"Okay, ho decisamente bisogno di una pausa."
Esclamo mentre insieme a Lily e Abby mi allontano dalla sottospecie pista da ballo in cui eravamo.
"C'è troppo casino, esco a fumare e mando un messaggio a Jake."
Sussurro all'orecchio della mia compagna di stanza, Abigail si è già seduta sulle gambe di Damian."Vai da sola? Sicura?"
Mi chiede premurosa."Certo, ho solo bisogno di un po' d'aria, non succederà nulla, sono appena qua fuori."
Le lascio un bacio sulla guancia, stringe la mano che mi sta tenendo e la lascia poco dopo.Esco sul pianerottolo, cerco un posto in cui posso stare un po' da sola, perché non sono e non sarò mai un'amante di folle, feste e musica alta ma ogni tanto posso anche sopportarlo.
Prendo una sigaretta, faccio un selfie per Jake mostrandogli che anche io sono capace di divertirmi, la sua risposta non tarda ad arrivare, rido.
"Non è facile trovare una così bella ragazza da sola ad una festa."
Alzo gli occhi al cielo quando sento queste parole e percepisco un ragazzo avvicinarsi a me.
Il classico cliché delle feste."Non sono sola infatti, sono solo uscita a fumare."
"Posso farti compagnia?"
"In realtà sto bene sola, grazie."
"Sai che non è molto carino non guardare le persone che ti stanno parlando?"
"Sono abbastanza sicura che anche se ti guardassi non sarei interessata a parlare con te. Ci sono tante ragazze a questa festa che possono darti quello che vuoi, io non sono tra quelle."
Metto in tasca il telefono, alzo lo sguardo ma lo tengo dritto davanti a me persistendo a non guardare il tizio che ho accanto.Faccio un tiro di sigaretta.
"Io sono sicuro che invece potresti proprio divertirti con me."
Mi appoggia una mano sul sedere, mano che toglie subito per lo schiaffo che prontamente gli tiro su una guancia.Finalmente guardo in faccia questo pezzo di merda.
"Non ti azzardare mai più a riprovarci schifoso bastardo."
"Cosa cazzo fai ragazzina!"
Aspettavo una reazione di questo tipo, so di essermi messa nei guai ma so anche di essere in grado di difendermi."Perché invece non te ne vai al posto di continuare con questa scenetta?"
La voce di Oliver alle mie spalle mi da un grande senso di tranquillità, di protezione.
"Davvero, sparisci, coglione."
Dice ancora e per qualche assurdo motivo il ragazzo decide di non fare più nulla, un'occhiata di fuoco e poi gira i tacchi per andarsene.Mi giro e mi trovo Oliver a pochi centimetri da me.
"Grazie."
Dico semplicemente senza sapere davvero cosa dire."Ti saresti difesa benissimo anche senza di me ma ho voluto troncare la cosa sul nascere."
Mi sorride, il mio cuore fa un'altra capriola, sorrido anche io.
"E' una festa noiosa, andiamo via?"
Mi chiede e non so definire davvero ciò che mi susciti in questo momento."Devo avvisare Lily."
"L'ho già avvisata io dicendole che ti avrei portato via."
"Eri così sicuro che ti avrei detto di si?"
"Mi sono preso il rischio."
"Credo tu abbia rischiato bene."
Lo faccio sorridere e poi fa tutto lui, mi prende una mano, mi precede e mi trascina via. Non faccio domande, mi piace ciò che sta facendo, mi piace che voglia andare da qualche parte insieme a me.Mi piace sentirmi così bene accanto a lui e decido che,per stasera, vada bene così. Non mi farò domande.
-
Siamo di nuovo al Poppy's Roger, mi piace tantissimo questo posto.
Siamo andati all'appartamento di Oliver, ha preso la sua macchina e siamo venuti qua, il sabato è aperto fino alle quattro e credo sia da poco passata l'una. E' la serata karaoke, a quanto ho capito c'è tutti i sabati.
"Sabato prossimo possiamo venire qua invece di andare a un'altra insulsa festa."
"Sabato prossimo credo di dover tornare dalla mia famiglia, non sono abituati a non vedermi per così tanto e gli ho promesso che sarei tornata. San Francisco è solo a un'ora da qua e mi permette di fare avanti e indietro abbastanza spesso."
"Giustamente vogliono a casa la piccolina della famiglia."
Gli faccio una linguaccia, bevo un sorso di decaffeinato e poi mangio un pezzo di torta cioccolato, meringhe e panna."Però mi piacerebbe venirci di nuovo un sabato."
"Non ho mica detto che non verremo, rimandiamo e basta."
Sorrido, non dico più nulla, mi concentro sulla nuova esibizione.
Riconosco subito le note della canzone, anche se, sinceramente, non ricordo molto bene il titolo ma non importa, canticchio guardandoli e sento lo sguardo di Oliver addosso.
"Ti piace tanto la musica vero?"
"Si, credo sia la mia passione più grande."
Rispondo sincera.
"Ho anche imparato a suonare la chitarra da autodidatta ma non ne ho mai avuto una mia, ho sempre usato quella del fratello di Jake. Alle superiori mi sono iscritta a un corso di chitarra che offriva la scuola ma lo sapevano solo un Jake e mia sorella Melody.""Come mai?"
Alzo le spalle."Per i miei la musica era ed é solo un capriccio, scrivere canzoni e leggere testi o libri erano qualcosa di comune. Il mio talento con la matematica, invece, era ed é straordinario, qualcosa che va coltivato in tutto e per tutto."
"La musica non è mai un capriccio."
Alzo le spalle, non dico più nulla, non è un argomento che in realtà ami poi tanto affrontare, anzi, per niente.Stiamo ancora un'oretta al Poppy's, ascoltiamo ancora qualcuno cantare, scegliamo anche un paio di canzoni al vecchio jukebox in fondo al bar. Mi diverto un sacco, una serata di tanta buona musica e poche parole è la mia serata perfetta.
Non so che ore siano quando usciamo da qua però fa molto più freddo rispetto a prima, Oliver lo nota subito, mi mette il suo giubbotto di pelle sulle spalle, sfioro la sua mano con la mia, incontro il suo sguardo, sorrido e lo ringrazio.
Non stiamo più parlando e anche in macchina il silenzio viene riempito solo dalla radio che riproduce qualche canzone rock.
Mi appoggio al finestrino, sono davvero stanca e non so per quanto riuscirò a tenere gli occhi aperti, li chiudo solo per un attimo.
Nel dormiveglia sento poi qualcuno che mi solleva dal sedile prendendomi in braccio, vorrei aprire gli occhi ma sto così bene e sono terribilmente stanca così, semplicemente non mi curo di nulla.
Sento solo qualche istante dopo il morbido letto sotto di me e un bacio fra i capelli.
"Buonanotte Isla Ariel."
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Us.
RomantikIsla Ariel Roy ha 19 anni e una vita apparentemente perfetta. Sta per partire per Stanford, dove hanno studiato i suoi genitori e anche suo fratello. Sua sorella Melody invece, "pecora nera" della famiglia, non ha voluto fare il College e dopo il l...