Capitolo 52.

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Sorseggio la mia tazza di tè caldo con una coperta sulle spalle mentre rileggo e sistemo gli appunti delle mie lezioni. Staremo a San Francisco almeno fino al 5, giorno del compleanno di Katrin, non me lo perderei per nulla al mondo.

Poi però dovremo proprio tornare a Stanford perché, essendo io al primo anno, devo fare dei test che saranno integrati agli esami di fine gennaio e quindi devo per forza tornare all'ateneo. Inoltre ci saranno alcuni corsi per crediti extra che ho scelto di fare quando mi sono iscritta in università. Oliver sta dormendo, ultimamente sembra riposare meglio, pare anche che abbia il sonno più tranquillo. Siamo solo io e lui. Mio padre ha portato mia madre in una gita sulla neve, non ho ben capito dove in realtà e credo resteranno fuori un paio di giorni. E' il suo modo di farsi perdonare il fatto che metta sempre prima il lavoro. Melody e Astrid hanno riaperto subito lo studio di tatuaggi perché vogliono prendersi più ferie a Marzo, per il viaggio di nozze. Ethan e Sarah stanno approfittando di questi giorni in cui possono stare tutti e quattro insieme, non capita spesso. Jake ha approfittato delle sole, per modo di dire, tre ore che separano San Francisco da Truckee ed è corso da Lily ieri. Non so quanto si fermerà ma sono felice per lui, per loro. Nessuno dei due avrebbe potuto trovare di meglio.

"Buongiorno."
Esclama Oliver arrivando in cucina, alzo lo sguardo dai miei fogli, sorrido dedicandomi completamente a lui. Mi sistemo gli occhiali che mi stavano cadendo sul naso.

"Buongiorno."
Rispondo quando si avvicina per baciarmi le labbra.

"A che ora ti sei svegliata?"
Mi chiede andando verso la macchinetta del caffè.

"Presto, volevo cominciare a studiare, ho intenzione di passare tutti i test al primo colpo."

"Non avevo dubbi Isla Ariel."
Lo faccio ridere, si siede accanto a me, prende dei miei appunti da guardare.
"Sai che a Gennaio puoi fare domanda per farti inserire nel programma che prevede il doppio corso di laurea?"
Alzo un sopracciglio a questa sua affermazione.

"Perché me lo dici? Vuoi fare un corso in più? Ti manca poco alla laurea."
Chiedo confusa.

"No, non è per me. E poi è una cosa che è permessa solo al primo anno. E' per te."
Sorride ma io continuo a non capire.

"Sono confusa Oliver, davvero."

"Mi sono informato sul corso di laurea in musica. Offrono un corso anche specifico per insegnare. Un corso che partirà nel secondo semestre. Stai già studiando per diventare insegnante, quindi dovresti solo aggiungere musica oltre a matematica."
Fa una piccola pausa.
"Ho visto quanto ami la musica, quanto ti si siano illuminati gli occhi a Natale quando hai visto la chitarra. Poche volte ti vedo felice come quando canti o suoni, non puoi accantonare la musica per paura di non rendere abbastanza felici i tuoi. E' la tua vita Isla Ariel, tua. Devi essere felice tu, non gli altri. E può darsi che io abbia già preparato la domanda a tuo nome, devi solo permettermi di spedirla."
Sorrido per la premura che usa, per l'ennesima volta in questi giorni sento i miei occhi inumidirsi per la felicità.

Mi alzo, mi sistemo in braccio a lui e lo abbraccio forte. Mi bacia una spalla, poi strofina il naso contro il mio collo.

"Grazie."
Sussurro, incapace di dire altro.

"Allora cosa faccio? Spedisco?"
Gli prendo il viso fra le mani, lo bacio, felice come poche altre volte nella mia vita anche se da quando c'è Oliver nella mia vita è più facile conoscere la felicità. Credo che mi abbia dato il coraggio di essere felice.
"Beh lo prendo come un si Isla Ariel."

-

"Può farmi un pacchetto per favore?"
Chiedo guardando la commessa della gioielleria. Io e Oliver abbiamo preso diversi regali a Katrin, ma voglio fargliene uno speciale. So quanto abbia sofferto la mia lontananza, è stato difficile per me ma per lei probabilmente ancora di più, era abituata a vedermi tutti i giorni, fare con me la maggior parte delle cose. Sarah mi ha detto che le prime settimane sono state veramente difficili lontano da me. Per questo le ho organizzato una giornata speciale per domani dato che Sarah ed Ethan hanno ricominciato a lavorare.

Esco felice col mio pacchettino, Oliver mi ha aspettata fuori, comprendendo senza bisogno che gli dicessi niente che questa fosse una cosa solo mia e di Katrin.

Sono diventata zia a soli dodici anni, sono cresciuta con lei. E' anche merito suo se sono la persona che sono. Mi ha insegnato veramente tante cose, più di quelle che la gente pensi possa insegnare un bambino.

"Pensavo di tornare a Stanford dopodomani, dopo pranzo, così da poter fare tutto con calma, non inizierò nessun corso prima di lunedì."
Esclamo quando ricominciamo a camminare, Oliver mi mette un braccio intorno alle spalle, io tengo le mani in tasca perché fa piuttosto freddo.

"Si, per me va bene."
Risponde lui.
"E stavo pensando anche un'altra cosa."

"Dimmi."

"Puoi stare da me quando torniamo? Tu starai comunque in dormitorio da sola, Lily rientrerà a fine mese. Io sono a casa da solo e non ci voglio stare."
Lo dice con una punta di sofferenza nella voce e mi fa male il cuore.

"Certo amore, va bene."
Sussurro piano.

"Il 12 è l'anniversario dell'incidente di Thomas."
Mi aveva accennato fosse in quel periodo, non sapevo bene il giorno.

"Ci sono io Oliver."
Non dice niente, mi lascia un bacio fra i capelli e non serve aggiungere nient'altro.
Da quando mi ha confessato tutto è come se si concedesse di chiedere aiuto, un aiuto che non ha mai voluto, un aiuto che non ha mai chiesto perché fingere niente era sicuramente più facile. Ma il dolore e il passato non fanno sconti, prima o poi tornano a bussare. E probabilmente ad Oliver son passati a bussare diverse volte. Lui ha sempre respinto la cosa, tranne questa volta.

Questa volta abbiamo aperto la porta insieme.

Mi ha permesso di aprire la porta con lui e di prendermi un po' di quel dolore che lo spezza in due ed io sono qui per prenderlo al volo quando ne avrà bisogno. Per lasciarlo solo quando ne avrà bisogno, tenergli la mano quando me lo chiederà e stringerlo forte quando quelle lacrime saranno troppe per continuare a trattenerle.

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