Capitolo 59.

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"Ecco a te tesoro."
Esclama Roger portandomi i miei pancake con burro e sciroppo d'acero accompagnati da un bicchiere di succo.

"Grazie Rog."
Rispondo dedicandogli un tenero sorriso che lui ricambia, Damian ha optato per uova e bacon ma io non sono mai stata una grande fan delle colazioni salate. Ho sempre preferito i dolci anche da bambina e pure ora è un'abitudine che non ho cambiato.

"Allora? Mi dirai finalmente perché sei tornato così presto?"

"In realtà torno sempre prima al campus, a casa ci resto giusto per Natale e Capodanno. Son sempre tornato intorno ai primi di gennaio prima perché volevo stare con i miei amici e poi perché non volevo lasciare a Lily tutto il peso della situazione."
Sorrido per la premura, Oliver è veramente fortunato ad avere un amico come Damian.
"Quest'anno però era diverso. Lily è tornata a casa, Oliver ha accettato di festeggiare Natale, sembrava felice e sereno. Così mi sono preso più tempo, soprattutto per stare con i miei nonni, nonno non stava molto bene anche se alla fine, soprattutto intorno al dodici, i miei pensieri erano qua. Quando ho visto la chiamata di Oliver ho risposto immediatamente. Stava piangendo, dicendo di aver perso la cosa più bella che la vita gli avesse regalato perché ti aveva fatta scappare."
Sento un colpo al cuore.

"Non mi ha persa."
Dico velocemente con voce che trema.

"Lo so, lo so benissimo. E lo sa anche lui. Non devi sentirti in colpa Isla, nessuno avrebbe resistito. E, soprattutto, avremmo dovuto dirti cosa aspettarti, invece siamo scappati tutti provando a ignorare la cosa appena ci è stata data l'opportunità."

"Avete sopportato per anni solo voi due, avete fatto bene a tornare a respirare un po'. Io potevo essere più forte, sopportare di più."

"No, non avresti dovuto. Non è autorizzato a trattarti così perché soffre. Tutti abbiamo un dolore dentro di noi, piccolo o grande che sia non è un'autorizzazione per ferire le altre persone. Non può continuare a vivere così. Lo sa anche lui. Non può continuare a bere fino a non sentire più niente e poi far finta che non sia successo nulla. E' un adulto ormai e sono passati anni. Deve imparare a reagire e ad affrontare la cosa senza comportarsi come un ragazzino."

"Sei corso subito da lui però."

"Si, certo. Non lo lascerei mai solo, non potrei mai. Lui non ha lasciato solo me quando avevo bisogno e io non lo farò con lui, anche se son più le volte in cui vorrei mandarlo a quel paese di quel che tu possa immaginare."
Ridiamo insieme, è proprio un amico magnifico e me ne sono resa conto fin da subito.

"Oliver è fortunato ad averti nella sua vita."

"E' fortunato anche ad avere te Isla. Non l'ho mai visto così felice. Non l'ho mai visto fare quello che fa con te. Anzi non credo di averlo mai visto felice fino a che non l'ho visto con te. Ha proprio cambiato faccia, gli è cambiato lo sguardo. Quel dolore che gli si legge addosso sembra più leggero da quando ci sei tu. E' una persona diversa. O forse gli hai semplicemente dato l'opportunità di essere l'Oliver di prima. E non preoccuparti, ha solo bisogno di un po' di tempo perché non vuole ferirti ancora e vuole riprendersi al meglio. E' stato uno stronzo ma ti ama Isla, so che te lo diciamo tutti ma è così. Non ho mai visto due persone amarsi tanto come voi due e tutto questo amore vi porterà lontano, ne sono sicuro."

-

La chiacchierata con Damian mi ha fatto proprio bene e, per quanto Oliver mi manchi, non ho sbagliato io. Quindi rispetterò i suoi tempi e aspetterò sia lui a cercarmi e fare il primo passo. Se non mi vuole vicino in questo periodo non posso, ne voglio, obbligarlo. Anche se ovviamente dovremo lavorare su questa cosa, se vogliamo che la nostra relazioni duri e non si frantumi contro un muro dovremo parlare e capire come superare questa cosa senza che si riduca a un passo dal coma etilico.

Deve trovare il modo di lasciare andare Thomas perché per quanto pensi di averlo fatto non l'ha fatto. Non so se mai sarà in grado di farlo in realtà.

Scendo dalla macchina e mi dirigo verso l'entrata della scuola di Katrin, finirà tra pochi minuti, poi passerò a prendere Dylan e li porterò a fare merenda e poi un giro insieme, ho proprio bisogno di una giornata con i miei nipoti.

"Zia Isla!"
La voce della mia piccola Kat si fa chiara e tonda in mezzo al casino che stanno facendo tutti i bambini uscendo dalla scuola, mi stringe le braccia intorno alla vita e anche io l'abbraccio forte.

"Ciao amore mio."
Rispondo chiudendo un secondo gli occhi e sentendo tutto l'amore del mondo in questo abbraccio qui. Un abbraccio che mi fa sentire subito meglio perché, come è normale che sia, non sono proprio giorni facili per me.

Sistemo bene la sciarpa di Katrin e poi le prendo la mano per andare verso la macchina. Si sistema sul seggiolino, anche se penso non gli servirà ancora per tanto, ormai sta diventando grande. Si lega la cintura e poi chiudo la portiera posteriore per andare al posto di guida.

"Non è venuto zio Oliver?"
Chiede poco dopo.

"No tesoro, è rimasto al campus."

"Perché?"

"Perché abbiamo discusso qualche giorno fa."
Non le direi mai una bugia, voglio che il nostro rapporto si basi sulla fiducia, per questo cerco sempre di dirle le cose come stanno, ovviamente adattando i racconti a una bambina di otto anni.

"Perché?"
Sospiro perché ripensare a quel momento mi fa ancora male.

"Perché è normale piccola Kat, gli adulti litigano, molto più di quanto i bambini pensino. A volte si litiga anche perché ci si vuole bene. Non è semplice avere una relazione tesoro, quando sarai più grande capirai."

"Non vi siete lasciati?"

"No, certo che no. Capita di litigare, è una cosa normale. Non ci si lascia ogni volta che si litiga Kat, magari si resta qualche giorno senza parlare ma poi si fa pace e si prova a far funzionare di nuovo tutto, soprattutto se ci si ama come io e lo zio Oliver ci amiamo."
Le spiego cercando di farle capire il più possibile.

"Spero che facciate pace presto allora perché quando sei con lo zio Oliver sorridi sempre e mi piace tanto vederti sorridere."

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