Capitolo 2.

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"Palazzina 10 stanza 33, quarto piano."
Ripeto per la milionesima volta guardandomi intorno, trascino l'enorme valigia mentre tengo nell'altra mano un sacco di scartoffie appena ritirate dalla segreteria e la chiave della mia camera.

"Non te lo dimenticherai Isla, e anche se fosse, hai scritto sul foglio d'introduzione la tua camera."
Mi riprende Jake quando mi vede troppo agitata.
"Ecco la palazzina!"
Esclama poi euforico quando c'è un grosso cartello con sfondo oro ed inciso il numero 10.

Faccio un sospiro di sollievo quando vedo che non c'è praticamente nessuno, Jake spinge il carrello con gli scatoloni e, fianco a fianco, entriamo dal portone di quella che per i prossimi mesi sarà casa mia.
Prendiamo l'ascensore ed arriviamo al quarto piano, la mia stanza è l'ultima infondo al corridoio, non ho idea se ci sia qualcuno o meno, non mi sono nemmeno presa lo scrupolo di guardare chi sarà la mia compagna di stanza.

Entro senza bussare, infondo è la mia camera.
Una ragazza con lunghe trecce nere alza lo sguardo, per un attimo mi fissa assottigliando gli occhi, poi sul suo viso nasce un bellissimo sorriso.

"Isla Ariel?"
Chiede balzando in piedi e venendo verso di me.

"Isla e basta andrà benissimo."
Rispondo non amando per niente l'assonanza dei miei due nomi ma amandoli separatamente.

"Io sono Lily."
Dice spalancando le braccia e trascinandomi in un goffo abbraccio che praticamente non riesco a ricambiare dato le mie mani occupate.
"Devo iniziare l'ultimo anno e quel coso che vedi laggiù è mio fratello Oliver, siamo gemelli."
Aggiunge poi e solo ora mi rendo conto che steso sul letto, con il telefonino in mano, c'è un ragazzo completamente vestito di nero e con un cappellino Adidas in testa.
Non alza nemmeno lo sguardo, sembra come se in camera non sia entrato nessuno.
"Ol, smettila di fare il coglione, saluta."
Come scosso da qualcosa alza lo sguardo, mi fissa, intensamente, come se gli occhiali sui miei occhi potessero nascondergli qualcosa.

Non ho idea del perché ma dei brividi mi percorrono la schiena.
Una sensazione nuova, non spiacevole. Quando, però, mi rendo conto dell'assurdità di questi pensieri scuoto il capo.
Oliver non dice niente, si gira di nuovo a guardare il suo telefono e i miei brividi spariscono.

"Scusalo, non è giornata."
Mi dice semplicemente Lily, alzo semplicemente le spalle.

"Okay Isla se non ti serve altro vado in stazione, devo correre ad aiutare mio padre."
Jake mi ridesta da tutta la situazione, mi giro e guardando il mio migliore amico mi rendo conto che per la prima volta negli ultimi sedici anni dovrò stargli lontana, per la prima volta non affronteremo qualcosa di così importante insieme.
Lily capisce la situazione, torna vicino a suo fratello.

Appoggio le cose che avevo in mano sul letto.

"Ti accompagno."

"No Isla."
Dice dolcemente.
"Hai tante cose da fare qua, devi sistemarti e guardare i tuoi orari e le tue lezioni, la stazione è a cinque minuti dal campus."
Annuisco, ha ragione.
Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Almeno alla porta posso accompagnarti?"
Chiedo facendolo ridere.
Mi mette un braccio intorno alle spalle, andiamo insieme verso la porta che poi chiudo alle mie spalle.
Jake mi prende fra le sue braccia, affondo sul suo petto, lo stringo forte.

"Ci vediamo fra due settimane."
Mi sussurra accarezzandomi i capelli.
La voce trema anche a lui.
So che non voleva farlo vedere ma è ovvio che questo distacco pesi tantissimo anche a lui.

"Ci vediamo fra due settimane."
Ripeto lasciando andare qualche lacrima.
So che non siamo poi così lontani.
Lo so benissimo.
Ma è il fatto di fare qualcosa senza Jake che mi fa male al cuore.
E' il fatto che non ho mai davvero fatto nulla senza il mio migliore amico accanto.

"Andrà tutto bene e farai il culo a tutti Isla Ariel Roy."
Mi bacia i capelli, si stacca da me per primo.

"Scrivimi quando arrivi."
Dico semplicemente.
Mi manda un bacio, ricambio.
Non lo guardo andare via, mi giro per riaprire la porta ma qualcuno mi anticipa.

La figura di Oliver mi sovrasta, credo sia dieci buoni centimetri più alto di me.
Un'altra volta i suoi occhi si incastrano nei miei, sono grandi, sono verdi e sono... malinconici.

Sono occhi bellissimi.
Tornano i brividi ed io resto come imbambolata.
E' lui che per primo, senza dire niente, si fa di lato per farmi passare.

"Grazie."
Dico guardandolo.

Mi fissa ancora un po' e poi se ne va, senza dire niente.
Chiude la porta e mi lascia li, facendomi sentire un po' cretina.

Scuoto il capo, sono arrivata da dieci minuti e non posso rischiare di creare già casini.
Mi rifiuto.
Prendo il mio mollettone, mi raccolgo i capelli per cominciare a sistemare le mie cose e mi asciugo i residui di lacrime ai lati degli occhi.

"Anche io ho fatto così quando ho dovuto salutare il mio ragazzo dell'epoca."
Esclama Lily a gambe incrociate sul letto, ha il telefono in mano e una diet coke nell'altra.

"Oh no Jake non è il mio ragazzo, è solo il mio migliore amico."

"Oh scusa io non..."

"Non ti preoccupare, non sei la prima persona che ci scambia per fidanzati. A volte può sembrare ma non è così, siamo semplicemente molto legati.
Non ho mai fatto nulla senza Jake."

"Vedrai che in un attimo ti ambienterai, è un bell'ambiente Stanford."
Mi dice ancora Lily alzandosi in piedi.
"Vado a bere un caffè con un'amica, ti va di venire?"

"Ti ringrazio ma  ho un bel po' di roba da sistemare qua."

"Giusto, però stasera a cena vieni con me, non voglio storie."
Dice dandomi un leggero abbraccio che questa volta ricambio felice.

Non sono una persona particolarmente estroversa ma devo ammettere che l'entusiasmo di Lily è travolgente e sembra, a primo impatto, l'opposto di suo fratello.
Se non fossero identici faticherei anche solo a credere che siano parenti.

Lily prende le sue cose ed esce velocemente dalla nostra camera.
Faccio un respiro profondo, mi guardo intorno e sposto le cose sedendomi un attimo sul letto, mi godo silenzio e tranquillità.

Mi godo questo nuovo inizio, da sola.
Sono spaventata ed eccitata.
Felice e malinconica.
Entusiasta e terrorizzata.

Un mix di sane e meravigliose sensazioni che a 19 anni suppongo sia giusto provare, soprattutto se te ne sei appena andata di casa e sei al tuo primo giorno di college.

Cazzo Isla sei al college!
Ci sei davvero!
Ho immaginato per così tanto tempo questo giorno che ora che è davvero arrivato non mi sembra minimamente possibile.

Mi alzo, prendo la valigia, l'appoggio sul letto e la apro cominciando a disfare le prime cose.

E solo dopo un po' mi accorgo che non riesco proprio a smettere di sorridere.

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