Capitolo 60.

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"Ciao Johanna."
Esclamo entrando.

"Ciao tesoro."
Mi risponde uscendo dalla cucina e abbracciandomi, ogni volta sembra che non mi veda da tempo anche se magari ci siamo viste solo qualche giorno prima ma i suoi abbracci sono una delle mie cose preferite.

"Jake è in camera sua, potrebbe ancora dormire conoscendolo."
Mi dice poi quando si stacca dall'abbraccio, appoggio il mio cappotto con sciarpa e cappello sull'appendiabiti sotto la scala e dopo averla ringraziata salgo di sopra, muovendomi in questa casa come se fosse la mia. Sono cresciuta fra casa di Jake e casa mia e per me queste quattro mura sono sempre state un rifugio sicuro.

Entro senza bussare, Jake è ancora sotto il piumone ma non sta dormendo, ha il telefono in mano.

"Per fortuna dovevi portarmi a fare colazione, sono le dieci passate."
Lo riprendo sedendomi ai piedi del letto, si stiracchia leggermente passandosi una mano sugli occhi.

"Vorrà dire che faremo un brunch al posto della colazione."

"Sei incorreggibile."

"Ma sono anche il tuo migliore amico e mi ami per questo."
Si alza a sedere lasciandomi un bacio sulla guancia, sapendo bene che non rimarrò arrabbiata con lui, non credo di esser mai stata davvero arrabbiata con Jake. Da piccola mi faceva incavolare spesso ma subito dopo cominciava a fare delle facce buffe che mi facevano scoppiare a ridere e non riuscivo a rimanere col muso.

Ha sempre saputo come prendermi e credo mi conosca meglio di quanto io stessa mi conosca. E no, non esagero.

Lo vedo andare in bagno, si lava velocemente e indossa le prime cose che trova. Io mi guardo intorno in questa camera che sento un po' anche mia. Ci sono un sacco di nostre foto, le nostre scritte sul muro, persino un terribile disegno che avevo fatto alle elementari per il suo compleanno.

Jake è la costante della mia vita. E credo sarà sempre così. Anzi, non lo credo, ne sono pienamente convinta.

"Andiamo?"
Mi chiede quando è pronto, un sorriso sul volto e la mano tesa verso di me che afferro senza lasciarla fino a quando non arriviamo di sotto e dobbiamo rivestirci per uscire.

Salutiamo Johanna, poi ci mettiamo in macchina per andare verso il centro, in un posto carino che abbiamo frequentato spesso.

"Scusa, era Lily."
Esclama bloccando il telefono e appoggiandolo sul tavolo accanto.
"Ma ora sono tutto tuo e non avrò altre distrazioni."
Aggiunge facendomi sorridere.

"Non avrei mai veramente pensato di vederti così con una ragazza."

"Oh fidati Isla, non l'avrei mai pensato nemmeno io eppure eccomi qua, praticamente fidanzato con Lily. O almeno credo. Cioè insomma mi ha presentato i suoi e abbiamo passato dei giorni in montagna tutti insieme quindi credo che il nostro sia uno stare insieme a tutti gli effetti, no?"
Rido quando lo vedo così confuso, questa versione di Jake è inedita anche per me.
"Non mi prendere in giro Isla, sei una pessima amica!"
Si finge offeso.

"Punto primo sono la migliore amica che potesse capitarti nella vita."
Rispondo pavoneggiandomi, lo vedo alzare gli occhi al cielo.
"Punto secondo non ti prendo in giro. E' solo strano vederti così, tutto qua. Ma sono felice per te e Lily, non avreste potuto trovare di meglio l'uno per l'altra."

"L'avresti mai detto? Io e te impegnati con due gemelli, è quasi assurdo! O forse è solo così che poteva andare a finire per noi."

"Può darsi."
Bevo un sorso di succo, guardo per un attimo fuori dalla vetrata, sospiro.
"Per lo meno la tua ragazza ti parla."
Aggiungo poi, anche se avrei più voluto pensarlo che dirlo.

"Ancora non si fa sentire?"

"No e lo so che devo lasciargli il suo tempo come so di non voler cedere io perché non ho sbagliato ma cavolo mi manca. Mi manca veramente tanto e ciò che mi chiedo io è: a lui non manco? So che è un periodo di merda, so che quanto lui odi questo periodo dell'anno ma non è più da solo cavolo, ci sono io. Sono la sua ragazza. Mi ama. Lo amo. E quando ti prendi la responsabilità di amare qualcuno non puoi fare così cavolo, non puoi!"
Mi scende una lacrima che asciugo velocemente, Jake non dice niente, afferra solo la mia mano. La stringe forte.

E, sinceramente, è esattamente tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento.
Non mi servono parole o discorsi. Mi serve solo che lui ci sia.
E come al solito, Jake c'è.
Jake c'è sempre, c'è sempre stato e sempre ci sarà e di questo ne sono sicura.

-
Scendo dalla macchina prendendo la borsa con i miei libri, metto le chiavi in tasca dopo averla chiusa e mi incammino verso la biblioteca in cui andavo a studiare anche mentre andavo alle superiori.

Ho sempre amato studiare in biblioteca. O meglio, ho sempre amato la biblioteca. Fin da bambina.

A volte ci passavo interi pomeriggi insieme a Jake, sceglievamo un libro a testa e occupando una poltrona in due restavamo lì fin quando non lo avevamo letto tutto fino all'ultima pagina. Siamo sempre stati un po' diversi, siamo sempre stati noi due.

Non abbiamo mai avuto molte altre persone nella nostra vita, ci siamo sempre bastati da soli. In realtà è in università che per la prima volta ho avuto amici oltre a Jake. A me è sempre bastato lui e poi, quando mi sono messa con Rhys ero poco più che una bambina e ho fatto del mio ragazzo e di Jake tutto il mio mondo. Non so se abbia fatto bene o male ma tutte le scelte che ho fatto mi hanno portato a quello che sto vivendo ora.

E in questo momento, tralasciando questi giorni un po' così, sono una persona felice.

Mentre faccio questi pensieri ho la testa fra le nuvole e non mi rendo conto che qualcuno stia uscendo dalla porta della biblioteca fin quando non ci sbatto contro. Mi sbilancio malamente a causa dell'impatto improvviso e mi rassegno all'imminente caduta che arriverà.

Ma non cado, qualcuno mi afferra il braccio, senza farmi male e mi permette di mantenere l'equilibrio.

Mi giro per ringraziare questa persona ma quando vedo chi è rimango pietrificata. Il respiro mi si blocca e la mia prima reazione è quella di levare il braccio dalla sua mano malamente e di fretta.

I suoi occhi sono spalancati, non se l'aspettava nemmeno lui.

"Rhys."
Sussurro piano prima di poter controllare le mie parole.

"Ciao Isla."

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