora più disperato di come l'ho visto ieri.
"Starò bene."
Ripete tra i singhiozzi.

È devastato come è giusto che sia, perché per lasciare andare qualcuno che ami così tanto devi soffrire.

E io non faccio assolutamente nulla. Gli accarezzo semplicemente i capelli mentre piange anche l'anima e crolla.

Crolla e si sgretola in mille pezzi sotto i miei occhi e resto qui, accanto a lui, impotente davanti a un dolore così immenso.

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