Capitolo 85.- Un anno dopo.

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Corro velocemente all'ingresso dell'ospedale, non aspetto nemmeno l'ascensore, prendo le scale che faccio a due a due stando ben attenta a non spaccarmi una caviglia.

Entro velocemente nella sala d'attesa, spalancando le porte con forse un po' troppa irruenza e, infatti, quando arrivo attiro un po' troppi occhi su di me. Mio fratello viene in mio soccorso abbracciandomi leggermente.

"Dov'è? Stavo facendo un esame, non ho potuto guardare il telefono."

"Stai tranquilla, è andato tutto bene, ora ti porto nella stanza in cui si trovano."

"Siete tutti qua?"
Chiedo poi.

"Si, Sarah ha appena portato Katrin e Dylan a fare due passi ma mamma e papà sono qua."
Annuisco e poi, senza dire nulla, seguo semplicemente mio fratello verso la stanza d'ospedale.

Apre la porta, Astrid sta riposando, ha gli occhi chiusi e, lì accanto, c'è Melody.
Mi commuovo alla sola vista di mia sorella con in braccio quello scricciolo minuscolo che è l'ultima arrivata della nostra famiglia. Mi porto le mani sul viso, non provavo quest'emozione da troppo tempo, il cuore mi esplode d'amore.

"Ciao."
Sussurro avvicinandomi ad Astrid che ha aperto gli occhi, le bacio i capelli, mi sorride, si fa più in la facendo segno di far sedere anche me lì e poi torna a guardare sua moglie con in braccio la loro bambina.

"Sei mamma."
Sussurro guardando Melody che credo non abbia smesso di piangere nemmeno un secondo.

"Sono mamma."
Risponde sporgendosi un po' più verso di me per farmi vedere la loro meraviglia.
"E lei è Harmony. La nostra Harmony."
Non riesco a trattenere le lacrime, è perfetta. Non trovo altre parole per descriverla.

"Harmony lei è tua zia Isla, anche se tua madre la chiama solo Ariel. E' la tua madrina e sono sicura che diventerà la tua preferita."
Aggiunge Astrid giocando con la sua minuscola manina.

"Madrina?"
Sussurro incredula.

"Oltre a noi due nessuno amerà nostra figlia più di te, abbiamo deciso che saresti stata la sua madrina prima ancora di sapere della sua esistenza."
Spiega mia cognata e io non so cosa dire, se non abbracciarla forte, stando attenta a non farle male. Accarezzo il viso di Melody, la ringrazierò come si deve dopo.

"Ora prendila in braccio, vi dovete conoscere."
Mia sorella si avvicina e io, tremando ancora come la prima volta che sono diventata zia, prendo questo scricciolo fra le mie braccia.

"Ciao mia piccola Harmony."
La cullo piano mentre i suoi occhi cercando di capire chi sia. La sua manina afferra il mio dito, lo stringe forte.
"Ti amo già con tutto il mio cuore e ti prometto che per tutta la vita ti terrò stretta stretta così, anche quando non mi vedrai."
Aggiungo baciandole poi la fronte.

E' uno dei giorni più belli della mia vita, non potrei essere più felice di così.
Mi sembra di star toccando il cielo con un dito.

Passo il resto del pomeriggio lì, insieme anche a Katrin e Dylan che già sono perdutamente innamorati di quella che è la loro prima cuginetta.

Poi, a parte Melody che è rimasta in ospedale, siamo andati a cena a casa di Ethan e Sarah, è venuto pure nonno Eddy che mamma era andato a prendere nel pomeriggio per fargli conoscere il suo terzo bisnipote.

Mamma mi chiede di rimanere a dormire a casa ma io rifiuto, voglio tornare a quella che ormai è casa mia, anche perché domani ho un esame nel primo pomeriggio.

Stanford è completamente silenziosa, non è tardi ma il periodo di esami si fa sentire.
Scendo dalla macchina, cerco le chiavi del portone e per prima cosa, in realtà, guardo la cassetta della posta che oggi non ho avuto tempo di controllare.

C'è una lettera, dalla Spagna.

Capisco subito.

Sento un tuffo al cuore, mentre riporto la mente alla promessa fatta ormai un anno fa.

Sorrido, se ne è ricordato.

"Isla Ariel,

Quanto mi fa strano scrivere il tuo nome, mi manca così tanto pronunciarlo. Mi manca così tanto chiamarti col tuo nome completo e vederti alzare gli occhi al cielo perché proprio non ti piace. Anche se, come hai detto tu, io potevo chiamarti così perché detto da me non era poi così male.

Ma non sono qui per parlare, o meglio, scrivere di questo.

E' passato un anno e, come avrai visto dalla cartolina, sono andato via da Londra.
Sono a Madrid, da quattro mesi. Anche se per l'estate penso mi sposterò verso il mare, ho proprio voglia di godermi la libertà che da il mare. Non so ancora dove andrò, consigli?

Sto lavorando in una libreria in questo momento, è incredibile quante cose si possano capire delle persone in base ai libri che leggono, quando scelgono un libro è come se scegliessero una parte di se stessi, non trovi?

Madrid è bella, ti piacerebbe ogni angolo di questa città. Ogni tanto immagino come sarebbe se fossi qui, gireresti come una trottola tutto il giorno, trascinandomi dietro di te mentre mi porti a visitare ogni angolo della città che ancora non conosciamo.

Penso spesso a come sarebbe averti qua.

E penso spesso a come sarebbe se ci fosse Thomas.

E' il nostro viaggio, doveva essere il nostro viaggio, la nostra vita.
Ma sono da solo e, credimi Isla Ariel, a volte fa così male che mi sembra di soffocare.

Anche se poi mi riprendo subito.

Questa vita la sto vivendo per entrambi, sto realizzando il sogno di entrambi. E ti dirò, sinceramente, non mi sono mai sentito così libero.

Non avere radici, non avere certezza di ciò che sarò o farò domani, non sapere quale sarà la mia prossima metà mi rende terribilmente libero. E non mi spaventa, per niente.

L'unica cosa che ancora un po' mi fa paura è la tua mancanza che a volte mi fa venir voglia di prendere il primo aereo per correre da te. Ma non sarebbe giusto.
Giusto è ciò che stiamo vivendo ora.
Lo so io e lo sai tu. E non importa quanto sia difficile.

Mi manchi ogni giorno. Non c'è giorno in cui io non ti pensi.

E ora ti sto immaginando con la tua nuova nipotina, non so ancora se è nata ma nel caso lo fosse vorrei che mi allegassi una foto, voglio vederla. Immagino che dopo tante lacrime tu sia finalmente un po' più felice. Ti immagino tenerla in braccio e riscoprire tutto il bello che c'è in questa vita.

Perché questa vita, Isla Ariel, è meravigliosa.
Meravigliosa anche se non siamo insieme.
Perché non importa dove, noi saremo sempre.

Aspetto con ansia la tua risposta, non me ne andrò da Madrid fino a che non la riceverò. E, anche se sono dall'altra parte del mondo, sappi che ti porto sempre con me.

E che ti amo, ti amo come un anno fa, se non di più. Ma, alla fine, lo sai anche tu che ti amerò per sempre.

Mi manchi Isla Ariel.

Ti amo.

Tuo, Oliver":

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